Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Christian Bigiarini
Con questo racconto ha vinto il quarto premio al concorso
Age Bassi - Castiraga Vidardo 2005, sezione narrativa

«Puttana»


«Cazzo ma fa la troia!» mi disse una volta uno. «E allora?» dico io...
«Mica sempre il mestiere si può scegliere». A volte ti capita, ti tocca.
Mica chi fa il muratore o il boscaiolo ha scelto di farlo. Mica ha scelto di faticare come una bestia fino a sessant'anni, gli è capitato, gli è successo e basta. E lo fa con orgoglio e caso mai anche bene. E così la troia, anzi la prostituta - cominciamo ad usare termini appropriati per favore - ti succede. Una mattina ti alzi, e non sai come andare avanti, non hai i soldi per comprare da mangiare, non quelli per il cappuccino e la brioche, quelli per il pane, capito! Il pane! E allora accetti anche quel destino e vai per strada. Mostri le cosce, qualcuno si ferma, ti chiede quant'è e così porti i soldi a casa. E io devo accettarlo, perché con quei soldi ci mangio anch'io. E te mi vieni a dire «ma fa la troia?». Ma te che cazzo ne sai, che cazzo ne sai della vita! Te che fai tanto il fighetto con la macchina bella e i vestiti belli e poi la sera quando non ti vede nessuno vai a troie. Vai per la strada anche te e magari vai da qualche travestito che sotto sotto sei anche finocchio, ma non lo puoi ammettere, no perché sei un fighetto di buona famiglia e la mamma ne morirebbe. Te fighetto da quattro soldi mi dici scandalizzato «cazzo ma fa la troia!». E non mi chiedi per esempio perché non vado io a lavorare e lascio lei a casa. No, quello non ti passa neanche per l'anticamera del cervello, ti scandalizzi solo che io lo accetti o che apparentemente non mi pesi. Beh devi sapere, fighetto, che mi pesa e anche molto, non ci dormo la notte io. Però non mi faccio solo mantenere. Io a lavorare ci vado, lavo i piatti io.
Quelli che sporchi te quando con la fidanzata fighetta vai al ristorante da fighetti e non lo sai che la dietro c'è uno che ti lava i piatti.
E non lo sai che con settecento euro al mese non si va avanti. Quando devi pagare l'affitto, la luce il gas settecento euro non bastano. Ma che ne sai te che settecento euro li spendi in due sere, che cazzo ne sai te! E mi viene a dire «cazzo ma fa la troia!». Ma che vuoi da me!
Te vivi in un altro mondo perché cazzo devi giudicare me e le mie scelte. Pensa alla tua bella macchina e a comprarti l'ultimo modello di Nike che sennò non sei alla moda. Oppure l'ultimo cellulare da cinquecento euro, quello che fa le foto e fotografati quella testa di cazzo che ti ritrovi. Ma hai idea di quanti piatti debba lavare io per comprarmi un cellulare come quello? No che non lo sai perché per te quelli che lavano i piatti neanche esistono. E mi dice «cazzo ma fa la troia!». E me lo dici con disprezzo. È quello che mi da fastidio, il disprezzo, lo schifo che sento nel tono della tua voce. Te che neanche la conosci, te che non hai idea di che persona sia. Ma a me di quello che pensa uno come te non me ne frega proprio niente. Si fa la prostituta e allora? A me piace lo stesso.
Quando esce di casa super truccata, con la pelliccia, quella corta - ecologica chiaramente - perché la sera fuori fa freddo, a me piace. A me piace lo stesso. Perché io guardo oltre, non come te fighetto, che ti fermi alle calze a rete e non sai, però giudichi.
Io la osservo mentre si prepara: si mette la gonna fucsia con le calze a rete e le scarpe fucsia che sono proprio trash - per usare un termine che ti piacerebbe fighetto.
Si mette un body nero, di quelli che strizzano in vita e mettono in risalto le tette, così sembrano più grosse dice lei. E poi la parrucca che fa tanto vamp. E a me piace lo stesso. Si accorge che la sto guardando e mi regala uno dei suoi sorrisi, uno di quei sorrisi «Durbans» come lo chiama lei, che mi riempiono il cuore. Quello stesso cuore che perde un colpo appena se ne va.
Perché là fuori è pericoloso, caro il mio fighetto, te non lo sai perché nel tuo mondo patinato non succede, ma là fuori è pericoloso. Si incontra gente di ogni tipo. C'è quello educato e pulito, ma c'è anche quello maleducato e sporco. E poi c'è quello violento. È quello che mi preoccupa, quello che si diverte a farti male. Quello non mi fa dormire la notte.
Io l'aspetto tutte le sere. Che siano le quattro o le cinque non importa. Io l'aspetto. Faccio finta di dormire, perché lei non vuole, ma sono sveglio e finché non la sento rientrare non sto tranquillo. Per il suo compleanno le ho regalato uno spray al peperoncino. Uno di quegli spray che bruciano gli occhi. Così sto un po' più tranquillo, perché là fuori non si sa mai.
Vorrei andare con lei la sera, per controllare che non le succeda nulla, ma lei non vuole, dice che devo riposarmi.
Capito fighetto? Lei si preoccupa per me! Trova il tempo anche per quello. Stasera poi è bellissima, stasera si è messa la parrucca che piace a me, quella azzurra. E la borsa in tinta perché lei è attenta al look. Stasera si è truccata più del solito, ma credo lo faccia volutamente. Credo si trasformi apposta per somigliarsi il meno possibile. Non è la solita persona. Stasera non sembra neanche più la mia mamma.

Christian Bigiarini


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Age Bassi - Castiraga Vidardo 2005

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 Ins. 20-09-2008