Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Loriana Rinieri Tassinari
Ha pubblicato il libro
 
 
 

 

 

 

Loriana Rinieri Tassinari, Vid dei laghi
 
Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) 15x21 - pp. 172 - Euro 12,94 - ISBN 88-8356-332-8
Prefazione
Capitolo I
Capitolo II

Prefazione
Che possiamo fare quando il mondo di oggi non sembra offrirci altro che un'esistenza un po' superficiale e fret-tolosa, dominata dalle illusioni?
Possiamo metterci a correre dietro al denaro e agli oggetti che ci può offrire.
Oppure possiamo lottare per una posizione sociale più elevata.
O cercare un matrimonio scintillante: una cartolina patinata che faccia invidia a tutti.
Oppure no.
Milena, la protagonista di Vid dei Laghi, guidata da un sogno e da una diapositiva misteriosa, sceglie di tornare alla natura e alla sua forza primigenia.
E così, di fronte alle lusinghe dell'oggi, fa un passo indietro. O forse un passo in avanti...
 

Stefano Bordiglioni

A Fabrizio, appassionata presenza

della mia vita, ed ai nostri figli,

che cominciano a volare da soli

Vid dei laghi
Capitolo 1
 
Sovrimpressione
 
L'abitazione è deserta. La scatola trasparente fa un leggero ticchettio quando la tolgo dalla borsa. Sono troppo impaziente di vedere la 'signorina' molisana che ha stregato Gianluca; non attenderò che rincasi.
Si sono incontrati in campeggio, nei pressi di Vieste e, da come ne parla, si direbbe che ne è veramente innamorato. Arcangela ha detto questo, Arcangela ha fatto così, Arcangela invece... Ho chiacchierato con lei al telefono e, dalla voce, sembra gentile, nonostante il buffo accento sudista.
Sistemo le diapositive in un contenitore, installo il proiettore e chiudo le persiane. Le immagini scorrono sulla parete bianca. Le spiagge pugliesi fanno da sfondo alle grosse moto. Le passioni di mio fratello restano invariate: ancora motociclette, un insieme di tende disordinate e qualcuno dei suoi amici. Altri particolari della vita di mare ed il gruppo degli undici centauri scalmanati al completo, in costume da bagno, coi caschi in mano e gli sfavillanti bolidi d'acciaio ben allineati sul fianco. Il panorama delle diapositive cambia con l'apparizione di qualche ragazza: ora c'è il mare e le coppie occupano il posto d'onore. Matteo ed una biondina, Otello con una bruna dall'aria timida, Federico con lo sguardo perduto in adorazione di una provocante bellezza in topless, infine una madonna dai lunghi capelli neri con una camicia a quadri che riconosco fin troppo bene: è la mia! Mi vendicherò, ma nel frattempo Gianluca mi sentirà. Regalare la mia camicia dopo avermela rubata! Non posso neanche sperare che torni a riprendersela, gli amori delle vacanze sono destinati a finire con l'autunno. Si telefoneranno fino all'arrivo della prima bolletta esorbitante, poi lo faranno più raramente ed infine dimenticheranno di essersi scambiati promesse di un amore eterno. Qualche nuova fiamma da discoteca riscalderà le fredde serate invernali.
Gianluca assicura che ciò non accadrà. Non questa volta! S'incontreranno a mezza strada, in fondo sono tutti e due economicamente autonomi, anche se vivono con le rispettive famiglie. Comprerà un'auto di seconda mano per muoversi più liberamente all'arrivo del brutto tempo. 'Un'auto?' Non credevo alle mie orecchie quando l'ha detto. Fino ad ora non aveva neppure messo in previsione di abbandonare l'adorata moto: quella ferraglia era al primo posto nei suoi sogni, le ragazze occupavano solo il secondo, ma il distacco era enorme. Persino con il ghiaccio, la nebbia e la pioggia continuava ad usare il suo cavallo a due ruote, perché gli infondeva un senso di libertà.
Gli occhi scuri di Arcangela hanno invertito l'ordine delle priorità; forse sei proprio fregato fratello. Se continuerai a vederla, presto penserai anche ad una casa, poi arriveranno dei figli ed in un battibaleno sarai un vecchietto che porta al parco i nipotini.
Che meraviglia sarebbe! Disporrei finalmente della sua stanza che è quasi il doppio della mia, non dovrei più litigare per i turni in bagno, per i miei maglioni migliori che si ostina ad indossare anche se gli stanno piccoli, per i compact disc che prende a prestito e non restituisce mai. Inoltre avere una 'sorella' può presentare dei vantaggi. Se ha qualche anno più di me ed è sposata potrebbe darmi consigli in materia di uomini. Non ho una strategia precisa ed il mio atteggiamento brusco, dovuto alla timidezza, intimorisce l'altro sesso.
Sono sempre leggermente a disagio, a volte ho l'impressione di essere nata al momento sbagliato e nel luogo sbagliato e desidero isolarmi dalla gente per rifugiarmi fra gli animali; con loro trovo sempre modo di comunicare. Eppure sono una ragazza moderna, persino il mio corpo è come lo impone la moda: asciutto e forte, per il nuoto, lo sci e la corsa che pratico. Ho i capelli corti, castano scuri e occhi di un colore azzurrogrigioverde, cangiante alla luce del sole. Alessandro, un amico fotografo, una volta li ha definiti 'color lago', una vera meraviglia. Gli sarei saltata al collo per baciarlo per questo apprezzamento, però la sua giovane moglie mi stava osservando, furiosa.
