Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti

Anna Maria Darini

Con questo racconto ha vinto il quinto premio del concorso Club Poeti 1999, sezione narrativa

 
 
La maschera
 
La maschera è una convenzione che gli altri ci fanno indossare.
È mio desiderio eliminare negli altri ogni idea che si possono fare di me.
L'unico modo per riuscirci è costruire pezzo a pezzo il vero 'me stesso' e mostrare alla gente quale realmente sono.
Lo so, è un duro lavoro ma penso ne valga la pena.
Solo allora gli altri potranno apprezzarmi e io sarò libero di agire liberamente.
Potreste paragonarmi alla testuggine: scorza rigida fuori, cuore tenero dentro.
Pronta a ritrarsi davanti al pericolo, ma ferma lì finché non è passato.
La gente non mi conosce. Forse, direi quasi certamente, la colpa è mia.
Spesso mi risulta difficile esternare i miei veri sentimenti, esprimere i miei pensieri.
Disordinato, idealista, individualista, pigro, riservato, soggetto a sbalzi d'umore, troppo spesso fantastico.
Lasciatemi i difetti, ma sappiate riconoscere i miei pregi.
L'amore... è una faccenda strana.
Vorrei trovare un manuale che riuscisse a chiarirmi tanti dubbi... ma i sentimenti non si imparano sui libri.
L'amore... è un sentimento importante anche se credo più nell'amicizia, lo vedo come un sentimento più duraturo, o forse... solo meno coinvolgente... ma neanche questo è vero.
Sono solo. Ma non per questo lo desidero.
Un uomo isolato non serve nemmeno a se stesso.
Lo so, ci vuole forza di volontà per riuscire ad uscire dal guscio... ma credo anche nel destino... mi piace lasciare che certe cose accadano da sole... senza forzare gli avvenimenti.
L'importante è saper cogliere le occasioni che si presentano davanti a noi.
Non sopporto la normalità, la monotonia.
Una vita e un lavoro, così impostati, rappresenterebbero la morte intellettuale e creativa.
Amo la gente, mi sforzo di capirla.
Starei ore ed ore fermo ad osservare le persone, a studiare i loro gesti.
'Lealtà' è una parola d'ordine.
'Amicizia': un elemento essenziale e confortevole.
'Sensibilità' una fregatura... ma senza di questa la vita sarebbe insignificante.
'La morte'... non mi spaventa.
Quel che mi preoccupa è una morte precoce
- che non mi permetta di arrivare ad un 'equilibrio interiore' e quindi non raggiungere la meta;
- che non mi lasci realizzare i sogni... grandi o piccoli che siano.
Ma la morte più grave è la morte di un grande sogno, la perdita di ogni ideale. Ti distrugge moralmente. Questa è la morte.
Talvolta ho paura di vivere e nell'incertezza lascio fuggire alcune situazioni, ma che importa, ciò che conta è un rimpiangere ciò che non si è fatto.
Io non rimpiango il passato, tanto meno il non vissuto, rimpiango solo quel che ho sognato.

 

Classifica Concorso Club poeti 1999 sezione narrativa
 
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inseritoil 28 magio 1999