Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Elena Barbini

Con questo racconto ha vinto il terzo premio del concorso Club Poeti 2001, sezione narrativa

 
Progetto di omicidio
 
Fred sudava copiosamente sotto il sole d'agosto, mentre scaricava le pesanti valige dalla station-wagon. Sua moglie, accanto a lui, si sventolava con un foglio di carta.
"Quanto ci vuole ancora, Fred".
"Ho quasi finito, Margaret".
"Sto morendo dal caldo, io vado dentro".
"Si, brava, così intanto ti fai dare le chiavi della stanza".
Margaret entrò nell'albergo e Fred si concesse un sogghigno; doveva controllarsi, in sua presenza, altrimenti avrebbe subito intuito, ma quando si trovava solo non riusciva a trattenere l'emozione. Finalmente era arrivato il momento. Finalmente, dopo cinque anni d'inferno, era arrivato il momento di ucciderla. Tutto quel tempo passato in attesa di questo giorno, trattenendo la repulsione, fingendo con tutti di essersi innamorato di quella donna ributtante, in attesa. Aspettando che anche lei si rilassasse ed abbassasse la guardia.
Certo non era abituato ad uccidere; l'unica volta che aveva commesso un reato fu quando falsificò alcuni resoconti contabili rovinando il suo socio prima che lui rovinasse l'azienda. In un certo senso era stata legittima difesa: l'alternativa sarebbe stata la bancarotta completa. Margaret era la sua segretaria, allora; lo aveva scoperto e ricattato, costringendolo a sposarla. E chi altri avrebbe potuto farlo, del resto: una donna talmente inetta e talmente irritante insieme. In un certo senso si trattava di legittima difesa anche in questo caso. Entrò nell'hall carico di valige.
"Andiamo, muoviti!", gli gridò sua moglie, avviandosi verso la stanza. Il portiere lo guardò perplesso e gli andò incontro aiutandolo con le valige. Fred riusciva a leggere nel suo sguardo la stessa domanda che leggeva negli occhi di ogni sconosciuto con cui aveva avuto a che fare: come faceva un bell'uomo, distinto e educato come lui, a stare con una strega come quella? Qualcuno provava pietà, come adesso quel portiere,
e qualcuno riteneva che doveva esserci qualcosa che non funzionava, in lui. In entrambi i casi, era sempre una cosa umiliante alla quale Fred non era mai riuscito ad abituarsi. Dette una lauta mancia al portiere e chiuse la porta; il tempo di rilassarsi, di pranzare e poi una bella passeggiata in montagna. Sapeva già dove portarla: c'era un romantico strapiombo, non molto lontano dall'albergo, perfetto per i suoi piani. Margaret sarebbe scivolata su qualche sasso, avrebbe perso l'equilibrio e si sarebbe sfracellata al suolo. Perché provava piacere al pensiero della sua morte? Lo voleva, certo, voleva ucciderla, ma non voleva perdere la sua umanità. Ecco come lo aveva ridotto quella donna. Aveva provato ad amarla, Dio gli era testimone, se aveva provato. Ma era riuscito ad odiarla ancor di più. Aveva anche pensato di confessare il suo reato ed accusarla di complicità e ricatto, ma chi avrebbe mandato avanti gli affari?, chi avrebbe pensato a tenere insieme tutti i pezzi della sua azienda senza venderla, frammezzata come voleva il suo socio?
Non era certo il suo giovane fratello dedito agli hobbies a tempo pieno. In effetti, Fred, sapeva di non avere scelta: non avrebbe dormito una notte in più con lei, non avrebbe più toccato quel corpo viscido e maleodorante. D'altra parte, per quel che ne capiva, Margaret era una donna frigida; o forse era lui che non riusciva ad impegnarsi più di tanto per procurarle piacere.
Trascorsero le ore ed arrivò il momento della passeggiata digestiva. Si tenevano per mano, quando s'incamminarono lungo il sentiero.