Arcangela è carina, tuttavia non eccezionale e questo la rende più accettabile, perché non scatena invidie né complessi di inferiorità; non è il genere di donna che polarizza l'attenzione di una comitiva. Un metro e settanta direi, arriva al naso di Gianluca esattamente come me, un po' rotondetta, ma si sa che le orecchiette non perdonano, occhi scuri sognanti e sorriso aperto. Mi piace; il fratellone ha avuto buon gusto. I due innamorati sdraiati sulla sabbia in costume, in mare, su di una barca, sulla moto, sorpresi abbracciati dentro una tenda, vestiti per una serata in discoteca; lei ha una minigonna che dà risalto alle lunghe gambe abbronzate ed un top attillatissimo che, più che coprire, sottolinea.
Le vacanze volgono al termine, le moto sono cariche fino all'inverosimile e tutti hanno visi affranti. Arcangela in primo piano: quegli occhi tristi hanno acquistato una profondità che fa pensare ad un sentimento vero.
Spingo il pulsante ed un'altra immagine viene proiettata contro il muro. Siamo alle solite! Due diapositive si sono sovrapposte. Ho detto migliaia di volte al fotografo che preferisco le cornici di cartone a quelle di plastica: sono più spesse e non creano problemi al nostro vecchio diapositore. Non riesco proprio a farmi intendere.
Gianluca apre la porta: "Ciao Milena, non ti avevo sentito rientrare. Che cosa stai guardando?"
"Le tue diapositive, le ho ritirate rincasando. Accendi la luce e controlla, queste due si sono incastrate".
"L'effetto però è suggestivo". Al suo commento osservo l'immagine: la finestra del nostro soggiorno, con ai bordi un piccolo scorcio di giardino, è aperta sulla riva di un lago. In primo piano c'è un albero maestoso. Bellissimo. Respiro profondamente, ho l'impressione di averlo già visto, di conoscere quel tronco vecchio di secoli.
"Dov'è quel lago Gianluca?" Non risponde subito, come me è affascinato dalla strana composizione che comunica una pace inconsueta. Pace? No! Direi piuttosto un bisogno assoluto di... di che cosa?
"Adesso libero le diapositive, forse mi verrà in mente che posto è. Avevo fotografato il giardino per terminare gli scatti, poi l'ho data a te".
"Io ho solo tolto il rullino".
Accende la luce e scopriamo che la creazione fantastica è frutto di due scatti sovrapposti. Gianluca non ricorda di aver mai visto quell'albero e tanto meno il limpidissimo specchio d'acqua, sicché mi diverto a prendermi gioco di lui: Arcangela l'ha veramente ammaliato.
Chiederò informazioni agli altri ragazzi, sarebbe una meta ideale per le mie vacanze. Tre settimane ancora, tre settimane mi separano dal sogno di tutto l'anno, uno splendido viaggio in completa libertà. Partiremo in quattro, le amiche inseparabili di sempre. A dire il vero non abbiamo ancora raggiunto un accordo sulla destinazione, probabilmente con gli anni siamo più esigenti e meno tolleranti. È così che si diventa zitelle? Che abbia ragione mia madre? No. Non a ventidue anni. Loretta vorrebbe andare al mare, a lei interessa solo la tintarella che fa risaltare i suoi occhi verdi e le permette di indossare strepitosi abiti scollati. Per quello che le importa potrebbe anche stendersi sul nostro prato ed arrostirsi da mane a sera, purché qualcuno la svegli in tempo per la discoteca o meglio ancora per qualche festa chic.
Anna Maria è rotondetta e piccolina, complessata a causa della sua taglia, perciò vorrebbe evitare le spiagge per non dover soffrire in costume. La sua vacanza ideale è fra musei e città d'arte. Franca, l'atleta del gruppo, vorrebbe inforcare la bici e pedalare verso la montagna, dormire in tenda ed arrampicarsi sulle vette più alte.
A me tocca fare da jolly, forse perché non ho ancora scoperto qualcosa che mi appassioni profondamente. Animali e piante mi sono congeniali, però rappresentano il mio mondo di lavoro per undici mesi all'anno, perciò ho deciso di esplorare qualche altro campo. Questa volta sarà un compito molto arduo mettere d'accordo quelle tre.
Ho voglia di un posto come quello della diapositiva, di un bel ragazzo col quale vivere un momento romantico, magari di castelli. La valle della Loira, quella del Reno oppure la Valle d'Aosta. Sì, proporrò un viaggio del genere, forse troveremo uno stimolo per la fantasia di tutte quante. Due settimane di vacanze ed un fondo spese non esageratamente brillante non permettono grandi follie.
Loretta potrà arrostirsi in riva ad un lago o ad un fiume, Franca nuoterà per tenere in esercizio i muscoli di cui è tanto fiera ed Anna Maria scoverà qualche paese con reperti archeologici o dipinti 'insuperabili', l'Europa ne è piena.
 
