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Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Silvana Brigandì Pantò
Ha pubblicato il libro
 
Silvana Brigandì Pantò, L'ultimo volo, Collana I gigli (poesia) 12x17 - pp. 32 - L. 8.000 - Euro 4,13 ISBN 88-8356-084-1
 

 

 
Prefazione
 
 
Con "L'ultimo volo", seconda pubblicazione al suo attivo, Silvana Brigandì abbandona il romanzo autobiografico, com'era "Solo una pagina del mio diario", per approdare a una scrittura completamente nuova e diversa. Di più: la novità non riguarda solo le scelte espressive ma anche quella di genere. Ci troviamo di fronte, ora, a pagine che non sono propriamente poesia pur non potendo certo definirsi narrativa; a un linguaggio fortemente connotativo, privo di precisi riferimenti spazio-temporali e articolato, più che in precise sequenze narrative, in "quadri" successivi dal forte contenuto immaginoso ed emotivo.
La scelta, certamente, non è casuale; ciò che ora interessa l'autrice è esplorare l'intimità dei pensieri, penetrare nei meandri dell'anima per cercarne il battito più segreto senza tuttavia svelarne fino in fondo un segreto che è, per sua stessa natura, inconoscibile. Allo stesso tempo, la Brigandì cerca di cogliere le rispondenze tra interno ed esterno, ossia tra anima e manifestazioni naturali, nella convinzione che luce, aria ed acqua non possono restare senza influenza sulle emozioni. Da questo nucleo centrale trae alimento l'ispirazione dell'autrice: che vi si abbandona con libertà e coraggio, lasciando che le parole fluiscano naturalmente, prive di filtri razionali.
Ed ecco allora che il primo "quadro" si disegna sotto gli occhi del lettore, il quale comprende dopo poche righe di trovarsi di fronte non un libro in senso tradizionale ma un'avventura dello spirito, un volo della mente. Tanto sentita è l'esigenza della novità espressiva, da parte dell'autrice, da tradursi anche in un'impagi-nazione diversa: poche righe centrate nella pagina, periodi lunghi e dalla costruzione complessa articolati in grandi versi che hanno come unico scopo il rispetto delle scansioni del tempo interiore. Il lettore ne rimane affascinato e comincia, a sua volta, il viaggio.
Protagonista è una donna, una lei senza ulteriori denotazioni, ma potrebbe essere chiunque di noi. Chi, infatti, non si è mai trovato nella condizione di sentire l'affanno della lunga corsa, chi non ha mai desiderato una sosta? La donna dell'ultimo volo porta a compimento quest'esigenza collettiva: si ferma. E subito il suo destino appare legato al mondo naturale, alle variazioni atmosferiche: il sole "sembrava scherzare con la gente, col mondo intero; dava un po' di calore per poi subito toglierlo". Siamo ancora nel mondo delle apparenze, della superficie, degli inganni: la donna ha appena iniziato il viaggio della sua verità, comincia appena a cogliere l'essenza delle cose che la circondano. Il suo sguardo, non più velato, coglie l'inganno del sole, che dà calore per poi toglierlo. Da lontano giunge il brontolio del temporale, prima avvisaglia della tempesta interiore che presto si scatenerà. Ormai la donna non ha altra scelta: per quanto dolorosa, la sua strada corre verso se stessa, non più verso l'esterno. Il primo impatto è terribile: come nel quadro di Munch, lei resta con gli occhi spalancati, "la bocca contratta in un urlò che non uscì mai". Ma poi - ed è un "poi" indefinito perché qui la cronologia tradizionale perde ogni significato - arriva la pioggia, benedetta e salvifica, che porta con sé immagini di altre acque, immense: quelle del mare sulle cui rive due corpi si intrecciano, lucidi e tesi. Ricordo, miraggio, attesa per il futuro o sogno, poco importa: la donna vive nella mente, e pertanto ogni cosa è reale e al tempo stesso fantastica. Dopo l'acqua, il vento, anch'esso con funzione positiva: spazza le tenebre e il fumo che avevano annebbiato l'immagine dell'amore, lascia che gli occhi contemplino l'infinita distesa di azzurro del cielo. Anche questo momento magico ha fine: il buio torna padrone, e con esso il dubbio che alimenta la domanda centrale sul perché dell'esistenza; la donna si rassegna a vivere con gli "occhi della realtà" amara, triste, squallida. Finché, all'improvviso, sorge un battito d'ali potente e immenso e l'ultimo volo può cominciare.
L'intreccio concepito dall'autrice, or ora sintetizzato, ha come si è visto notevoli valenze simboliche: non a caso, tanto per fare un solo esempio, all'acqua - che secondo certa psicanalisi riconduce al ventre materno - è associata l'idea dell'amore e della vita che nasce; il linguaggio adottato, e non poteva essere altrimenti, è ricco di figure retoriche (si noti la ricorrenza dell'ossimoro, quasi a inseguire un'unità che si nutre di contrari e li oltrepassa) e, come si accennava, fortemente connotativo: ne risulta una prosa lirica dai toni suggestivi e intensi, carichi di valenze emotive.
Non sfuggirà al lettore accorto che la brevità del volumetto non trova nessuna rispondenza con l'eco che le parole della Brigandì suscitano nella mente e nel cuore: eco che, al contrario, è molto lunga, e in cui ognuno potrà riconoscere una sfumatura della propria voce.
 

Bianca Cerulli

 

Per leggere alcune poesie tratte dal libro "L'ultimo volo"

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Inserito il 12 gennaio 2001