LA PIÚ GRANDE ANTOLOGIA VIRTUALE DELLA POESIA ITALIANA Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Pinuccia Bonora Ha pubblicato il libro
Pinuccia Bonora - Stunderùna       Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) 14x20,5 - pp. 52 - Euro 6,20 - ISBN 88-8356-629-7 Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l'autrice è 4a classificata nel concorso letterario "M. Yourcenar" 2001 Prefazione Poesie
Stunderùna cioé vagabonda, così la madre apostrofava la figlia, inquieta e curiosa, al ritorno dalle sue scorribande e queste poesie sono lo specchio fedele della personalità dell'Autrice: desiderosa di conoscere, di avventurarsi nella vita, di fare nuove esperienze per ritrovar se stessa. Raccontar la vita, i pensieri quotidiani, i sogni, la fragilità e le profonde verità sempre facendo appello a quella vitale energia che permette di rinascere ogni volta: guardarsi dentro per scoprire l'armonia del vivere. A volte riflessiva altre volte frenetica nell'esternare le proprie sensazioni riesce sempre, tra un verso e l'altro, a far scoccare la scintilla dell'invenzione. D'altra parte cosa saremmo senza le nostre parole?   Massimiliano Del Duca
Prefazione   Non voglio confondere quella Pinuccia che conosco e amo da decenni, con l'autrice delle parole qui raccolte. Voglio invece spiegare al lettore (che nulla potrebbe sapere di lei, né l'età, né il sesso, né il ricco vissuto), perché questi testi, composti da sillabe, singhiozzi e frasi sospese, dalla metrica libera, possano ambire a chiamarsi poesie.   Un equivoco è in atto da tempo: si crede che qualsiasi conato espressivo, qualsiasi emozione, espressa con frasi immediate, dove si va a capo un po' qui e un po' là, possa dirsi poesia, e che poesia sia tranquillamente ciò che prosa non è. Quest'ultima, è chiaro, comporta il rispetto di gabbie sintattiche esige un pensiero e un costrutto, non bada ai suoni, al fluire dei nomi, alle consonanze; richiede mestiere e chiarezza. Poesia - lo credono in molti - è un terreno intermedio fra il dire e il sentire, purché vi sia il sentimento: tutto il resto, la metrica ostile, il rigore scandito dei verbi, i piedi, gli accenti, sono opzioni per l'ingenuo che creda che un aggettivo azzeccato e proposto già faccia verso: "il silenzio verde" di Carducciana memoria!   Tutto questo Pinuccia Bonora lo intuisce e lo sa, sta attenta a non cedere alla facile tentazione dell'anacoluto e degli ossimori ad effetto. Il rimedio c'è:l 'affetto. L'autrice ha scritto perché non poteva più farne a meno. Ogni singolo verso le è uscito perché ne era gravida e a termine; ed è solo l'amore, il più pieno, a provocare la penna, a obbligarla a stendere su un pezzo di carta quel "crampo che parte dal centro" (Male). È l'affetto, il sentire adesione alle cose, agli umori, ai paesaggi, ai fatti di cronaca che permette a questa poetessa di mettere in file e in colonna parole che in altro contesto starebbero in riga e lì morrebbero false. Pinuccia che credeva di "essere unica al mondo" (Conflitti), lo è per davvero, come ognuno di noi, tanto unica che ognuno leggendola un po' si ritrova e rinnova stupito quell'ansia provata da giovane per un incontro voluto con tutto se stesso e altrettanto temuto.   Claudio Tartari
Stunderùna Perché Stunderùna?     Stunderùna era l'appellativo con cui mi chiamava mia madre al rientro dalle scorribande; vuol dire vagabonda. Il termine rappresenta bene la curiosità e l'inquietudine che hanno mosso i miei passi ma sono convinta che la vita sia un viaggio che meriti di essere vissuto pienamente, anche pagando qualche prezzo.    A mia madre Bice Grazie a tutti quelli che mi hanno amato nonostante la mia inquietudine. Grazie al Dr Claudio Tartari per avermi onorato della sua presentazione colta e affettuosa, grazie a Gigi Mapelli per aver creato per me il lavoro pubblicato in copertina, grazie a tutti coloro che mi hanno incoraggiato a pubblicare le mie riflessioni.   