 
Agosto
Ho conosciuto Arcangela. Inaspettatamente è riuscita ad avere altri giorni ed è venuta da Larino con quattro amiche per fare le ferie sulla riviera romagnola. Non è stato possibile trovare un campeggio - la settimana di ferragosto! - così abbiamo convinto i miei genitori che potevano sistemarsi nel nostro giardino ed utilizzare il bagno della zona giorno. È stato un autentico divertimento per me e Gianluca. Lui aveva il suo amore sotto gli occhi ed io un'ottima comitiva per uscire ogni sera. Scortare le nostre ospiti a conoscere i luoghi interessanti della zona era un dovere, persino i miei genitori mi risparmiavano le solite prediche! Peccato che durante il giorno non potevo accompagnarle in spiaggia, sono una donna in carriera molto responsabile.
Arcangela non ha la testa fra le nuvole come mio fratello, anche se hanno entrambi ventiquattro anni. È molto più matura, ma è logico, è una donna! Fa la commessa in un grande magazzino ed appena arrivata qui si è recata alla filiale locale per verificare la possibilità di ottenere un trasferimento. La direttrice è rimasta favorevolmente colpita e le ha promesso di considerare la sua richiesta. Ha le idee chiare la ragazza. Anche troppo direi! Come può pensare di vivere con un estraneo dopo averlo frequentato sì e no per una settimana? Decidere così su due piedi della propria vita è da incoscienti.
Gianluca non si è scomposto minimamente quando gliene ho parlato, anzi mi ha squadrato dall'alto in basso dicendomi che non potevo capire, perché non mi sono mai innamorata. E la storia con Gianni? Avevo solo sedici anni e ci siamo scambiati appena un bacio, ma sono stata male per due mesi quando ci siamo lasciati. Con Matteo invece ci siamo frequentati per due anni! Cosa crede che siano rapporti ravvicinati con extraterrestri? Litigavamo spesso, però ridevamo tanto insieme. Eravamo più portati all'amicizia che all'amore e quando ce ne siamo resi conto ci siamo separati di comune accordo, senza tragedie.
Se Arcangela si trasferirà nei paraggi convincerà il fratellone a sposarla. È a questo che mira. Viene dal sud e 'sistemarsi' è il primo pensiero di ogni ragazza. I genitori non la lasceranno libera se le nozze non sono imminenti e sicure.
Papà è abbagliato da lei, mamma invece, pur ammettendo che è carina trova eccessivo il suo modo di accaparrarsi Gianluca, perciò non ha indugiato ed in pochi giorni ha ottenuto un rapporto dettagliato sulla sua famiglia dalla solita amica di un'amica, di un'amica...
Per questa sera abbiamo organizzato una festa: salsiccia ai ferri, piadina e dolci molisani preparati dalle ragazze di Larino; guarderemo le foto e le diapositive delle vacanze sul Gargano assieme a tutta la combriccola che vi ha partecipato e, per finire, andremo alla valle del Vento, un cucuzzolo nell'Appennino, lontano dalle abitazioni. È un luogo fantastico per apprezzare lo spettacolo delle stelle cadenti nella notte di San Lorenzo.
I miei genitori sono stati molto comprensivi, li adoro quando si comportano così! Per lasciarci liberi se ne sono andati a cena fuori ed hanno assicurato di non tornare prima di mezzanotte. Otello, il primo a spuntare, fa coppia fissa con una delle nuove arrivate, tuttavia non ho pietà dei suoi occhi languidi e gli rifilo una borsa con il necessario per un'apparecchiatura 'in plastica'. Alla tavola e sedie ha pensato mio fratello ed ora sta accendendo la carbonella per la grigliata.
