Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Domenico Di Stefano
Con questo racconto ha vinto il primo premio del concorso Concorso Letterario Fonopoli 1999 sezione narrativa
 
 
 
 
Alla luce del Sole
Appunti di una favola semplice per tornare bambini
 
 
In un torrido pomeriggio d'agosto il Sole, che sudava a più non posso, decise di scendere a valle per gustarsi un ghiacciolo al limone. Era sempre stato ghiotto di ghiaccioli al limone fin da quando era bambino, parecchi milioni d'anni fa. Per la verità, i ghiaccioli al limone non li digeriva tanto facilmente, ma, a suo dire, era l'unico modo per riposare un po'. Infatti, il Sole si alzava tutte le mattine per primo, all'alba, e dopo una breve colazione al bar della Via Lattea e una veloce occhiata ai giornali sportivi, cominciava il lavoro quotidiano di zingaro del cielo: vagava a destra e a manca senza una meta precisa e ogni tanto d'accordo col Vento, suo amico di vecchia data, volgeva lo sguardo disinteressato e curioso sulla televisione dell'Universo. Spesso, però, la sala TV del cielo ospitava le nuvole più piccole le quali capricciose com'erano volevano sempre cambiare programma; finiva che queste bisticciavano tra loro e se la davano di santa ragione con schiaffi forti come tuono. Allora il Sole, che s'impressionava troppo nel vedere la pioggia di lacrime delle nuvole dispettose, mandava come ambasciatore di pace suo cugino Arcobaleno, un tipo eccentrico e colorato che pare avesse un banca una pentola piena d'oro. Di solito Arcobaleno non falliva mai, era così bravo a disegnare un ponte di armonia che spesso la sua immagine a colori finiva sul sito Internet della Creazione.
Poiché il Sole era tanto impegnato, aveva un ufficio "informazioni e reclami" dove riceveva quintali di posta, migliaia di telefonate e qualche depliant pubblicitario. Non aveva la segretaria e non per sfiducia verso le giovani stelle appena diplomate: il vero motivo è che tra tasse e contributi i soldi non bastavano mai! Dunque si occupava di tutto personalmente. L'ufficio privato del Sole era di modeste dimensioni ma era arredato davvero con gusto. La scrivania era scolpita su di un meteorite che dopo tanto viaggiare aveva trovato la sua posizione sociale; la poltrona, dall'aspetto comodo e regale, era tutta di velluto rosso proveniente da Marte; alle pareti erano appese due fotografie con le cornici argentate: sulla prima c'era l'immagine del Sole nel giorno della prima comunione; sulla seconda invece c'era il sorriso di sua sorella, Sirio, la quale, andata via di casa per diventare una star del cinema, non si faceva più vedere da molto tempo. Il Sole sbrigava il lavoro d'ufficio con sapiente capacità ma a volte con poca pazienza. D'altronde tutti chiedevano, tutti si lamentavano, tutti avevano problemi da risolvere, tutti cercavano soluzioni vantaggiose. Sapevano tutti che il Sole era generoso e buono di cuore e più di qualcuno approfittava di tanta bontà. Mamma mia quante richieste! Telefonava dieci volte al giorno la Primavera: "E attento alle primule… E accarezza le rose… E i frutteti tardano a germogliare… E dove sono finite le rondini…!". Per non parlare dell'Inverno, un tipo scorbutico e piuttosto "gelido": "A Natale voglio la neve… I produttori di sciarpe sono in crisi… Un po' di rispetto per gli sciatori…!". E l'Estate, Mica stava zitta l'Estate: "Che sono tutti questi temporali… Non guastarmi le vacanze… Il mare merita più considerazione… Datti da fare con le abbronzature…!". L'unico che non si lamentava mai era l'Autunno, amico di poeti e pittori, carattere distaccato e sognante al quale bastava un tappeto di foglie gialle su cui passeggiare per essere felice. Chi un poco si lamentava era anche il Giorno che chiedeva sempre qualche minuto di luce in più. Il Sole a volte lo accontentava e quando succedeva amava pubblicizzare la sua decisione sui calendari di Frate Indovino. Quando se ne accorgeva la Notte, gelosa ed insonne, erano dolori! Sole e Notte non andavano molto d'accordo, si evitavano quasi sempre: se la notte era in un posto il Sole si dirigeva completamente dall'altra parte. Ma quando s'incontravano, nella periodica manifestazione della "Aurora Boreale", i due riponevano l'antipatia nelle tasche della giacca e davano vita ad un duetto memorabile. Insomma, il lavoro d'ufficio del Sole non era roba da poco; a volte gli faceva così male la testa che doveva intervenire il Dottor Saturno, uno che di cerchi alla testa se ne intendeva molto. In certi casi, però, il Sole era preso dallo sconforto; allora chiamava il buon Dio sul cellulare e con Lui si sfogava: "Non potresti creare un altro Sole per alleggerirmi il lavoro? Io, il Tuo Sole, non sono rispettato da nessuno!". Il Buon Dio sospirava e poi con voce paterna ma decisa rispondeva: "Amico Sole, non hanno rispettato neanche mio Figlio! Ricordi che quel giorno ti ritirasti anche Tu offeso e commosso?". A queste parole il Sole restava zitto per un po', e mentre rifletteva, riattaccava felice ridendo della sua unicità! Ma attenzione: il Sole era unico ma non solo!