Fred era felice; annusava gli odori della terra e del bosco, ammirava i giochi di luce del sole, filtrato dalle cime degli alberi, si sentiva pieno di energia e di vita. Guardò Margaret e si accorse che anche lei era felice, il suo viso era aperto in un sorriso ed era emozionata quanto lui. Fred riuscì anche a volerle bene in quell'istante, ma il tutto durò pochi secondi. Si avvicinavano allo strapiombo ed alla sua libertà. Il terreno era secco e pieno di ciottoli, perfetto per i suoi scopi. Strinse la mano della moglie, non voleva che gli scappasse proprio adesso. Infine, ecco che il sentiero si apriva a mostrare un bellissimo panorama di tutta la vallata e delle montagne intorno.
Erano arrivati al costone di roccia sospeso nel vuoto, contornato da una balaustra di ferro alta un'ottantina di centimetri. 'Poco male', pensò Fred 'non è impossibile cascare di sotto'. I suoi muscoli incominciarono ad irrigidirsi (era questione di pochi secondi ancora), quando vide muoversi qualcosa con la coda dell'occhio. Si voltò di scatto, un ragazzo ed una ragazza si stavano baciando appassionatamente a non più di dieci metri da loro. Doveva aspettare che se ne fossero andati via. Per non destare sospetti, abbracciò la moglie e cominciò a decantare la bellezza delle montagne, ammirando la splendida visuale che si poteva godere da quel punto, ma i due giovani non sembravano affatto intenzionati ad andarsene. Fred temeva che potessero arrivare altre persone e fargli perdere un sacco di tempo finché sarebbe stato impossibile indugiare oltre. Mise una moneta nel binocolo fissato a terra e cominciò a voltarlo a destra e a sinistra come per guardare il panorama, anche se in realtà, stava freneticamente pensando ad un modo per allontanare i due; quando, improvvisamente, la fortuna gli venne incontro nella persona di Margaret. In perfetto accordo con il suo carattere cominciò ad inveire contro i due giovani.
"Non sono ammissibili certe cose davanti a tutti, ci sono tanti posti dove andare senza essere visti. I giovani di oggi non hanno più nessuna vergogna e nessun rispetto per le altre persone". I due smisero di baciarsi e si voltarono nella direzione di Margaret. "Vedi, Fred, non sono poi così sordi agli stimoli esterni. Vediamo se chiamando un agente riescono a sentirci ancora meglio". La ragazza si alzò e disse al partner di andarsene, che tanto certa gente non poteva capire certe cose. Si incamminarono ridacchiando per il sentiero. Qui vengono anche le famiglie con i bambini, sapete?! Gli gridò dietro Margaret ed il giovane alzò il dito medio della mano nella sua direzione. "Che villani", concluse lei "finalmente si sono tolti di mezzo".
Fred era deliziato "Già, per una volta hai proprio ragione, Margaret".
Sua moglie si era voltata a guardare il panorama, ma con le mani stringeva la borsetta, evidentemente ancora irritata per l'alterco. Fred sentì il battito del proprio cuore accelerare fino a gonfiargli le tempie; sapeva che questo era il momento, era arrivata la resa dei conti, sollevò le mani e cominciò ad avanzare. Riusciva persino ad immaginarsi il suo urlo di terrore, riusciva quasi a vedere la paura e la sorpresa del suo viso. Quando distava un metro soltanto da lei, Margaret si voltò impugnando la pistola.
"Mi dispiace Fred".
"Ma cosa, non capisco?".
"Lo so. So che mi ami, ma io proprio non ce la faccio più a stare con te, non ti sopporto".
"Tu... non mi sopporti?".
"Io credevo che, in fondo, sarei stata felice con te. Invece non è stato così. Ho incontrato un uomo che mi fa sentire davvero donna".
"Possiamo metterci d'accordo, non c'è bisogno di arrivare a questo".
"Non ti ho sposato per la tua simpatia, Fred. Ti ho sposato per i tuoi soldi; è l'unica cosa che voglio".
"Se mi spari ti incolperanno di omicidio".