Matteo mi raggiunge in cucina e mi aiuta a pulire la verdura per il pinzimonio. Siamo rimasti buoni amici, parliamo di ogni cosa, dai nostri sogni alle noie che abbiamo sul lavoro. Cerca di convincermi a flirtare con lui per ingelosire Marina, una nostra vicina di casa. Mi ripugna fare uno sgarbo a quella ragazza e tento di persuaderlo che non è il modo giusto per cominciare un'avventura, comunque gli prometto il mio aiuto per attirare l'attenzione di Marina su di lui. Matteo, di buon umore, mi fa un resoconto sul recente viaggio. È il più istruito del gruppo dal punto di vista artistico e, stranamente, si interessa anche di bellezze naturali. Mi parla del Parco degli Abruzzi, dei trulli di Alberobello che hanno visitato in un giorno afoso e delle meraviglie del Gargano. È proprio un ragazzo in gamba.
Dopo cena ci pigiamo tutti quanti in soggiorno, ci scambiamo gli album di foto, ridiamo per gli aneddoti piccanti, legati a certe istantanee e, come ogni anno, ci riproponiamo di fare, tutti insieme, qualche giorno di ferie a Natale. Naturalmente finirà come sempre: le femminucce da una parte, i maschietti dall'altra e le coppiette faranno storia separata. Infine proiettiamo le diapositive di Gianluca.
Un'insolita euforia si sta impadronendo di me, sono seduta accanto a Matteo e, senza riflettere gli stringono la mano. Mi mette un braccio sulle spalle e mi sussurra all'orecchio: "Che ne dici se ci riproviamo, Milena?" Rimango perplessa, forse adesso che siamo più maturi potrebbe funzionare, abbiamo tanti interessi in comune. Ci baciamo. C'è dell'affetto fra di noi, è innegabile, comunque non è sufficiente per una vita a due. Abbiamo già avuto la nostra opportunità, ricominciare sarebbe uno sbaglio. Il bacio non era 'speciale'. L'amicizia è l'unico sentimento che ci lega. Un coro di commenti ha fatto seguito alla nostra effusione. Ignoriamo la compagnia senza dare spiegazioni.
"Non funzionerebbe, tu pensi a Marina ed io ho in testa quel lago". Mi squadra perplesso: "Che lago?" Sono sorpresa dalle mie parole, in ogni modo mi rendo conto che è proprio così. Mi basta chiudere gli occhi per vedermi ai piedi del magnifico frassino nero, sulla riva di quello specchio d'acqua.
"Ora vedrai".
Nessuno ricorda quello scorcio da favola, tutti assicurano di non essere mai stati lì; sono posti sconosciuti anche alle ragazze di Larino. Il mistero s'infittisce. Domani mostrerò la diapositiva anche ai miei genitori, forse loro avranno un'idea. Potrebbe essere un'immagine trasmessa in televisione, forse era accesa e Gianluca ha scattato un'ultima foto per sbaglio. È una spiegazione plausibile, eppure ho la sensazione di conoscere quell'albero e quello specchio d'acqua, di essere stata ancora a passeggiare su quelle rive. Penserei di esserci stata in una vita precedente se credessi nella reincarnazione.
Rimango assorta nelle mie fantasticherie per tutta la serata, estraniandomi dalla compagnia. Verso mezzanotte usciamo da casa per raggiungere la valle del Vento che non smentisce il suo nome neppure in agosto; persino in una serata serena e calda come questa c'è brezza. Il silenzio delle colline circostanti è turbato dal nostro rumoroso arrivo; ci stendiamo sull'erba a scrutare il cielo. Le luci della civiltà sono lontane e la volta celeste si è impreziosita di mille gioielli sfavillanti, per la sua serata di gala. La grandiosità dello spettacolo conquista tutti, poco a poco le chiacchiere cessano ed ognuno si concentra sui desideri che vorrebbe vedere esauditi dalle stelle cadenti. Una scia più luminosa delle altre mi sfreccia davanti agli occhi: le affiderò quel sogno romantico che non riesco neppure a formulare. Mi esaudirà! Sono pronta ad abbandonare le certezze della casa paterna per misurarmi col mio destino.
 
