Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Corrado Portelli

Con questo racconto ha vinto il decimo premio all'edizione 2007 del Premio di Scrittura Creativa Lella Razza



La costellazione di Amanda

Don Roberto va sempre a letto presto la mattina. Posa la tona ca nera su una sedia, si toglie le scarpe e si abbandona sul duro giaciglio, stanco, ma non prostrato, dopo una lunga notte passata all'aperto. Sono le 5,00, ma il gallo non ha ancora cantato e alcune stelle brillano in cielo. Da una finestra si vedono delle luci accenderci sparse e rade nei condomini turriti di quella zona sperduta della periferia: gli operai e gli studenti pendolari si preparano ad un'altra faticosa giornata. Ma il giovane sacerdote non osserva e non si accorge di tutto quel brulichio di vita.
Assorto nei suoi pensieri, non riesce a prendere sonno. Gira la testa pesante sul cuscino e scorge, posata sul piccolo scrittoio, la lettera ancora chiusa dell'arcivescovado. Gli manca il coraggio e in cuor suo ha un brutto presagio: attende cattive notizie che certamente cambieranno il corso della sua esistenza.
Invece di dormire, si illuminano nella sua mente i ricordi dei primi giorni trascorsi in quella parrocchia, definita di frontiera, perché situata ai margini della città, dimora preferita di malavitosi, spacciatori di droga e prostitute. La chiesa, un capannone senza copertura, era sempre vuota. Di fedeli se ne vedevano pochi, fra questi un gruppo di donne perennemente imbellettate, dal trucco volgare e vivace, dalle scarpe alte e argentate. Quella più alta si chiamava Amanda, un transessuale brasiliano di 30 anni, capelli lunghi neri, occhiali scuri, labbra rosse e tacchi a spillo. Aiutava spesso nel servir messa, versando l'acqua e il vino nel calice, suonando la campanella, recitando le letture e, soprattutto intonando i canti. La decisione, di farsi dare una mano dalle " ragazze", come lui le chiamava, non venne certo presa alla leggera. La speranza del prete era quella di redimere, di togliere dalla strada quelle giovani donne, per liberarle dalle grinfie dei magnaccia e trovare loro un'occupazione alternativa migliore. E quale mezzo più opportuno del lavoro in parrocchia per avvicinarle e convertirle? Del resto, tutte quante si definivano cristiane cattoliche, anche se non praticanti.
Molte di esse non entravano in una chiesa da molti anni, ma credevano in Dio e, alla loro maniera, erano devote.
Nonostante tutto, il primo approccio con le "ragazze" fu difficile. Il sacerdote quindi decise di condividere la loro esistenza, passando buona parte della notte sulla strada. Trascorreva delle ore, accanto ai fuocherelli, ai margini della circonvallazione, in compagnia delle puttane che aspettavano i clienti in atteggiamenti inequivocabili: gambe nude, gonne cortissime o inesistenti, seni scoperti. Sempre inappuntabile nella sua tonaca nera perfettamente stirata voleva apparire il più visibile possibile, per colpire le coscienze di tutti.
Amanda, fin dall'inizio, si propose d'aiutarlo, senza promettere di cambiare vita essa stessa. Sapeva che molte delle sue compagne avevano iniziato il "mestiere" di malavoglia: la povertà e le privazioni le avevano costrette a cominciare quella professione, e ora non avevano il coraggio di mutare le loro esistenze, spinte non solo dai facili e cospicui guadagni, ma soprattutto dai ricatti e dalle violenze subite dai loro protettori. Ce ne erano alcune, tuttavia, che ritenevano d'aver compiuto una libera scelta, soddisfatte d'aver intrapreso un lavoro utile per la società. Si credevano, in altre parole, come delle missionarie che si differenziavano dalle suore, solo perché compivano il loro mestiere in abiti quanto mai succinti.
Durante una serata nebbiosa una di queste, un donnone, chiamata "La professoressa", per il suo passato d'insegnante in una scuola di San Paolo, prese da una parte Don Roberto e iniziò a parlare con fare altezzoso e sicuro:
