LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Pietro Pappalardo
È nato sulla divina Costa d'Amalfi a Cetara, quarantadue anni fa. È dirigente comunale nel settore della Finanza locale. Attualmente, da laico, studia presso l'istituto superiore di Scienze Religiose Amalfi/Cava per conseguire la laurea in Teologia. Nonostante gli studi scientifici ha sempre prediletto con smisurato amore le materie umanistiche che lo rendono un poeta, un romantico e un passionale. Ha scritto opere e saggi ancora inediti, numerose epistole e articoli giornalistici. "Una nuova primavera" edito da Bruno Cerino è la sua prima pubblicazione ufficiale, candidata al premio letterario "L'Iride - Centro d'Arte e Cultura" indetto dalla Città di Cava de' Tirreni, nonché ad altri importanti concorsi nazionali.

 

Abbandonarsi
 
Affannosa era la notte
dal respiro d'aliti profondi
quando la stella che sempre
t'accompagna bussò alla
porta dei miei pensieri.
D'aurea luce brillava
la scaltra luna e,
giocando
a nascondino con le stelle
si tuffò nella culla della speranza
per tener compagnia alla mia angoscia.
Come gelida morsa di pesanti catene
mi sobbarcò il destarmi.
Silenzio.
Silenzio e poi silenzio ancora.
Fuggire.
Voler morire, morir nel nulla.
Ma, quella luce era di fuoco e
mi condusse per mano
dove mai arriva la mente
a conoscere verità
mai conosciute.
D'un sudore caldo vestito
il vuoto riuscivo a vedere.
Il solo pensarti mi rigenera.
Rinasco
e,
se mi addormento è soltanto
per aspettare il domani.
Allora vorrei essere un bambino
o fors'anche un vecchio.
Ti cercai per trovarti e
ti trovai,
nel tuo gioco m'abbandonai
per essere chi sono.
 
 
Aspettando una nuova primavera
 
Calde e serene
le sere regala
il mese di Maggio.
La pallida luna
conta le stelle
e insieme osservano
il volo delle rondini,
insieme ascoltano il canto
degli uccelli migratori.
Scorre il fiume
senza far rumore.
Il mare azzurro e verde,
silenzioso e libero,
calmo e sereno,
infinito e immenso
non si muove,
non si scopre,
si è nascosto
unendo i suoi colori
al cielo.
I fiori nei campi
profumano
l'aria d'amore
e svegliano
il Gigante dal sonno.
La rondine,
prigioniera tra le mura
del confine invalicabile,
ha generato una nuova vita.
Là,
dove il mare
si tuffa nel cielo,
aspetteremo
una nuova primavera
che è già arrivata.
 
 
 
Costa d'Amalfi
 
Piante selvatiche colorate
spuntano a bocca aperta
per la gran sete dalla
roccia viva a dare il
benvenuto a chi tra le tue coste
incantato arriva.
Alte e frastagliate baciano
dolcemente il mare
vogliose come ragazzine
innamorate di non farlo
fuggire dalla rete dei fitti
e seducenti pendii,
per non perdere il gusto soave
del suo abbraccio.
Sempre il mare birichino
le schernisce con la
furtiva carezza di un momento,
poi lesto la mano ritrae e
desolate le lascia a rimirar
bagnati i piedi della bianca,
lasciva, effervescente schiuma
di sale che col rastrello i pescatori
raccoglieranno nel mese d'Agosto.
Grosse radici di pini secolari
sollevano il terreno a zolle
s'inerpicano con le immense fronde
a ombreggiar il ciel sereno.
Rigogliosi ulivi sempreverdi,
secche carrube dal viscido sapore,
spinosi fichi d'india che da bambini
raccoglievamo coll'affilato coltello
stretto con lo spago delle reti alla punta
della canna per tagliare le pacche,
profumati limoneti dall'acre odor
dell'acqua di mare che l'aspro sugo
gli occhi fa lacrimar,
son degni figli tuoi.
 

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Inserito il 4 giugno 1998