Sì, anche il Sole aveva la sua storia d'amore. Tutti i rotocalchi rosa parlavano spesso della storia d'amore tra il Sole e la Luna. La era proprio così? Come stavano esattamente le cose? Che la Luna fosse innamorata del Sole era quasi sicuro. Sebbene gli incontri tra i due erano alquanto rari avevano, l'uno verso l'altra, un affetto sincero e reciproco. La Luna, soprattutto, viveva di Sole e si lasciava illuminare e coinvolgere in un gioco di luce che faceva la gioia di tanti innamorati sulle panchine dei giardini. Questo animo romantico si poteva leggere nelle bizzarre forme che la Luna assumeva: a spicchi come un'arancia; per metà come una fetta di cocomero; in piena come una mela. Ma a una Luna innamorata non sempre corrisponde un Sole innamorato. Ed è questa la notizia bomba che sfuggiva a tutti (compresi i rotocalchi rosa): il Sole amava un'altra! Per la verità anche la Luna lo sapeva; glielo aveva detto una stella cometa sua compagna di studi la quale aveva appreso il dolce e sofferto segreto in uno dei suoi numerosi viaggi intorno al tempo. Così, la Luna custodiva la sua rassegnazione in un cratere nascosto sotto i suoi occhiali. A volte provava pure a reagire e affrontava il Sole faccia a faccia in una specie d'eclissi che si poteva vedere solo con un vetro affumicato. L'ultima volta che il Sole le parlò fu per donarle un suo raggio stupendo. La Luna ne fece un'altalena dove cullare per sempre i suoi pensieri e i suoi ricordi. Siccome siamo in confidenza riveliamo, per la prima volta nella storia del Creato, il nome della fortunata. Il Sole amava… la Terra! E come l'amava! Di lei amava l'odore del mare, amava montagne, colline e pianure, amava i colori ognuno al suo posto, amava l'erba, la sabbia e le conchiglie; e amava l'acqua e il fuoco, amava i ghiacciai, l'oro e l'argento; e amava gli animali, i pesci e gli uccelli; e amava gli uomini e soprattutto i bambini che il Sole considerava angeli prestati da Dio. La Terra, allestita con armonica sinfonia e con una ghirlanda d'ossigeno vero intorno al collo, corrispondeva quest'amore con una danza graziosa e girava su se stessa in punta dei piedi affinché il Sole godesse, ventiquattrore su ventiquattro, della sua maestosa bellezza. E poi, diciamolo pure, gli uomini avevano dato un grande aiuto al Sole. Pensate un po'. Avevano inventato la corrente elettrica e la lampadina affinché il Sole facesse riposare i suoi raggi ultravioletti; avevano inventato i termosifoni affinché il Sole non consumasse tutto il suo calore; avevano inventato le poesie sul tramonto affinché il Sole potesse dormire; e, soprattutto, avevano inventato i ghiaccioli al limone! Insomma, era un amore tenero e quotidiano, uno di quegli amori veri scritti nel Cielo, uno di quegli amori che attirano l'attenzione con la forza di gravità che hanno solo i sogni. Come tutti gli amori veri qualche incomprensione c'era. Per esempio c'era la questione del buco dell'ozono che destava qualche preoccupazione (a dire il vero più nel Sole che nella Terra) ma in concreto, come abbiamo già detto, il Sole si fidava molto dei bambini o uomini del futuro: a loro Egli, pacifista convinto ed ecologista non per convenienza, affidava tutte le guerre contro l'imbecillità. A proposito: all'inizio del nostro racconto non avevamo lasciato il Sole si fidava molto dei bambini o uomini del futuro: a loro Egli, pacifista convinto ed ecologista non per convenienza, affidava tutte le guerre contro l'imbecillità. A proposito: all'inizio del nostro racconto non avevamo lasciato il Sole che divorava un ghiacciolo al limone? Torniamo da lui allora. Accipicchia! Se n'è andato senza pagare il conto! Ho capito, offro io, ma dite al Sole che lo sto cercando. Cercatelo anche voi! E se alla fine doveste accorgervi che il Sole lo avete nel cuore non stupitevene più di tanto. Avere il Sole nel cuore è la favola più bella che ci possa capitare. Favola tutta da scrivere, da sognare, da vivere, da raccontare. Magari proprio in un torrido pomeriggio d'agosto. Alla luce del Sole!
 
 

 

Concorso Letterario Fonopoli 1999 a sez. narrativa
 
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ins. 29 settembre 2000