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LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Toni Carbonaro
 
Lontana eco di flauto
 
Dov'è la linea dell'orizzonte
in questi mattoni bruniti
in questi tentacoli tecnologici,
inquietanti, irti, inestricabili,
in questa caliginosa atmosfera
di risaie e materie combuste
solcata da sibili raggelanti?
Spazio a una sola dimensione
colmo carniere che più non accoglie
Ciò che cerchi è lì e non lo trovi
Solo tu ti ci diverti
Passaggi lustrali, pareti ornate,
angoli muscosi, sdrucciolevoli,
pozze terrose, infide,
sentieri di paglia, arredi, rovine
Il lungo percorso si smarrisce
tra mota e pietrisco
Si sfrangia la memoria
sulle figure, gli eventi, le cose
Mentre tornano ad animarsi
ciurme con carri e banditori,
riecheggiano fiabe e ninne nanne
come lontana eco di flauto.
 
 
Fantasmi
 
Stammi vicino, sì
stammi vicino.
Fredda la notte
luce di luna
non scalda
discolora.
Pigro il corpo
inquieta è la mente
che impulsi
emette come strali.
Trasparenze
solo trasparenze
io vedo
e in esse penetro
per confondermi
perdermi
chissà.
stammi vicino
vedrai
staremo insieme.
 
 
Giorno
 
Magici lumi nell'alba silente
imbiancano scie scure
uscite da lucore lunare
proiettando iridescenti visioni
nello scrigno dell'animo
Giochi d'ombre, di fuochi
avvampati, languenti
Scintillanti riflessi stellari
quasi magmatiche trasparenze
ove frammenti di luce
si rincorrono e diffrangono
su strati diamantini di brina
Ebbrezza, fuggevole carezza
che zampilla di gioia
per poi volgere in opaca memoria
Luce che il giorno irrora
impulso vitale che faville
anche in cenere spenta tramuta
Apparenze, menzogne, illusioni
Finché, abbacinante
non esplode la noia.
 
 
Ma tu, dimmi dov'eri?
 
Stanze polverose
affollate di fantasmi
creano faticosi percorsi
Una rauca mandola emette
singulti che graffiano il tempo
fino a quando si dissolve e si tace
Il volo di policromi pesci
accompagna stuolo di villani
lungo l'argine del fiume
Il mio urlo è senza suono:
perché tanto si eleva
questo ardito ascensore?
Si fa bianco il paesaggio
come grande cuscino
sopra un letto di piume
ove ansioso mi adagio
mentre esco dal sonno.
Ma tu, dimmi, dov'eri?
 
 
 
Buio
 
Non c'è più il sole
lo hanno rapito nel sonno.
Fluttuanti ombre sfumano
nell'attesa delusa del giorno.
 
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Agg. il 31 marzo 2000