 
Sto facendo il conto alla rovescia, solo tre giorni mi separano dalle vacanze. Ho radunato un bel numero di cataloghi, cartine stradali e libri per tracciare un itinerario di viaggio con Franca, Anna Maria e Loretta, le mie amiche.
La decisione non è semplice. Conciliare mare, montagna, voglia di ginnastica e d'arte non è un problema da poco. Ci siamo mangiate tutte le patatine, le noccioline ed il pop corn che avevo preparato, ci siamo scagliate le une contro le altre, abbiamo sfogliato e risfogliato il materiale illustrativo che ognuna aveva portato, guardato e riguardato i diversi percorsi e non siamo approdate a nulla.
Mi alzo per prendere qualcosa da bere, con tutto questo cianciare ho la gola secca. Il quotidiano è in terra, lo raccolgo e l'appoggio sul tavolo. Il titolo in prima pagina, 'Disordini in Iugoslavia' è su quattro colonne. La gente non impara mai! Mi soffermo a leggere il trafiletto in grassetto: le varie etnie si stanno contendendo la supremazia dei territori, ci sono sempre più spesso rumori sulla divisione della Confederazione. Se continueranno scioperi, manifestazioni ed attentati terroristici finirà veramente con una guerra. Speriamo che la mia visione pessimistica sia sbagliata.
Ritorno in soggiorno con le bibite, distratta da quei pensieri e trovo tre arpie che stanno litigando con una determinazione pericolosa.
"Smettetela e dimenticate il Gargano, il mare calabro, l'itinerario d'arte etrusca e la pedalata sui monti Sibillini!" Sono talmente sorprese dalle mie parole che mi lasciano terminare indisturbata: "Ora andiamocene a dormire; domani sera ognuna proporrà una meta diversa e se non ci accorderemo, faremo ferie separate. Non voglio bisticciare per delle stupide vacanze".
La mia presa di posizione dittatoriale è aspramente criticata dalle altre, d'altronde è perfettamente inutile continuare ad azzuffarsi. Sono arrabbiata con me stessa e con le mie amiche; possibile che in quattro non si riesca ad accordarsi neppure su una questione tanto insignificante? Ed abbiamo il coraggio di criticare chi scatena una guerra!
Il giorno successivo, all'uscita dal lavoro, passo da Alessandro, il fotografo, per mostrargli la diapositiva sovrapposta; la proietta su un grande schermo per poterla osservare meglio e, squadrandomi in modo strano, mi chiede se ho poteri paranormali: a quanto pare certe persone riescono ad impressionare la pellicola con la forza del pensiero.
Rido per l'ipotesi sballata, non riuscirà a rifilarmi una spiegazione irrazionale. Prima che possa rispondere entrano dei clienti, una coppia di mezz'età. La donna consegna dei rullini, mentre il marito osserva la veduta incuriosito: "È un montaggio bellissimo, complimenti signorina. L'Albero della Natura col suo lago trapiantati in una casa. Non afferro il messaggio, ma l'insieme è sorprendente!" La moglie si è girata verso lo schermo: "È un invito alla pace? Ne hanno proprio bisogno a Plitvice!"
L'uomo mi sorride: "Siamo appena tornati dalla Iugoslavia. Quei laghi sono incantevoli, non trova? Malgrado la grandissima affluenza turistica hanno conservato intatto il loro fascino misterioso. Anch'io ho fotografato l'Albero, diversi scatti, purtroppo non sono un artista come lei. Ha colto lo spirito del luogo".
Alessandro ed io siamo rimasti a bocca aperta. Sono turbata da quelle parole e sconcertata da tutta la storia. Possibile che la mia finestra sia affacciata su uno specchio d'acqua iugoslavo? Nessuno di noi c'è mai stato, sarà senza dubbio uno scherzo dello sviluppo, la nostra pellicola si sarà appiccicata a quella di uno sconosciuto. Sì, è l'unica spiegazione plausibile, dal momento che il fotografo esclude che si tratti di un'immagine televisiva come avevo ipotizzato.