"No! Ho messo in giro la voce che ho scoperto qualcosa del tuo passato e che temevo per la mia vita. È per questo che ho comprato la pistola. È stata tua l'idea di venire qui; hai tentato di uccidermi ed io mi sono difesa. Mi dispiace, Fred".
Margaret cominciò a premere l'indice sul grilletto. Fred aveva voglia di ridere e piangere nello stesso tempo. Come era grottesca quella situazione, come era terribilmente grottesca. Chiuse gli occhi per non vedere la morte in faccia e sperò di non sentire dolore, ma, invece del rumore dello sparo, risuonò un grido: "Non si muova! Polizia!". Un uomo e due agenti stavano arrivando dal sentiero; e quell'uomo era... suo fratello. Fred non riusciva a crederci: suo fratello, il suo giovane fratello era lì. Si rigirò verso Margaret. I suoi occhi erano spalancati in un'espressione di stupore e paura; non l'aveva mai vista così. La pistola era sempre puntata su di lui, ma stava tremando. Gli agenti la tenevano di mira con la loro arma.
"Signora Langue, butti a terra la pistola!" Intimò uno di loro. Sua moglie indietreggiò di un passo. "signora Langue non faccia pazzie!"
Margaret abbassò lentamente la pistola e indietreggiò ancora. Il suo piede si posò su di un sasso ed il suo peso la sbilanciò all'indietro, le cadde la pistola di mano e cadendo a terra partì un colpo. Per lo spavento, fece un ulteriore balzo all'indietro e perse del tutto l'equilibrio. Le sue mani cercarono la balaustra, ma ormai era troppo tardi: la ringhiera fece da perno per il suo corpo sgraziato e Margaret precipitò, urlando, nel vuoto.
A Fred sembrò che quel grido non finisse mai.
"Fred, stai bene?" si sentì chiamare alle sue spalle. "Dio mio, Fred, temevo di non arrivare in tempo". Gli agenti si erano sporti dalla balaustra ed uno di loro stava chiamando la centrale per mandare qualcuno a raccogliere i pezzi di quel che restava di Margaret.
"Abbiamo sentito tutto, Fred. È stato terribile. Avevamo messo un microfono nella sua borsetta; vi abbiamo seguiti, ma abbiamo sbagliato sentiero. Grazie a Dio, ce l'abbiamo fatta". Stieve lo abbracciò affettuosamente. "Mi dispiace tanto, so quanto l'amavi!".
Tornando a casa, Stieve gli rivelò di come aveva cominciato a sospettare di Margaret, quando l'aveva vista in atteggiamenti dubbi con un suo dipendente. ". Così aveva cominciato a seguirla ed aveva scoperto la sua infedeltà, e quando lei aveva comprato la pistola, Stieve si era rivolto ad un suo caro amico, nella polizia. Il resto poi è storia. Fred guardò suo fratello con gratitudine, quello stesso fratello che lui aveva sempre considerato superficiale.
"Sai, Stieve", gli disse, "credo che mi ritirerò dagli affari. Conosci per caso un uomo fidato al quale affidare la direzione dell'azienda?". Stieve sorrise: "Pensaci Aveva cercato di parlargliene, ma lui si era rifiutato di ascoltarlo. "Eri così cieco, Fred. Non ci avresti mai creduto, neanche se li avessi visti insieme con calma, Fred. Prenditi una vacanza e poi ne riparliamo, va bene?! E ricordati: tu non mi devi niente!".
Fred salì gli scalini d'ingresso della sua villetta. Gli rimaneva un ultimo dubbio nel cuore: sarebbe veramente stato capace di spingere Margaret dentro al burrone? Oppure, all'ultimo istante, gli sarebbe mancato il coraggio? Entrò in casa: come era bella la sua casa. Per la prima volta ci tornava volentieri, e quale silenzio, quale pace aleggiava adesso. Si distese sul suo morbido divano godendosi la tranquillità. Sì! Ci sarebbe riuscito.
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 Classifica Concorso Club poeti 2001 sezione narrativa

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ins.4 maggio 2001