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Giuseppe Bondì
Giuseppe Bondì. È un personaggio molto importante che ha avuto diverse nomine. Ha al suo attivo moltissimi riconoscimenti letterari (primi, secondi, terzi, quarti, quinti premi e segnalazioni di vario tipo) si citano: premio S. Valentino d'Oro Terni; Amici dell'Umbria 1988 per il settore novelle e il premio S. Valentino d'Argento per un racconto inedito ; 1° premio Erice 1995 per il libro autobiografico "Sono fatto così" (se vi pare); Trofeo del Mediterraneo 1996 per la narrativa e la poesia (Accademia dei Micenei, Reggio Calabria); 1° premio Erice exaequo (Centro Studi Antèka, Trapani).
- Pudicamente atteso
- Pudicamente atteso,
- entro nella tua camera:
- una stanzetta sobria,
- cui tu con mano espertissima
- hai dato un tocco di grazia,
- protegge da sguardi indiscreti
- le nostre emozioni.
- Tu mi guardi e sorridi
- timidamente:
- una fanciulla mi sembri, che ancora
- non ha conosciuto l'amore.
- Ti voglio far mia
- avanzo risoluto:
- bando agli innumeri tentennamenti!
- Mi avvicino,
- ti accarezzo, ti bacio;
- tra le braccia ti stringo
- - di sentimenti un vortice
- sconvolge l'anima -.
- Tento approcci arditissimi.
- Tu mi fermi implorando:
- «No, ti prego, desisti;
- non posso, non voglio;
- ho accettato che venissi qui dentro
- per averti vicino,
- senza il timor di curiose occhiate.
- Mi è caro, lo sai,
- sentir la tua voce
- che appaga l'anima
- e mi compensa di mille amarezze».
- La luce spengo
- I soffusi riverberi
- che filtrano dalle finestre,
- creano tutt'intorno
- chiaroscuri giganti
- e danno al tuo viso
- un vago senso di magico.
- Poche frasi, di quando in quando,
- che sgorgan dal fondo dei cuori;
- innocenti carezze,
- sospiri sommessi,
- sorrisi amorevoli,
- appassionati baci.
- Poi, un amplesso galeotto,
- che ci travolge:
- cessa ogni resistenza:
- tu mi cerchi, io ti cerco:
- sono tua, sei mia!
- I mille arabeschi
- che il diffuso chiarore
- proietta su tutte le cose,
- fasciano accortamente
- il nostro amore.
- Frate Vento
- O Frate Vento,
- creatura di Dio,
- che in Francesco trovasti il grande Vate,
- benvenuto sii tu, pur se talvolta
- c'infastidisci e sradichi le piante.
- Benvenuto sii tu, che dai miasmi,
- premuroso, ci liberi;
- benvenuto sii tu, che le città di
- netti dall'aspro e attossicante fumo
- e dai vapori
- che l'aere annebbiano,
- rendendolo insalubre.
- Benvenuto sii tu, che l'aria fresca
- porti all'uomo accaldato ed ai polmoni,
- attediati da le ciminiere
- e dai motori,
- offri ristoro.
- Benvenuto sii tu, che, solidale,
- risospingi le nubi e dai la pioggia
- alla gente assetata,
- ai ramoscelli vizzi e a le fiumare,
- arterie de la terra.
- È sera
- È sera ormai, ma così non pare:
- c'è un tripudio di luci e di colori
- che, soffusi di tremuli vapori,
- pingono intorno efflorescenze rare.
- Le strade sono un brulicante mare
- di voci e un gran trambusto di clangori:
- è un frastuono che spinge e menti e cuori
- a guardarsi dattorno, a curiosare.
- Ma di questo bailamme a me non cale:
- tu qui non sei, tu qui non mi sorridi;
- e tutto mi diventa inospitale.
- I campi, te lontana, a me più fidi
- amici e il mare sconfinato, uguale.
- E fuggo; e cerco più riposti lidi.