Pinu    A zonzo con gli amici Canto     In un lampo tutto è diverso, d'improvviso restiamo soli e incerti. Il futuro possibile senza orizzonti, la speranza sepolta nella quotidiana assenza di ragioni per vivere. Ma siamo adulti e alziamo la testa, per amore dei figli che osservano il nostro passo, cercando di nascondere il vuoto in cui galleggiamo. E cantiamo, con un nodo alla gola, la musica ci porta lontano,in alto verso nuovi, vitali scenari, ci riconsegna Amore. Ci raccogliamo così dentro l'urlo profondo del ritmo e sorprendentemente ritroviamo noi stessi.     * ad Antonietta, Patrizia e Claudio.   Come st@i?   Non risponderò amica cara. Dovrei raccontarti la corsa sfrenata verso il mai. " Enviarte l'anima in un e-mail, amiga",* gravare sulle tue provate spalle. La mia mail sarà faceta: "Sto bene! Allego colibrì animato. Non contiene Virus".     *da un bar di Barcellona   Conflitti   Siamo proprio noi, così indifferenti, ci sfioriam con parole inutili.   Siamo noi che ogni volta pensiamo alla fine sperando sia subito.   Siamo proprio noi, così lontani, noi che non vogliamo più l'incontro!   E pensavamo d'esser speciali, d'essere unici al mondo!   Donna   Pelle viva, tu, donna che con occhi fieri m' hai teso la mano. Arguto folletto, scruti il mondo beffarda e doni ironici lazzi mentre spunta un sorriso. Lo sguardo punta lontano, oltre convenzionali confini. Ad occhi aperti hai percorso tutto l'amore e il dolore del mondo facendoti squartare. In te ho trovato un caldo abbraccio di madre   *a Luciana   Giusi   Con abili mani raccogli lo spirito che ti si affida. L'occhio attento indaga gli intimi fantasmi, li traduce in nuove fantastiche simmetrie. Sforbici l'immagine scrutando i nostri occhi, realizzando l'intima bellezza. Tu intenta e solerte non puoi tradire te stessa assumendo altre visioni del mondo. Umore   Annuso l'umore dell'auto, alla scoperta della tua tana, a mio agio tra le tracce di un sano, maschio, disordine. Briciole di tabacco parlano di te. I tuoi gesti raccontano che oggi sei senza difese. Mi senti, finalmente, sorella. Potessi farmi aria calda e leggera e non disperdere il calore   Wasantha   Lunghe vesti svolazzanti e leggere annunciano il tuo passo lieve. Con grazia raccogli in treccia la chioma folta e nera che incornicia ribelle il tuo piccolo ovale scuro.   Dal profondo culo del mondo sei venuta! Carponi lavi e spazzi con occhi di gazzella. Mansueta alzi lo sguardo dicendo: "La vita non mi piace tanto!". E un nodo mi stringe, per me e per te donna.   A zonzo nel cuore   Armonia   La tua parlata è rapida e secca, ma ti sfugge una morbida nota se pronunci il mio nome. Ciliegio   Ciliegio in fiore, canto del vento, respiri amore. I secchi rami rivivono. Ad occhi chiusi ripensi i tuoi tanti ciliegi fioriti. Assorta contempli l'incurante e immutabile tempo della natura. Il tempo ristagna, riempie le ossa. Il giorno non sembra finire. Squillo improvviso! La borsa! Un balzo, l'afferri. Affannosa la mano rovista fra mille frammenti di vita. Rinasci: "Piero,sei tu? "Ciao, sono io" ma non hai più vent'anni. Compagno   Cammino ansimando. Arrancando appoggio i piedi dove l'impronta dei tuoi rendono meno arduo procedere e, commossa, sento che spesso ho calcato l'orma che tu, silenzioso, mi hai sempre offerto spianandomi la strada; semplice e sicuro della scelta migliore. Divisa tra i miei complicati percorsi interiori e la logica chiarezza procedo zizagando.   La "Mano"   Ai miei occhi pantera che con fluidi balzi ti stacchi e maestosa ti alzi. Sospesa ti inarchi e possente, concentri l'attimo: immobile colibrì. Mozzo il fiato in gola in attesa; fulminea esplodi. La palla saetta, sorprende imprendibile. Hai trovato forza e fiducia dentro l'anima piccola mia. So la fatica e l'amarezza ma oggi è gioia.   *A Silvia
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