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LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
 
Poesie di
Michele Piacenza
 
Come un giorno di pioggia
 
E allora, ci si rivede ancora dopo così tanto tempo,
e sei ancora qui a profetizzare ogni tipo di sventura,
a ricacciarmi nella desolazione e nel silenzio di ieri,
tra le strade del rancore, le vie sporche ed oscure.
Come un giorno di pioggia che ti prende all'improvviso,
come un antico libro di dogmi ferrei e verità assoluta,
un giorno di pioggia che prepara un'altra inondazione,
un giorno di pioggia tesa, una cascata continua e minuta.
 
Stai pensando ancora alla gente lungo la frontiera,
ai combattenti del sud, ai professori di Princeton,
alle crepe lungo i tuoi fianchi, alla mia immagine allo specchio,
tra un vecchio seduto e solamente poco tempo per pensare.
Come un giorno di pioggia che ti accompagna ai confini della mente,
un nuovo Mosè che ti porta incolume sino al cielo aperto,
un giorno di pioggia che ti spiega il destino con incrollabile pazienza,
un giorno di pioggia feroce che ti indica i margini del tuo deserto.
 
Ci si rivede ancora dunque, nel bel mezzo dei nostri peccati,
nascosti sin dall'inizio, sotto una cenere che arde e ti chiama,
nel piccolo spazio di un orizzonte e del blues di Mobile,
semplicemente arrabbiati, sudici, bagnati sino all'osso.
Come un giorno di pioggia dal quale cerchi impaziente un riparo,
un giorno di pioggia che ti urla e ti ricorda i tuoi guai,
un giorno di pioggia che ti rompe i ritmi, ti crolla addosso,
come un giorno di pioggia atroce che sembra non finire mai.
 
 
La parabola della notte
 
Quel giorno era il sole, erano le nuvole bizzarre
Quel giorno era uguale, stanco, chiuso nella sua botte
Quel giorno mai lontano, quando arrivarono le ali nere
Vigliacchi scrittori a scrivere la parabola della notte.
 
Quel giorno fu il gran fragore delle cose perdute
Quel giorno tutti ci chiedemmo chi davvero eravamo
Quel giorno quando eravamo tutti su quelle torri
Tutti a dipingere il mondo come noi volevamo.
 
Quel giorno eravamo attoniti dinanzi alla finestra
E le fiamme non riscaldavano il sopraggiunto inverno
Quel giorno ci ha trafitto duro col tempo e l'angoscia
Soli con tutti a morire dentro nel giorno dell'inferno.
 
Quel giorno ci ha fatto attraversare in fretta questa strada
Quel giorno ci ha tolto tutti dalle tane e dalle nostre pretese
Quel giorno di morte, di rabbia, di copiose lacrime amare
Barcollando al limite inconscio delle nostre inutili difese.
 
Quel giorno, dopo l'ultima strana, vaga nottata di quiete
Quel giorno di vividi messaggi schiacciati in bottiglie rotte
Quel giorno è ancora qui con noi e lo ricorderemo sempre
Vicino ad una pace assalita dall'oscura parabola della notte.
 
 
Smoking blues
 
Ti vedo bene, legata a quello shuttle in picchiata
Arrampicata sulle idee, sulle mani di quella sfinge
Magnifica, arrendevole e preda del tempo
Illusa, nel tuo abito di Versace e zaffiri
Ed i tuoi stivali di cuoio ed acciaio.
Mentre cerchi un nuovo amico che ti aiuti
Luci che ti rapiscano in ogni tua notte
Corpi sconosciuti che ti stiano vicini
Calamità, distrazioni improvvise ed altro ancora
Sapori e tocchi sempre felici, un blues contorto
Regina di una notte solitaria e vuota
Un blues vecchio, un blues stanco ma mai morto.
 
Ti vedo sballottata in tanti sentieri che si assomigliano
Legata a molte pretese, nelle dune e tra le cattedrali
Spettri, demoni e schiavi che si azzuffano per te
Sopra tutte le eternità ed i naufragi impossibili
Caricata ed impassibile sotto dure piogge sferzanti
Mentre ti specchi nell'Eden delle tue beatitudini
Baciando angeli sopra ogni paura e diffidenza
Viaggiatori scalzi, artisti gloriosi, infinite confessioni
Donne feroci, divertimenti scaltri ed altro ancora
Inverni, turbini spaventosi, pianti, un blues perdente
Dama di ricchezza e di severità silenziosa
Un blues per la tua fortuna, un blues per la tua mente.
 
Ti vedo amica di un tempo, angelo nascosto e stanco
Frettolosa, dietro una macchina che non si ferma mai
Qualcuno ti chiede di passare qualche minuto con te
Qualcuno ti compra pietre luccicanti e vestiti di raso rosso
Non sai cosa puoi cogliere cosa puoi invece rubare
Tra la folla c'è chi sorride, chi progetta mille naufragi
Chiacchiere noiose, stagioni immorali e fiori notturni
Chiedi adesso al portiere che ore sono e che giorno è
Adesso che ho perso il mio posto al servizio del conte
Semplicemente incurante del destino alle nostre spalle
Un blues per i tuoi occhi, un blues ghignante all'orizzonte.
 
Ti osservo viaggiare sui passi che hai già conosciuto
Vie di sassi e paure nelle ore più buie ed assordanti
Qualche giorno passa e ti suggerisce acque agitare
Ma nessuno è libero, sbadigli e bestemmie si assomigliano
Facciamo fatica a vedere quella luce, quell'aria cattiva
Vorresti salire ancora più in alto, al limite del cielo
Portando scarti di purezza e deliri da reinventare
Danzando imperterrita su quella sottile lama tagliente
Allungando il passo per dimenticare le stanze consumate
Sino alla notte della compagnia, del sonno e del vuoto
Un blues per i margini oscuri delle nostre strade sbagliate.
 
Ci vediamo infreddoliti, attraversare una porta misteriosa
Mentre il vento gelato si ripara silenzioso dietro di noi
E non ci conviene cantare adesso che si chiudono i cancelli
Bruciare le lettere, le fotografie, i nostri posti scombinati
Io me ne vado prudente, tu corri senza bugie e senza paure
Ma stai tranquilla, probabilmente li stermineremo tutti
Gettando acidi e baci su quello strano velluto sotterraneo
Ognuno contando i suoi blues del poeta arruffato e strabico
E così ti vedo, di nuovo, arrossire nel turbine delle emozioni
Tu, lasciando scivolare gentilmente le mani sul mio viso
Ed io col mio smoking e lo splendido blues delle grandi occasioni.
 
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 Ins. 03-10-2002