«Gli uomini sposati ci stimano e ci adorano, le donne sposate, ci temono, alcune volte ci odiamo, ma molto spesso ci assolvono e ci comprendono. I preti come lei ci condannano, ma spesso ci usano come gli altri, e i più savi ci considerano una salvezza contro la disgregazione delle famiglie: meglio una puttana di un'amante sfascia famiglie, per far sfogare i maschi delusi, respinti o frustrati!».
Il giovane prete, mentre stava iniziando a blaterare qualche parola di risposta, confusa e incerta, preso in contropiede dalla provocazione della donna che cercava oltretutto di tentarlo con uno spogliarello tipo danza dei sette veli, venne salvato dall'intervento di Amanda, la sua protettrice.
L'amica, dette uno strattone tanto violento alla seduttrice, da farla cadere per terra a gambe per aria. Questa rimase stordita per un momento, poi si alzò e si allontanò in fretta intimorita dalla mole e dai muscoli del transessuale di cui ricordava un passato da pugile professionista.
L'episodio come molti altri fece scalpore nella borgata, le malelingue che fin a quel momento avevano taciuto si sfogarono improvvisamente, delle voci maligne arrivarono fino al vescovo che non attese molto tempo per convocare il giovane parroco presso il suo studio per un chiarimento.
Monsignor Luigi De Sanctis, conosceva da molti anni don Roberto, fin da quando appena adolescente, aveva iniziato a frequentare il seminario diocesano, dove seguiva con diligenza le sue lezioni di italiano e latino. Lo prese immediatamente a ben volere, per il suo impegno, scrupolosità e specialmente per l'abnegazione che dimostrava nei confronti dei poveri e in genere delle persone che si trovavano in difficoltà.
Così, inizialmente, non dette credito a quelle indiscrezioni che considerava solo delle calunnie di invidiosi e beghine. Ma, poi fu costretto, in conseguenza del clamore suscitato dalla stampa locale, a interessarsi di persona della vicenda. Di conseguenza, il giorno dell'incontro, decise di tenere nei suoi confronti un atteggiamento costantemente rigido e severo, dimenticando la cordialità e la confidenza che avevano sempre caratterizzato i loro colloqui precedenti. Anche le sue parole furono uniformate alla medesima intransigenza:
«Rimango inorridito da quello che mi riferiscono i suoi parrocchiani. Senza il mio permesso lei ha intrapreso la scorciatoia del coinvolgimento e dell'immersione nelle sofferenze e nella degradazione umana. Invece di predicare in chiesa, e dare l'esempio della virtù, affermando con decisione la superiorità dello spirito sulla carne, lei vi si è gettato dentro. Ha accettato, anzi ha ricercato l'aiuto di peccatrici per adempiere ai servizi liturgici quotidiani. Ma non le è bastato nemmeno questo, ha stretto rapporti d'amicizia con una certa signora chiamata Amanda, suscitando lo scandalo, non solo del quartiere, ma dell'intera città. Ora tutto questo deve finire. Il suo dovere è l'obbedienza. Da adesso in poi, dovrà adottare un comportamento distaccato, al disopra delle miserie umane: interessarsi della povertà e della degradazione è un bene, ma è necessario farlo con discrezione, senza gesti eclatanti, senza cercare ad ogni costo la popolarità. Lei deve essere più umile e meno ambizioso. Nonostante tutto, ho ancora fiducia in lei. La metto alla prova per un altro mese. Alla fine del quale se non cambierà il suo modo di fare sarò costretto a trasferirla in un'altra parrocchia. Le auguro comunque buona fortuna!».
