LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Rubino Vortici
Rubino Vortici, ventiduenne, di Roma, ha partecipato a numerosi concorsi letterari, risultando in varie antologie poetiche. Ha pubblicato due libri a sue spese, di cui l'ultimo, Granuli di Cristallo, edito dalla Montedit di Milano.


Periodici ritorni
alle orme fuligginose.
 
Luminosa astrale
sembianza di galassie
sconosciute - inaspettata
calma trasversale
delle mie ampolle
indispettite - sensori
su di giri come
vortici in estensione.
 
Malattie sensoriali
nella baia - le acque
si riordinano e scompaiono
dall'orizzonte - mutilazioni…
 
- Subito dopo ho deciso
di recidere il passato -
le orme mi hanno aiutato -
inciampare è miele che evapora
castigo terrestre
e solitudine.
 

Se la tristezza:
ponte e ricordi -
camuffamenti.
Scivoliamo -
il gesto
è nel petto scintillante
che recide.
 
Vortici: i fianchi
rimbalzano.
L'incenso dorato -
scale e ricerche -
si distende
per non: attimi -
e sbandamenti.

Saltellando dai sandali.
Tra neve e porpora.
Distinguo le lucentezze.
Le riordino
del mio caos interiore -
e corro per vergini tele.
 
Gli orizzonti si spostano
sempre.
E ci ritroviamo un poema
sfilacciato da leggere -
tagli inghiottire -
le parole disturbano
(a volte conchiglie
galleggiano tra sentieri
troppo spiati).
 
Colori esistono.
Di blu verace soffro.
Di verde intrepido l'aria
Respiri.
Rosso . Enigma.
 
Sempre tesi -
sempre testi -
moni di noi.
 
Anche nell'incorreggibilità.
 
Fumiamo e ci disperdiamo.
Sogni ed evaporazioni.

Lamenti.
Variazioni.
 
Il salto di una farfalla
che ride.
 
Il binocolo alato di uno gnomo
che piange.
 
Settebello scaduto.
 
Foci intravedersi -
sugli scogli -
contenersi -
in riflessi esplodere.
 

VIDRAR VEL (TIL LOFTARASA)
 
cruna
nascondiglio dell'anima
 
placenta
dune galleggianti
 
apnea
soledad distesa
 
luce
neve e ritorni
 
gemiti
resurrezione e meraviglia
 
guado
orme invisibili
 
cartapesta
segni involontari
del primo cosmo
 
scale
risonanze e piume
 
seme
spirale di spasmi
 
accartocciamento
stridore d'ali

Staralfur
come occhio incerto -
nulla si commuove
lampada camino
torcia di stelle.
Piccolo fiordo -
espansioni d'acqua
che stilla:
vaneggiamenti.
 
Tra sole e malinconia
placche di cielo -
incastri vario-dipinti
dell'anima che grida -
insorge - si spegne.
 
Meraviglia -
inghiotte e predice.

 
Passività incancrenita -
l'aldilà degli dei.
 
Ogni volta: stridori
incunearsi nella lana.
E i tappeti versati -
su foglie di gondole
ammarare -
insieme riflettersi.
 
Tremolazione di spade
interiori: la vita
insorge.
 
Ancora - ri-getta l'anima -
e for-se di là
Lune musicali
dalle piume ventose.
 

 
AUTORITRATTI
 
 
AUTORITRATTO I
 
Biancori incerti
di morte e cavità -
supplemento alla terra -
storta - ingerita: infine
straripo.
 
AUTORITRATTO II
 
Territorialità e marina -
marine le lacrime -
di pelle in-fusa nell'occhio
della gota.
 
(Offusco)
Cieco - riluco
di buio e marina.
Immede-sì-mazione
sfida e scivola
sgranando rivoli:
d'incompiuto essere.
 
AUTORITRATTO III
 
tumef-azioni -
al margine di pupilla -
strale trionfa
d'in-visibile caducità.

Velati d'incomprensione -
cipressi alati -
indisponibili
di ruvidezze alternate -
vasi d'infelicità spiegati
e ritorti sulle ebbrezze.
 
Cancellazione imminente -
verità sensuale dell'idiozia
calpesta voragini d'oblio -
catapulta costellazioni:
corrono gli inverni.
 
Livellamenti astratti
impressioni salate -
lente valanghe di sinuosità
intrecciano spasmi:
libertà di esistere.

Veggente intermittente
del senso umano -
battente falce -
le ossa:
screpolature
dell'anima.

Sviolinate guizzanti
tremano buste verdastre -
icone di tuoni rattrappiti
gettati nell'incanto.
 
Spruzzi: indomite
leggerezze…
di nessuno.
 
Tra opali di colonne
cade l'occhio
silurato da.
 
Vaccini spogli.

HYPER-BALLAD (A Bjork)
 
Corro attraverso
distorsioni -
le tue.
 
Insanguino distese
furenti -
le mie.
 
Riccioli ribelli
avviluppano onde:
metamorfosi di.
 
S-cavità insolenti
su monti merlettati
di sale - sale
astinenza islandese.
 
Vagito: spossamento:
predilezione amara.
Lenimento di odori:
incontrollabili schiene
di neve.

Saettamenti biondi.
Laggiù.
 
Spostare le lamiere -
immergersi alla Luna:
indifesi - spogli
imbrattati come.
 
Insabbiando iridi -
la glassa è traslucida
fonte di erezioni.
 
Cadute nell'oblio -
infezioni oculari:
le persiane:
firmamento
di odori.
 
Marcia indietro
per le oasi cupe -
cupezza è la fronte:
piogge ammaccate
d'alcol e sentimento.

Incendiati su vele distorte -
le paure ululano e scalpitano
nei locali attufati - vele
e brillantini sparsi -
sparsi.
 
Chiaro-veggente per
qualcosa - qualcosa.
Tintinnii -
valico precario
e fossile - disturbi.
 
La storia infinita -
solo l'eternità potrà
insabbiarla - e sarà
un unico balbettio
multimediale - forse
ironico e aconcettuale.
 
Io -
ancora -
di più -
me stesso
 
Nulla di più -
soprattutto -
nulla di meno.

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©2003 Il club degli autori, Rubino Vortici
Per comunicare con il Club degli autori:
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Ins. 21-09-2003