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Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Rino Passigato
Ha pubblicato il libro

 

 

 

 

 

 

 

Rino Passigato - Poesie d'amore
 
Collana I gigli (poesia) 15x21 - pp. 48
Euro 3,20 - ISBN 88-8356-336-0
Prefazione
Poesie

Prefazione
Ogni poeta, così come ogni artista, ha un suo tono, una sua cifra inconfondibile che ci permette di riconoscerlo, di ritrovarlo con la stessa affettuosa complicità con cui si ritrova un vecchio amico. Si tratta di suggestioni più che di dati sensibili: certe atmosfere, il ricorrere di alcune immagini ed espressioni, l'insistere su alcuni temi, che sono poi i moti dell'anima che rendono ogni individuo diverso da un altro. Rino Passigato è, ormai, poeta ben riconoscibile: lo si ritrova con un gesto di familiarità, sollecitati in questo dalla sua scrittura dimessa ma non modesta, sobria ma non povera, dal sapore crepuscolare e dalle cadenze lievemente melodiose, sussurrate ben più che cantate. Una poesia intimista, dunque, molto autobiografica, che però non si risolve esclusivamente nel ripiegamento su se stessi, nel chiuso cerchio della propria personalità. Al contrario. Se il punto di partenza è sempre l'io, l'anima, il punto di arrivo sono sempre le persone, la vita di relazioni, gli altri. Altri con i quali il poeta entra in immediata empatia, cambiando il proprio punto di vista (e chi ha provato a scrivere sa quanto questo esercizio, questo porsi al di fuori di sé, sia ardua impresa) e cogliendo degli altri pensieri e sensazioni, nel tentativo di creare fili, legami, affinità che consentano a ciascuno di sentirsi parte di un tutto. E ciò con una serenità e una saggezza che non possono essere che il frutto di anni passati a vivere per e con gli altri.
Poesie d'amore, dichiara il titolo. E difatti alcune sono dedicate alla donna amata, la compagna di una vita. E sono poesie, di ricordi, di sorrisi, di buffi complimenti, di complici sospiri per le tante ore trascorse insieme: anche a litigare, anche a sopportarsi. Non c'è, qui, l'esaltazione dell'amore ideale, tanto romantico e tanto poco vero; c'è però la vita con tutta la sua solidità, la sua pesantezza, i suoi compromessi; e , anche, con tutta la sua serena dolcezza. Quel potersi guardare negli occhi senza più veli, senza più finzioni, senza cercare di essere diversi da quel che, poco o tanto, si è. C'è la magica parola, segreto di ogni legame (sia esso di amicizia o di amore): accettazione. Ed è per questo che con uno stupore non simulato, con lo stesso candore di un bambino che improvvisamente scopre di aver ricevuto un regalo meraviglioso, il poeta può esclamare "Quanti anni vissuti / insieme! E ricordiamo la spiaggia / e ridiamo... La volta che / perdemmo il controllo del moscone / e cademmo in acqua; la volta / che il vento ti rubò il reggiseno..." Quando ci si guarda indietro, ci si accorge che sono a volte solo poche immagini, pochi momenti a riassumere in sé il significato di una vita, la cifra di un unione. Ci si guarda indietro e si scopre che era già tutto lì, tutto insieme. E poterlo ricordare insieme è una benedizione, come ben sa il poeta.
Ma l'amore non è solo quella per la donna, la moglie, la compagna. L'amore non può avere, per Passigato, significato così nobile ma così circoscritto. L'amore è anche quello degli affetti più cari: la mamma, con il suo profumo di glicine e lilla; la nonna, sempre più curva e roca, che chiede una storia; il nonno con il ton ton della sedia a dondolo che si fa sentire per tutta la casa; il papà che sbatte le scarpe sul tappeto. La famiglia: alcuni magari ci sono ancora, altri non più. Eppure vivono tutti insieme nel ricordo, legati a un profumo, a un rumore, a un piccolo episodio che, se richiamato alla mente, ce li fa tornare qui come se non fosse passato neppure un attimo. Insieme a loro, ai familiari, nelle poesie di Passigato si trovano uomini e donne forse solo di passaggio, come la fanciulla del tram, che però hanno un loro ruolo, un loro posto preciso nella grande piccola sinfonia di un'esistenza. E come contano le persone, contano anche i luoghi: con quanta dolcezza Passigato tratteggia scenari, sfondi, sia interni che esterni: la cucina di casa, la campagna immersa nella nebbia, la scorza di un pioppo, il fragore di un tuono.
Particolari ripresi con una tecnica quasi impressionistica, prima isolati dall'insieme e poi ricondotti al loro posto nella visione d'insieme, in quel quadro di cui si scopre il senso a poco a poco, e forse non si finisce mai: la vita.
 

