LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

Poesie tratte dal libro

Rino Passigato, La grande illusione,

editrice Montedit, 1998,

pp. 64, Lit. 12.000, ISBN 88-86957-39-4

ALLORA TI CERCO
 
Quando malinconiche le ombre
assediano i manipoli dei miei pensieri.
Quando più non so abbracciare sorrisi d'amici
ed ogni cosa si svuota di significato
e più non indovino le strategie nel duro gioco…
Allora Ti cerco…
nella grazia di un bocciolo che si apre,
nel campo che ha partorito bionde messi,
nei segreti che nasconde il grembo d'una donna gravida.
Vi scopro la mano del Tuo amore.
E tornano ad accendersi
di gemme d'oro le guance del cielo,
né più mi suona vuoto lo scalpiccio dei miei passi,
né sa di pochezza
il fatidico tic tac del tempo.
LA SOFFERENZA DI NON PIÙ RIVEDERTI
 
Un giorno dovrò partire…
Non vorrei allora perdermi da solo
negli spazi delle galassie,
dove l'eco del vento non muove foglia,
non vorrei rincorrere code evanescenti di comete;
ma viaggiare sul dorso dei refoli fuggenti
che picchiettano sui vetri,
correrti incontro con lo sciame dei ricordi,
regalarti baci di sole,
amplessi azzurri di cielo.
 
Quando dovrò andarmene lontano…
non vorrei perdermi
nella sofferenza di non più rivederti.
NON CI SEI PIÙ ALLA FINESTRA
 
Arrivavo con il treno del Venerdì sera.
Eri alla finestra,
il cuore gonfio d'affetto,
i muscoli lisi dalla fatica
per avermi preparato la casa linda,
i vestiti a puntino…
Momenti meravigliosi!
La gioia del tuo amplesso,
il conforto delle tue parole.
Com'era breve quell'incontro!
Le appetitose lasagne,
la fretta di dire le novità del paese
ed arrivava l'ora della partenza.
Dalla finestra ti sbracciavi in saluti e raccomandazioni.
Ora non ci sei più, mamma.
Quanti anni sulle corse del treno del Venerdì,
seppur mi sembrano di ieri quei tuffi al cuore
quando all'arrivo alzavo lo sguardo…
Non ci sei più alla finestra
a dispensare emozioni d'amore…
È tutto così senza vita ora:
Il salotto non è più acceso dal fiato delle tue piante,
l'angolo del micio è itterico di muffe…
Non ci sei più alla finestra ad attendermi.
La ruggine del tempo sulle ruote della memoria:
Ancora alzo lo sguardo,
ancora vedo il tuo saluto,
ma è freddo, sa di vuoto…
L'ADRIATICO DI GENNAIO
 
Ad attenderci c'è un sole febbricitante,
ma il mare distribuisce a piene mani
meraviglie di verde e turchino.
L'Adriatico di gennaio è ancora più bello:
i fragili brividi di Bora
che gli grinzano la schiena,
il profumo di sale che insaporisce la spiaggia,
il manto trasparente di foschia
che gli cade sulle spalle…
Mai come oggi ho gradito questo incontro.
Allungami le tue nude braccia
che sollevino questo velo di tristezza.
Dovrò tornare nella piana delle nebbie,
dove l'azzurro è bistrattato dalle insolenze delle ciminiere
e l'Adda piange malato di alghe itteriche…
SUL COCUZZOLO DI MONTEVECCHIA
 
Non ricordarmi il sentiero
che conduce al bosco delle acacie.
Venivamo per fuggire
le pantomime incalzanti del traffico,
per nascondere i nostri baci.
Tra frulli di bellezza e scalpiti di cuore.
E la strada saliva
fino all'invitante chiesetta
sul cocuzzolo di Montevecchia:
a cavalcioni del muricciolo…
I bisbigli del luogo
affondato in una macchia di verde,
le guance rosse del crepuscolo
che c'invitavano a togliere le tende.
Torniamo…
Al boschetto delle acacie,
alla chiesetta seduta sul cocuzzolo.
Chissà! Ritroveremo le carezze degli zeffiri,
il piacere della quiete,
i cuori scalpitanti dietro palpiti di gioia.
TORNERANNO LE ALLEGRIE DEI FIORI
 
Un istante di piacere,
un refolo di fresco profumo
dalla rosa che arabesca di giochi purpurei
l'opaca luce autunnale.
È sola,
ignara che domani
le insolenze del ghiaccio vizziranno i suoi petali.
È sola:
non giravolte di farfalle,
né feste di passeri…
Meravigliosa bella
non paventa il freddo della nebbia.
Affascinante
mi regala un sussurro di speranza:
torneranno le allegrie dei fiori…
LUSSURIA
 
Udivo la tua voce incantatrice.
Ti ho rincorsa per il bosco dei castagni,
le appetitose trasparenze delle vesti di seta,
i merletti profumati…
Ti ho posseduta…
nella quiete odorosa di muschi.
Pochi istanti…
e mi sono trovato il cuore vuoto,
l'anima che nascondeva
il rossore dietro nuvole di colpe.
Tu eri sparita
forse dietro la scia del reattore sghemba nell'azzurro
o forse per gli alti viottoli
frequentati da voli di passeri.
Là nel bosco dei castagni,
dove s'affollano
longilinei fusti di piante annose
mi sono sentito crescere spazi d'insoddisfazione.
Meglio rincorrerti sempre…
Meglio coltivarti tenero virgulto
nel giardino dei desideri.
FRAGILE ATOMO DELL'UNIVERSO
 
Fragile atomo dell'universo…
Non so abbattere i grigi torrioni di nebbia
che scolorano l'oro del sole,
il rosso delle bacche del giardino…
Uomo incapace di arrestare
le bricconate del vento
che rumorose piegano i rami del pino,
incapace di demolire
questo muro di solitudine
alto, ossessionato
da frulli di vento e tremori di silenzio.
Fragile atomo dell'universo…
Non so frenare le ruote del tempo,
non so accendere lucciole di sorrisi
sulle grigie atonie della nebbia.
 
SEI ANDATA
 
Sei andata senza dirmi "arrivederci",
come il fiato d'un anemone…
Non me ne sono accorto…
L'educato zeffiro
s'è fatto dispettoso vento di bufera,
il girotondo delle rondini
è diventato footing di routine.
Sei andata, giovinezza,
né più sorseggerò
il rosolio del tuo calice.
E pensare che volevo che passassi rapida
per avere nelle mani le stelle del futuro.
Ahimè. Non fanno complimenti
le frettolose impennate della vita!
DI SERA
 
Piano piano sul lungo vialone
si aprono luminosi gli occhi delle luci,
curiosi spiano lo svagato scalpiccio degli operai
che lasciano le fabbriche,
lo scoppiettante rumore di qualche motoretta.
Poi per le strade del borgo si fa avanti
la tranquilla sagoma del silenzio,
che s'insedia da padrona
sul volo ritardatario di qualche tordo,
sul suggestivo suono della campana dell'Angelus.
Mi fermo…
Vagiti di nuova vita escono dalla campagna,
che si veste d'attesa
per accogliere i teneri bagliori della luna;
rischiareranno lo stupore dell'erba fresco di verde,
il bianco garbo delle magnolie
incolumi alle insidie delle fabbriche vicine.

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Agg 25 gennaio 2001