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L'autore nasce il 28 febbraio 1965 in un paese della provincia di Varese ove tuttora vive e lavora. L'ambiente agreste, a forte vocazione bucolica, segnerà il corso della sua vita come un'impronta genetica. Il paesaggio collinare, il fiume Ticino, i boschi di erica e brugo selvatico sono il distillato del suo umore poetico. Dopo il conseguimento della Laurea in Economia ha intrapreso la Libera Professione. L'ambiente universitario ha favorito cura e dedizione per le passioni letterarie tese all'approfondimento di conoscenze filosofiche, etico-politiche, sincretico-religiose. Ha partecipato a diversi concorsi di poesia. L'ultima recente partecipazione gli è valsa la premiazione con la poesia "Alito di vento" con la motivazione sintetica: "...pare di ammirare un Monet". Nel 2005 ha pubblicato una raccolta di poesie dal titolo: "Grappoli di luce" edita da Libroitaliano world. Nel 2006 ha pubblicato la raccolta: "Vapori d'anima" edita da Il Filo. Alcune sue liriche sono state inserite in una antologia pubblicata nel 2006.

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Alito oppiaceo

Ieri ti ho rincorsa

Senza raggiungerti.

Un profondo tonfo al cuore,

non trovandoti.

Avevo confuso un lieve tramestio d'ali,

un brivido di vento,

con alito oppiaceo

sfuggito alle tue labbra.

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Oceano in una lacrima

Vieni con me

a rubare il chiacchiericcio delle foglie

nella carezza del vento

La nostra musica questo sia

Coglieremo fiori ricolmi di luce

ad allietare occhi che pulsano

d'oceano in una lacrima

Saremo anime senza tempo

di giovanil passione e di saggia memoria

Liberi in prigionia d'amor.

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Gocce di melanconia

Ancora, con le tue mani calme

asciugami il volto

è madido di gocce di melanconia

Evaporati sono i giorni

d'improvvisate edicole

ove favelle amorose sussurravamo

come sacre liturgie

Su terrazza di lago il nostro sguardo

come il nibbio virava a spirale

sopra i castelli medievali

o tra ritornelli d'umana stirpe

Ma ora di nuovo rinasci a primavera

nel fior di pesco profumato

e adorna ancora il mio pallore

dei mille inverni

ch'ho dentro al cuore

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Le tue stagioni

Tengo al labbro, ancora,

l'umida tua carezza

d'alito fiatato

La penisola del tuo naso

ha lasciato l'impronta

in un'ansa del mi collo

laddove la tua sete alimentò

la sorgiva dei miei sogni

Le tue stagioni scioglieranno

le mie nevi o sentenzieranno

cristallizzi di fossile perento.

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