Ritrovo la parola per dire che è opera di mio fratello e chiedo se sono assolutamente sicuri di riconoscere il posto. La signora mi sorride e mi dice che un frassino tanto vecchio ed una leggenda tanto dolce non si dimenticano facilmente, comunque sarà felice di mostrarmi le foto domani sera quando verrà a ritirarle. La ringrazio per la cortesia e saluto i due coniugi che se ne vanno.
Alessandro è ancora convinto che mi stia prendendo gioco di lui. Gli lascio la diapo per farne un paio di copie fotografiche, quindi passo in libreria a comprare una guida della Iugoslavia e mi precipito a casa per leggere ciò che riporta su Plitvice. È una delusione, si dilunga in orari di apertura e chiusura del parco ed assicura che è un luogo incontaminato, tuttavia l'elenco di ristoranti, alberghi, campeggi e negozi della zona è impressionante e sembra smentire l'affermazione.
Con poche, laconiche righe il libro accenna ad un frassino nero, vecchio di parecchi secoli, conosciuto come l'Albero della Natura, protagonista di una leggenda romantica: ogni anno, al primo plenilunio di settembre una vergine, che impersona la Natura, viene data in sposa all'Albero, che simboleggia lo Spirito protettore dei laghi. L'ufficio turistico di Stato organizza un'importante manifestazione alla quale i visitatori sono invitati a partecipare attivamente, indossando costumi tradizionali.
Sto ancora leggendo quando arrivano le tre grazie. Loretta vedendo la guida della Iugoslavia storce la bocca, poi alza le spalle: "Perché no?" Anna Maria e Franca dichiarano di non aver proposte alternative e sono finalmente d'accordo con me. Sono soddisfatta, anche perché temo che non avremo una seconda opportunità di visitare quei posti, c'è una guerra nell'aria. Non correremo pericolo, poiché le rotte turistiche sono ancora sicure, così almeno garantiscono i giornali.
Tracciamo un itinerario di massima: Postumia, Rovigno, Brioni, l'isola della residenza privata di Tito, il defunto dittatore, aperta da poco al pubblico, Pola ed il dieci di settembre saremo a Plitvice per assistere alla festa folcloristica. Siamo nuovamente un gruppo di amiche e non quattro furie sbraitanti. Ridiamo, scherziamo, siamo di ottimo umore, trascorreremo dei bei giorni insieme.
Ci uniamo ai ragazzi che, invece, sono giù di morale per l'imminente partenza di Arcangela e delle compagne. Gianluca è intrattabile. È in fondo al giardino con la sua bella e parlano fitto fitto. Credo proprio che la rivedremo presto, con o senza lavoro. I miei genitori sono entusiasti; ho sentito mamma che parlava al telefono con sua madre: si considerano già 'parenti'. Evidentemente il rapporto che le ha fatto l'amica sulla 'nuora' è stato soddisfacente. Ho avuto modo di chiacchierare con Arcangela e mi sono convinta che è il tipo adatto per il fratellone. Sorrido all'idea di entrare in possesso della sua grande camera da letto. Potrò sistemarci lo stereo con nuove gigantesche casse, comprarmi qualche attrezzo ginnico, persino un divanetto.
Ritorno alla realtà per accogliere Marina. La ragazza si è unita alla comitiva dietro mio invito; si era accorta delle timide attenzioni di Matteo e cercava un'opportunità per stargli intorno. Si intendono bene credo ed io sarò testimone di nozze di uno dei due. Accidenti, un'altra estate così e saranno tutti sposati! Resteremo solo noi quattro 'moschettiere', come ci definiscono gli altri.
Me ne vado a letto perché domani mi aspetta una giornataccia; devo controllare due giardini e preparare sei cani, tre gatti, due tartarughe, un pappagallo ed un affettuoso serpentello per la riconsegna ai legittimi proprietari. Fortunatamente il mio capo, il signor Giovanni, preferisce riservarsi liberi i fine settimana di luglio, così potrò partire di sabato.
