LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Poesie di

Rosario Loria


I tuoi versi allineati a destra

 

Mi passi accanto mi sfiori raccolta

come una nuvola di gemme argentate

poi torni ripassi assorbita dal tuo

governo quotidiano ripassi sali le

scale le ridiscendi torni ancora

indietro instancabile cutrettola!

 

E i miei occhi schermo su cui non si

contano più i dispiegamenti di tragedie

velati per l'età esausta non ti perdono

mai tu isola sterminata del mio Oceano

sconosciuto! La tua figura è l'arcano

dei miei affetti inossidati mentre

 

componi il tuo prezioso altare per

la cena e per il pranzo rota armonica

la tua industria gelosa in cucina tra

vapori e odori liquefatti sul filo di

una catena sinuosa che ha del prodigioso

trasparente inconfondibile specchio

 

della mia stanca e dorata inutilità. Ti

cerco sempre impaurito dalla mia miseria

come se il tempo non passasse: ti trovo

al buio di notte di giorno ti arpiono

con la lenza delle mie ansie pregresse

e peregrine. I miei occhi traboccano

 

per l'incipiente autunno velati dall'età

inesauribile fedeli del tuo seguito non

hai cedimenti: eppure gli anni comuni

stampigliano sulla tua pelle le geografie

dei loro timbri. Il profumo decorato

della nostra casa la fiducia che ispira

 

il mito del tuo corpo il coro avvolgente

dei tuoi dosati silenzi. Nel mio

cuore nel suo angolo più illuminato

giglio erompente è conservata tenue

e intatta la filigrana del tuo mistero

nel mio olfatto il tuo aroma le linee

 

del tuo percorso sinuoso circumnavigarmi

dono genetico groviglio senza bandolo

ecco! Questi appena scorsi sono alcuni

dei versi del tuo Poema! Quelle rime

lucenti che io Poeta bramo di potere

scrivere da sempre allineati a destra.

 

I miei pensieri sono
 
Non gli echi sordi
da remote gole,
ma rosseggianti
collane di parole.
 
Non le alte musiche
incise nelle stelle,
ma spaventosi deliri
vissuti tra sorelle.
 
Non impopolari
delitti assistiti,
ma folte riunioni
nei deserti conviti.
 
Non bancarelle
piene di tesori,
ma ammassi enormi
di gioielli da lavori.
 
Non grattacieli
ripieni di viventi,
ma opere fulgide
uscite dalle menti.
 
Vorrei parlarti del mio amore
 
Vorrei parlarti del mio amore, ora,
nel crepuscolo, invadente, come farebbe
un grande Poeta: ma vedo le tue mani,
pur squartate in ospedale, ridotte ad
umili arnesi quotidiani, lamine
 
d'argento: il tuo corpo instancabile,
pur sventrato in ospedale, al governo
della casa e dei figli; la tua schiena
a sorreggere l'ordine e la pulizia, al
posto d'una convalescenza: il tuo zelo
e la regolarità religiosi, per la
 
cucina e per la tavola; i rapporti
con le vicine cortesi, e con il
parentame compiaciuto: la tua immagine
coprire il cortile, come una nuvola
dorata, aquila delle alte quote,
 
ombreggiare le piante nei vasi, il
gelsomino aggrappato al muro, ornato
di stelline bianche: il tuo odore
pervadere il mio spazio e la mia
dimensione, il tuo sguardo vigilare
con rigore sul sistema del convivio
 
in famiglia: regolare ogni ordine
di cose, sul tuo dinamico fluire, come
un orologio a pendolo, insoddisfatta,
ma me ne vergogno, perché non riesco
ad impedirti di cantarmi del tuo...
 
N. 1 Terra "promessa"
 
Umiliati, offesi, scannati i morti,
appoltigliati, sfidarono in altezza
le colline... Tenebroso disegno di Papi,
le Crociate. Ovunque i vermigli spruzzi.
O dei "giustizieri di Davide, di rosso
rivestiti, gli sparsi ciottolami aguzzi.
 
Da "allora", il Poeta è sul luogo
del "criminal" Governo, mai disincantato,
di "Paradiso o d'Inferno", il suo cimento
affanna, giammai cantòre "esterno"... Di
piume ovattate, le sue parole "gioca",
e di testimonio perdente, dispiega le
 
sue "armate", portando sul petto,
l'inno del taglio di durlindana ardente;
con questo sangue addosso, il "giusto",
del giusto, la speranza uccide, niente e
nulla più sorride, tutto brutale diventa.
Ogni ora mi devo ricordare, che s'hann'a
 
lavare le membra. Violento più non sembra,
del mare d'odio, il feroce e lievitato
trasmutare... Questa Terra "designata",
di "falso" divino dipinta, ebra, Santa,
e Maledetta, di storie martoriata, alla
Pace, nulla più destina: la sua condanna
 
è nel suo nome: Palestina... Non ha
figliolanza, non ha "avvenire", ma solo
la speranza. La promessa biblica, perché
non fu un "errore", se il suo destino è
il dolore? Il suo battesimo, la spada e il
pugnale, il trionfo del sangue, il sacrificio
 
arroccato... La carne ancora viva,
del muscolo palpitato... Figlia di Mosè,
da Dio prediletta, tribù o provincia, dopo
l'infedele Saulle, fu Davide il primo Re...
Nel cuore del Poeta, il suo strazio ha sede,
ma egli imbelle ha il verso, e il suo genio,
 
chinato tiene, di questo improbabile
universo, non lotta "l'odio e la fede",
d'un Dio "giusto" e inalienabile...
Terra "promessa", dall'armi corazzate,
a quelle "bianche", mai distruzione omessa.
Ai petti, dei forzieri d'odio, stipati,
 
N. 2 Terra "promessa"
 
per i suoi figli dolci, mai nati...
Dall'antica, primitiva, tribale danza,
al Vitello d'oro, e alle Tavole della
Grande Legge, scancellata è ormai
ma speranza... Dal Santo 'dono'
biblico, grande e sempre fatale,
 
fu "l'Amore Paterno"! In questa
genia, la speranza non ha più asilo,
che di sangue tenero s'alimenta,
la "pace" è sempre appesa a un filo,
troppo, nel rancore, l'odio fermenta,
pur dell'onda, ascoltando il Nilo...
 
Nel Paese di Anor
 
avrà la sua prima distrazione...
I tepidi vetri liquidi di questo
mare impareggiabile, sognano di
abbracciarti, di purificarti
dal "peccato originato",
 
in un nuovo battesimo! Ora! Ora!
Il canneto, la stradella del ciarlìo,
il vicinato, le orate, il fuoco "carbonato":
- Quando tornerà a "vivere" Stefania? -
mi chiedono, con tono inconsolato...
 
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agg. 24-11-2003