LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Zaccaria Gallo

Zaccaria Gallo è nato nel 1939 a Susa di Tunisi, ma vive a Bisceglie in Puglia. Di professione medico chirurgo, ha pubblicato alcuni volumi di poesia: Le parole nascoste (1994), Voci nel vento (1997), Come lumaca amante di ferula (2002). Ha ottenuto il 1° premio al concorso letterario Padus Amoenus del 2002 e nel 2003 il secondo posto allo stesso concorso con la silloge poetica Verifiche in Versi. Ha inoltre pubblicato nel 2002 il volume I luoghi Persi: atri, corti e cortili. Vincitore di altri numerosi riconoscimenti nazionali, ha diretto nel 2003 la sezione poetica del Festival dei Popoli Mediterranei di Bisceglie e conduce da oltre un anno una rubrica radiofonica intitolata Leggiamo assieme la poesia. In questo anno sta portando in Italia un lavoro teatrale ispirato ad un suo lavoro poetico intitolato Un Padre Passaporto.
 

Giorno che risale dal mare
 
Il giorno, che risale dal mare,
gioca
a far sparire nella notte quercioli,
campagne
e le brecce aperte nella camicia
sul cuore.
Dai tagli le recise vele
d'un amore
sfilano leggere, lasciano bianca
una nebbia.
L'ho visto soltanto per un istante
l'abbraccio,
immaginando quel caldo respiro,
avvolto
fra trine di tristi pensieri
sconvolti.
L'orologio era un generale severo,
scandiva
sopra di loro il minuto
dell'abbandono.
Il garbino s'infilava nel seno
dei cortili
fra le veglie d'un rimorso
a mordere
le spalle, a inquietare gli equilibri
a spegnere,
come veloce ragazzo, l'ultima
sigaretta.
 


 
Mani che scavano nelle parole
 
Notte senza luna, non c'è di vero
che il buio e l'acqua che raccogli,
e conservi per dissolverla d'un tratto,
un poco, tanto da non vedersi,
senza dimenticare quello che è stato
il giorno respirato nelle mani e
il pianto, come se nulla fosse accaduto.
 
Ti ho vista mutare e riempire inverni,
come sogno che si consuma,
tra emozione e leggerezza, come volto
a lungo cercato, e che poi si aggira,
muta l'orizzonte, con mani in preghiera,
mani che scavano nel fondo delle parole,
e nei silenzi, e dispongono la morte,
veloci, in un riverbero di specchi.
 


L'hanno trovata
 
L'hanno trovata, dicono, in avanzato
stato di decomposizione, il capo reclinato
in sonno profondissimo, caritatevole,
 
l'affilato viso come sputo vivo
alla luna e al suo fragile lembo,
nel poco spazio lasciato dai fiori.
 
Intrise le mani alle celle di legno
dove furono mortali i sogni,
caduto angelo, reclina ogni segno
 
al concerto ebbro dell'insetto
carcerato nelle sue voglie di zucchero,
ora un po' nettare, un po' carne.
 
Perché chiedermi chi tu sia
se il labbro serrato dalle sbarre
non una sola risposta può dare?
 
So che il tuo giorno è finito
alcune sere fa in questo luogo
qui e senza permesso di soggiorno,
 
dentro la corte d'un erba selvatica,
fra il tremare dolce del silene
da lontano avvinto alle tue vene.
 


Cresce un'ombra
 
Cresce un'ombra e cade in brina,
madre che non vuole al declino
scavare in cerchio prati bianchi.
 
Nessun rifiuto pero' è coppa chiara,
nessun braccio scaglia tralci
e li lascia cadere su lacrime e baci.
 
Hai lasciato i fantasmi in commiato
e una traccia scura ora trasfigura
in solitario abbandono la nostra notte.
 


Una donna bionda
 
Ha un modo così vario di
venire vicino.
 
Discreto. Violento. Improvviso.
Diverso.
 
Un velo trattiene, talora, appena
il suo volo.
 
Se tendi l'orecchio ha ferma voce
di carta.
 
Questo suo raggiungere con ticchettare
d'orologio.
 
Anche se messa in disparte, sulla porta
s'avverte.
 
Respira meraviglia nel centro grande
freddo.
 
Un pezzetto alla volta ci porta con se,
testarda.
 
Nelle vene si srotola come nuvola
di cotone.
 
E fa sul serio eh! Lavora ogni giorno,
sempre.
 


Ghianda che cade
 
In un cristallo un sogno, il sigillo
d'una somiglianza e, nel bosco,
s'adagia la misura randagia.
 
Tu senti: la vertenza s'infrange.
 
Una ghianda si stira, poi si stacca
dal ramo ancora verde, lascia
con un puro addio, tocca il muro.
 
Scocca l'ora che sottile svapora
e bagna d'acqua uno sfinito fiore.
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