Mi ha proposto di entrare in società con lui ed al rientro dalle ferie, se sono d'accordo, faremo tutte le carte necessarie. Nei tre anni che sono stata alle sue dipendenze sono diventata il suo braccio destro, anzi spesso è lui a chiedermi consigli. Mi sono bastati pochi mesi per conoscere le malattie e le carenze delle piante che lui curava, per imparare come potare un albero o un cespuglio, quando seminare un prato o come formare un bel parco; in poco tempo sono diventata la preferita dagli animali che ci vengono affidati per brevi soggiorni. Gli altri dipendenti mi trattano con rispetto, anche se all'inizio ho faticato a guadagnarmelo.
Appena diplomata ero stata assunta come ragioniera, ma dopo tre giorni di conti sbagliati ero sull'orlo del licenziamento, così ho proposto di rimanere come manovale. Il mondo 'vivo' mi piace molto di più ed ero attratta dal rigoglioso vivaio e dal piccolo zoo che intravedevo dall'ufficio. Non ho mai rimpianto quella decisione, la più azzeccata di tutta la mia esistenza. Da quel giorno ho comprato tonnellate di libri sulla flora e fauna mediterranea e li studio con interesse. Il veterinario che regolarmente ci visita mi chiama scherzosamente 'collega', perché difficilmente sbaglio una diagnosi o una proposta di cura.
A metà della notte mi sveglio completamente fradicia di sudore ed impaurita; ho sognato bombe che mi piovevano vicino, gente che cercava la mia morte, tuttavia qualcosa mi tratteneva in quello strano luogo che era stato preso come bersaglio. Incubi assurdi per chi non ha mai visto neppure una pistola autentica.
Mi alzo, spalanco i vetri e sorprendo Gianluca ed Arcangela stretti in un abbraccio disperato. Mi fanno tenerezza e quasi li invidio. Negli ultimi giorni ho cominciato a prendere in considerazione mio fratello. Non mi sembra più solo uno scocciatore, approfittatore, usurpatore antipatico, sta assumendo l'aspetto di una persona. Con lei al fianco si sta conquistando il diritto alla dignità umana. Sto persino accorgendomi di volergli bene, forse mi mancherà quando se ne andrà di casa. Il romanticismo della coppia è contagioso, meglio rimettersi a dormire! Sogno un mondo ovattato, appagante, che al mattino ricordo confusamente.
Le ore del venerdì mi scivolano fra le mani come sabbia; arriva la sera senza che me ne renda conto. Corro dal fotografo ed incontro sulla porta la signora della sera precedente; mi fa un cenno di saluto ed estrae dalla borsa una guida di Plitvice, quindi mi mostra alcune delle foto che ha appena ritirato. Alessandro mi porge le due riproduzioni che ho ordinato, così le confrontiamo con le istantanee della donna: non c'è alcun dubbio, si tratta dell'Albero della Natura, che è ritratto anche nel testo iugoslavo. Ringrazio la signora e, per soddisfare la sua curiosità, racconto che, dopo aver fatto tante prove per ottenere quel capolavoro, mio fratello non ricordava dove aveva scattato la foto originale.
Quando restiamo soli Alessandro mi chiede sconcertato: "Ci stai ricamando sopra Milena? Sarà una sovrapposizione di sviluppo, una volta su un milione capita. È il tuo caso. Niente fantasmi, mi spiace. Scommetto che nei prossimi giorni te ne andrai da quelle parti". Annuisco e lui continua scuotendo la testa: "Non rinunci a cercare i folletti e gli gnomi, vero? Comunque sbagli nazione, il Piccolo Popolo abita in Irlanda, lo sanno tutti. Quando ci sono stato ho avuto la tentazione di cercarli in quei prati verde biliardo e ruscelli dal colore della birra scura".
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Ins. 17-06-2002