LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Valeria De Perini

Valeria De Perini è nata a Chioggia (VE) l'08 marzo del 1978, ma vive e lavora a Padova presso l'università. Ha iniziato a scrivere alla tenera età di otto anni e con la penna in mano ha sentito che qualcosa le si muoveva dentro. Accanita lettrice di narrativa, cult della letteratura e di almeno una poesia al giorno perché dice che "le addolcisce l'anima". Laureatasi con lode in filosofia nel 2003 all'Università di Padova, ha intrapreso la strada della scrittura per il pubblico nel 2005. Ha iniziato a partecipare a vari concorsi letterari riportando vittorie o segnalazioni sia nelle sezioni di poesia sia in quelle di narrativa. Ha pubblicato anche un romanzo. Sta preparando la pubblicazione di una raccolta di sue poesie.
HA PUBBLICATO: "Le cento parole di un ricordo" (breve racconto vincitore del mese di giugno 2005 del concorso letterario Cento Parole indetto da Feltrinelli); "Una cartolina da Parigi" (romanzo edito da I Fiori di Campo Edizioni, febbraio 2006); "Potersi ricordare di te" (poesia pubblicata per il concorso Verrà il mattino e avrà un tuo verso -Rivista Orizzonti); "Rendimi i desideri" (racconto segnalato nella sezione narrativa nel premio internazionale "Cuore di tenebra-2006"); "Lame di parole" (poesia pubblicata per il concorso Poesie italiane 2006-Lions Club-Rivista Orizzonti); "A me" (poesia in fase di pubblicazione per il concorso Dedicato a... Poesie per ricordare 2006-Rivista Orizzonti); "Una mano amica" (poesia in fase di pubblicazione per il concorso Habere Artem 2006-Rivista Orizzonti); "Dissolvenze" (poesia in fase di pubblicazione per il concorso Tra un fiore colto e l'altro donato 2006-Rivista Orizzonti).

SE UN POMERIGGIO D'AUTUNNO... (29 ottobre 2006)
Domani:
Parole...
cambieranno come camaleonti
e scriveranno solchi
nell'anima bianca.
Oggi:
Carezze...
tracciano lisce strade
e varcano i morbidi pendii
di un corpo color ambra.
Piccole mani di donna
punteggiano neri nei
su bianche vallate di pelle,
e grandi mani di uomo
giocano con capelli di nera notte.
Occhi scavano nell'animo nudo
di due corpi senza vesti.
Nessuno sguardo uguale a questo!
Sono la rosa più bella!
Ora senza spine
con indosso solo
petali di setoso velluto rosso
in questo tiepido,
velato,
pomeriggio d'autunno.

DISTANZE SIDERALI
Mi giungi col vento dell'ovest.
Siamo così vicini,
e spesso ci ritroviamo irrimediabilmente lontani.
E' il silenzio
che allarga le distanze in
spazi siderali.
E cala l'inverno del cuore,
le lacrime si fanno neve
e le mani distese di ghiaccio.
E tu che sei vento,
cambi direzione,
diventi inafferrabile,
irraggiungibile,
intangibile.
Volerti fermare è come
cercare di trattenere
il vento.
Ma io sono forte,
perché inseguo la tempesta.
O forse sono un'utopista
poiché spero in quell'unico mondo
perfetto
dove tu sei il mio fiore
ed io la tua farfalla.

 
VUOTI PERPETUI
Sarà il mio silenzio a parlarti.
Mettiti all'ascolto,
chiudi gli occhi
e tendi l'orecchio al rumore
delle mie onde spezzate,
la condanna del mio non amore,
la bocca del mio vento.
Un giorno il mio cuore si frantumò in una tempesta,
è il giorno in cui te ne andasti per sempre.
Ho smarrito il cammino tracciato dalla tua speranza.
So dove sei ma non vengo a salutarti
perché mi sento schiacciata dal peso dei tuoi occhi.
Non tocco la foto del tuo volto
perché la lapide è fredda e muta
ma mi direbbe che sei lì sotto.
L'anima intorpidita dall'inverno della tua assenza
fa scorrere oceani di sale amaro.
Sono un girasole a testa in giù,
unico in un deserto di silenzio,
nella mia calma di facciata,
nella mia caotica quieta indifferenza.
C'è una nebbia irrisolta
che porta a perdermi nei miei spazi perpetuamente vuoti.
Papà, è tutto così sottile, la vita,
ma io vivrò!

CIELO NERO
Il faro che illumina l'orizzonte.
Alla deriva una vecchia scarpa.
Cantano le onde
della spiaggia
Invocando il giorno,
minacciando la tempesta.
Le solite parole per
esprimere pensieri che
cadono dalle stelle
e bruciano dentro
Come le poesie di Morrison.
Allontanalo da me
questo cielo nero.
Come un incubo insidia la mente
e provoca
la mia anima
ormai rinchiusa
dentro uno specchio.
Non vede più se stessa,
ma vista da tutti
non può più fuggire.
Non deve piangere.
 
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Agg. 12-04-2008