Dopo un formale saluto e senza attendere alcuna replica, il prete, fu invitato gentilmente ad uscire. Il paternale del vescovo, malgrado la forza e la fermezza, con cui fu pronunciato, non generò alcun effetto su don Roberto, anzi non fece altro che convincerlo di più della validità della strada già intrapresa. Quella notte perciò, decise di ritornare sulla circonvallazione in compagnia delle sue "amiche". Tania, Esmeralda, Gigliola, Sonia, e naturalmente Amanda, discorrevano tranquille del più e del meno, in attesa che qualche cliente con il portafoglio gonfio offrisse loro un passaggio. Improvvisamente una macchina nera si fermò lì davanti. Ne uscirono tre uomini robusti; tre loschi figuri, vestiti in giacca e cravatta, cappello nero in testa e occhiali scuri: sembravano delle comparse uscite dal film The Blues Brothers. Si accostarono immediatamente al prete, lo presero di peso e lo portarono dentro un boschetto. Qui iniziarono a picchiarlo. Gli avevano già strappato la tonaca che già cadeva a brandelli, quando comparvero per difenderlo le ragazze capitanate da Amanda. Lo liberarono subito dalla morsa di quei bruti, e con calci e pugni ben assestati nei punti giusti, i più delicati e vulnerabili del corpo, li costrinsero alla fuga. Don Roberto fu portato all'ospedale più vicino. Niente di rotto, solo qualche contusione e una ferita alla guancia provocata da un coltello molto affilato. Tre punti di sutura bastarono per chiudere il piccolo squarcio sulla pelle e interrompere la perdita di sangue.
Dopo appena due giorni di degenza, il sacerdote venne dimesso. Dell'episodio parlarono con enfasi tutti i giornali della città, un titolo fra tutti:
«Prete di frontiera, martire del racket della prostituzione. Amanda e le "altre" lo salvano». Lo stesso giorno Don Roberto ritorna nella sua parrocchia accolto da una folla di gente venuta per applaudirlo. Erano presenti quasi tutti gli abitanti del quartiere e, fra questi, anche quei fedeli che avevano sempre criticato il suo operato e per quel motivo avevano fino ad allora disertato la chiesa e le sue prediche. La domenica seguente alle 21,00, venne celebrata una messa solenne di ringraziamento. La chiesa di San Giuseppe, ancora in costruzione, era gremita fino all'inverosimile.
All'interno dell'edificio ancora privo del tetto, e da cui si poteva vedere un cielo completamente stellato, erano accalcate almeno mille persone. I fedeli che non trovarono posto dentro occupavano il sagrato e la piazzetta antistante.
Il prete, al centro dell'assemblea, era attorniato dalle sue fedelissime ragazze brasiliane, vestite per l'occasione in abiti scuri molto castigati. Proprio quella mattina, infatti, avevano deciso tutte insieme d'abbandonare per sempre la strada: sarebbero diventate badanti, collaboratrici domestiche, e volontarie della croce rossa.
Il giovane ministro di Dio, dal canto suo, era molto soddisfatto. I riti lo occupavano molto, ma in alcuni momenti sembrava cadere in una specie di estasi mistica: s'estraniava dalle celebrazioni ed entrava in un mondo fantastico. Mentre ringraziava in cuor suo il Signore, osservava rapito la volta celeste: le stelle unite insieme da linee invisibili parevano formare una costellazione a forma di croce. Don Roberto non conosceva le denominazioni di quelle stelle, così immaginò di riconsacrarle con nomi di sua invenzione: Amanda, quella più grande e luminosa, era posta al centro, mentre Tania, Esmeralda, Gigliola e Sonia, più piccole, ma coloratissime, erano distribuite intorno in tutte le altre direzioni.
Il sacerdote fu portato repentinamente alla realtà dall'arrivo di una donna, la perpetua, che portava come ogni giorno la colazione. Erano le otto e doveva prepararsi per celebrare la messa e poi adempiere ai suoi doveri quotidiani. La lettera del vescovo era ancora là, chiusa sullo scrittoio. Improvvisamente si riscosse e, pieno di ardire, decise finalmente di aprire la busta e lesse:
«Carissimo don Roberto, dopo lunga riflessione sono giunto alle seguenti conclusioni: devo riconoscere che il suo comportamento ha messo me e la Chiesa in una situazione veramente imbarazzante.
Lei ha volutamente disobbedito alle mie direttive, ma ha dato prova di molto coraggio e dedizione. Tutto quello che lei ha compiuto l'ha fatto a fin di bene. Perciò la riconfermo nell'incarico di parroco della chiesa di San Giuseppe
Buona Fortuna!
Firmato: Mons. Luigi De Sanctis»

Corrado Portelli


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 Ins. 05-04-2008