Bianca Cerulli

 

Poesie

Cos'è l'amore
 
Ho cercato l'amore
nel cipiglio arrabbiato delle nubi,
nel fuoco d'un raggio di sole,
nei prati malati di sterilità.
Al di là delle catene montuose,
dove si alzano i muri freddi
delle grandi città, ho visto farfalle
corteggiare prataioli
variopinti, persone soccorrere
i feriti d'un incidente.
Mai dimenticherò la vecchietta
che teneva alta la testa ad un morente
e lo abbagliava con un biondo sorriso.
Dare senza sperare di avere,
aiutare chi tende la mano,
soccorrere i poveri,
gli ammalati, gli afflitti...
 
 
La nonna
 
Sono passate le stagioni ed io la vedo
spegnersi a poco a poco. Le favole,
diventate monotoni discorsi,
ripetuti... La schiena più rotonda,
la voce sempre più roca, come se
le mancasse il fiato. Sta per ore e ore
seduta nell'entrata ad avvolgere
un gomitolo che le cade
e lei raccoglie chissà quante volte.
Mi chiama per una favola (in realtà
mi vuole vicino). La storia
è sempre la stessa; ne narra un brano.
Non so, se se ne sia accorta. Lei è sempre
più vecchia e tremante
nella voce, nel pettinare.
"Vorrei poter aiutarti, nonna,
darti un po' della mia forza". Lei
non capisce, si crede ancora
giovane, vuol aiutare mamma
nella cena; è la volta che succede
un quarantotto (piatti che cadono,
bicchieri al posto del coltello).
Sei stata ragazza graziosa e forte.
Ora sei debole e smemorata, ogni
giorno diventi più curva e, seduta,
chiamando or questo or quello (in realtà
nessuno ti dà retta), aspetti
e aspetti chissà cosa...
 
 
Sotto il lampione
 
Bagliori di luna
battono sulla finestra,
si spezzano in frazioni di raggi
che rimbalzano sulle fronde dell'acero,
sui muri coperti di buio.
 
Un'ombra compassata silenziosa
passeggia avanti indietro
sotto il lampione.
Attende...
Nessuno arriva.
 
La luna mi fa le boccacce
e sorniona mi sorride.
L'ombra resta sola
assediata
da un silenzio legnoso.
 
Mi muove
un'allampanata curiosità,
un appassito senso di pena.
 
 
La nostra spiaggia
 
Ogni volta ho paura che sia l'ultimo
sogno, che il mio cuore già arido
non ce la faccia a modellarne di nuovi.
E passano i giorni, i mesi
e la compagnia dei sogni segreti,
chiusi in un angolo della memoria,
attende la mano della fortuna.
Ora sono rari e spesso sono
rimbalzi di quelli già vissuti.
Una passeggiata lungo la spiaggia;
un mare azzurro, meraviglioso...
dove anni orsono ci accorgemmo
del nostro amore. Erano lunghe ore
di complimenti e di moine
per piacerti di più. S'aperse il cielo,
il mare s'impennò in alti
cavalloni di gioia. Pochi
s'accorsero della nostra
felicità. Quanti anni vissuti
assieme! Quante gioie e dispiaceri!
Siamo soddisfatti della nostra
unione: ha partorito due cuccioli
meravigliosi.
E ricordiamo la spiaggia
e ridiamo... La volta che
perdemmo il controllo del moscone
e cademmo in acqua; la volta
che il vento ti rubò il reggiseno...
 
 
E noi due
 
Ritornare per brevi istanti
sul luogo del primo incontro.
Il tuo sguardo che timido mi evitava,
mentre cercavo qua e là una lucciola.
Lo smog, i fumi delle ciminiere
avevano fatto un'ecatombe
d'insetti. Ti chiamai per nome,
ti avvicinasti, atteggiando le labbra
ad un breve sorriso. Finalmente
eravamo riusciti ad eludere
gli impegni di lavoro.
Perle di baci,
velluti di carezze,
il cuore in cerca di delicate
effusioni. Eravamo finalmente
soli. Nel prato vicino al paese.
Tu mi stringevi ingenua,
giravi lo sguardo in cerca di falene
in mezzo alle stoppie del frumento,
a quando a quando qualche rosso
papavero, fuggito
alla falciatrice, si nascondeva
vicino, sotto una buca di terra.
E noi due in cerca di perle di luce,
il canto solitario
d'un grillo, il sospiro
d'una libellula tra l'erbe
del prato.
 
 
I colori della laguna
 
Graziosa fanciulla, dal sorriso
fatto di vento mi hai mosso una forte
simpatia; più non so distaccare
lo sguardo dal tuo volto sfuggente
e misterioso. Sei venuta a chiamarmi
che è ora di partire per la strada
ventosa, in mezzo a folle
di veicoli veloci e rumorosi.
Ci saranno i ponti, le fantasie
dei palazzi, che crescono dall'acqua.
Fanciulla, dal fare
misterioso e istintivo,
accompagnami dove vendono
i colori della laguna,
gridi di gabbiani e lo sciacquettio
dei canali al passaggio
d'un vaporetto.
 
Lasceremo un po' del tuo fresco
sorriso, una treccia di voce
e tante lacrime di nostalgia.
Fanciulla, vestita di solitudine
e silenzio, fa che il tuo fascino
non accechi quello della laguna.
 
 
È lungo il tragitto
 
È lungo il tragitto che va alla prima
infanzia; mi ricordo le favole
che mi narravi sotto il bel glicine
ed il sazio aroma del gelsomino.
Allungavi la mano e mi mettevi
il fiore vicino al naso, d'istinto
mi tiravo indietro. Le amiche a volte
tardavano per il caffè. Il marito
forse era geloso. Alla chetichella
giungevano con le nuove del giorno.
"La Marisa ha partorito un bambino,
bello, dicono; ma il padre sostiene
che non è suo. Sfortunata ragazza!"
Incontri con amiche; cavallucci
di pezza che mamma stessa costruiva.
Tonfi per terra, il vestitino bianco
diventava nero e così le mani,
che solerte lei puliva. La mia gioia
di vivere e di crescere. Se ne andò
l'estate di quella prima infanzia,
ci ritrovammo il freddo tra le mani.
Mammina che d'inverno
parlava poco; il glicine, il bel lilla,
erano degli stecchi spogli stantii.
Come vorrei, mamma, che si potesse
ritornare al profumo del glicine
ed ascoltare i tuoi consigli; il breve
saluto al mattino, la compostezza
a tavola...
 
 
Nella vecchia casupola
 
Acquartieriamoci da soli
nella casetta abbandonata
e viviamo dimentichi
delle preoccupazioni,
delle estroverse manate degli inganni.
Attendiamo che arrivi la mandria
che sale alla malga. Passeranno
prima delle luci dell'alba.
La Rossa ci desterà
con i suoi muggiti e suoni
di campanacci. Il buio presto
ci riporterà il sonno.
 
Restiamo in questa vecchia casupola
da pastori a raccogliere raggi
di luna per farli fuggire assieme.
 
 
Vendita al dettaglio
 
Chissà dove va la Lella, la sera,
quando i bambini stanno per finire
di cenare! Sculettante e formosa,
viene avanti spedita.
Non guarda in faccia
nessuno. Mi metto
in prima fila per salutarla.
Lei tira avanti diritta.
Resto senza parole,
avvilito. Mi guardo le mani,
il viso sulla lastra della finestra.
"non sono poi da buttare!".
Lei continua, al primo vicoletto
gira e avanti per strade mute
di traffico, avanti per viuzze,
vicoli e stradine. Tranquilla,
impassibile si apposta
al suo angolo, con la sigaretta
accesa e aspetta... Si ferma
un'auto: "Quanto vuoi?"
Ribrezzo, pena, la voglia
di tirarla fuori dal giro!
"Quanto vuoi?"
Sale sull'auto, si allontana
per pochi minuti e torna
con addosso la puzza rancida
e stantia di quell'uomo.
 
Stanca, umiliata
lascia il vicoletto, spento nel buio,
seminato di carte sporche,
preservativi... Odore di urina.
 
 
Il passaggio per la tua anima
 
Una ragnatela polverosa,
gonfia di mosche chiude il passaggio,
che porta alla tua anima. A destra
ed a sinistra, buio assoluto,
sempre nuove muffe e ragnatele
accecano l'ingresso. Non fuggire.
Perché ti arrocchi in quel tacere
arrabbiato, che porta
all'incomprensione, alla sconfitta?
Insegnami la strada...
Vedrai! Sarà bello aprirsi l'un l'altro,
attestarsi su posizioni di mutua
comprensione. Lascia aperta la strada,
che porta allo scrigno, dove sono
custoditi i tuoi più intimi segreti.
 
 
Accompagnami al lido
 
Accompagnami al lido
dove gli scogli spezzano
le manate delle raffiche.
Accompagnami dove il mare
conversa solitario con le voci
degli aridi arbusti
e le mani delle onde
abbracciano le rocce.
Accompagnami...
Sarò sibilo di vento
che fugge oltre l'orizzonte
treccia di sole che strega
con diafani lucciolii
le crespature turchine
docile alfabeto di parole
che toccano la tua anima,
quando inalberi
la vela dell'indifferenza
e diventi sorda
ai miei vellutati sussurri.
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ultimo aggiornamento 31-05-2002