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Con spirito leggiadro offre nella lettura di questa pagina una parte di ciò che egli stesso è, perché qualcun altro possa condividere qualcosa con lui e perché egli stesso possa crescere...

Cosa si addensa lentamente sulle nostre Anime? Cosa resta di un saluto che promette un futuro nuovo incontro? Continuo ad avere fiducia nell'altro, ad aspettarlo sulla soglia dischiusa del mio spirito, sbirciando ogni tanto dalle piccole finestre per vedere se qualcuno si avvicina, sicuramente un ospite gradito... Ognuno avrà con sé dei doni che solo lui potrà donarci e che dovremmo essere in grado di riconoscere perché non si dispendano nella dimenticanza e nella banalità di un quotidiano che scorre e fugge senza sosta all'esterno come all'interno di noi. Piccoli dettagli significativi che colorano la nostra vita di sfumature particolari, che nelle nostre insenature animi che assumono e prendono in sé dei giochi magici di luce che rischiarano e adombrano sentimenti e vissuti che risiedono in noi. Così, arriviamo a riconoscere il vecchio nel nuovo e viceversa, come è possibile fare questo? Dove lo ritroviamo ciò che è stato in noi e ciò che potremmo essere? In quali parole che pronunceremo o ascolteremo farà eco la nostra intima essenza, permettendoci di osservarci, sia pure per brevi istanti, che poi dovremo rendere fruibili con la memoria e il desiderio? Siamo sempre stati in quel punto che ora mettiamo meglio a fuoco, abbiamo sempre aspettato lì che qualcuno o qualcosa venisse a trovarci perché il gioco riprendesse, vedendoci più attivi e partecipi. Ora probabilmente dobbiamo entrare in scena con nuovi volti e maschere, nuovi abiti, non dimenticando mai il giorno passato che prolunga la sua ombra nel palcoscenico che comincia ad illuminarsi. Cosa si rappresenterà? Cosa rappresenteremo? Una sfida senza copioni o senza prove se non l'improvvisazione affidata ad una saggia intuizione. Fermati presente, aspetta che ti guardi, che possa tingere le tue forme dei colori che possiedo, che possa riporti tra gli oggetti più cari che conservo nella memoria e di lì rivisitarti ogni volta io lo desideri. Non sfuggire proprio ora che il mio passo comincia a trovare piacere del suo incedere posato, incerto e pesante, non andare via senza mostrare qualcosa del tuo passaggio. Siamo già presenti nei pensieri delle persone che incontreremo, nei loro stati d'animo e nelle aspettative che somigliano a dei sogni. Quello spazio della nostra mente che ospita in potenza questi futuri incontri, lavora silenziosamente e si prepara seguendo linee di forza a noi peculiari, determinando al contempo la nostra libertà di azione. Tutto quello che abbiamo trascorso e che ancora ci trattiene non farà altro che preparare il nostro corpo e il nostro cuore ad accogliere o fuggire da ciò che ci aspetta. Alla sera, in quegli istanti precedenti al prendere sonno, non potremmo trattenere il pensiero, che trasportandoci in luoghi mai visti e sempre conosciuti ci mostrerà, con un linguaggio misterioso ed antico, quel sentiero che solo noi possiamo percorrere. Ci fermiamo, bloccati ad una nostalgia dolorosa e ripieghiamo lo sguardo indietro, nei fatti, le situazioni, le persone, noi stessi; a questo punto dobbiamo fare un piccolo salto per procedere, un piccolo semplice passo più in là, in direzione dell'ignoto, del rischio e della scommessa, nella prospettiva della vita e della piena identità e libertà. Quell'incontro, allora, ci era necessario per non perderci, permettendoci di farlo momentaneamente, perché in seguito potessimo ritornare sui nostri passi arricchiti da quella esperienza. In quel periodo, forse un Angelo, si è fatto carico del nostro peso che rischiava di soffocarci e ci ha sostenuto il tempo necessario perché fossimo di nuovo pronti per ritornare a camminare con le nostre forze, consci di percorrere un sentiero che si snoda lungo il ciglio di un abisso che ci richiama con il suo fascino, ma che non è oramai più forte di noi. Benediciamo così ogni minuto che ci viene offerto nel dialogo della vita, ogni attimo di comunione con un mondo altro che fà parte di noi. In silenzio umbratile che ci protegge e ci prepara ad un possibile nuovo o passato dialogo. Sostiamo tra le sue maglie, ascoltiamone le mille voci che gridano dal suo fondo. Dopo, troppo tardi o al momento giusto, comprenderemo, sentendolo, che quella che è stata la nostra opportunità, deve essere allontanata o ce ne dobbiamo allontanare perché adesso si presenta pericolosa come uno scoglio, potrebbe essere il nostro tradimento. Quel porto sicuro dove essere salutato perché la nostra identità non si perda in esso, perché nella scia che si creerà nel nostro allontanarci e che sparirà presto dalla superficie increspata delle acque, rimarrà ma invincibile linea che ci legherà per sempre a quel luogo che ci ha visto nascere a noi stessi. Nel tempo, stringeremo ancora tra le mani quel filodi Amore e con un gesto simbolico, suggellato da qualche lacrima lo avvolgeremo intorno al nostro petto e troveremo anche il coraggio di morire, perché abbiamo vissuto. Entrammo, per uscirne poco dopo, nella vita di una persona, condividiamo con lei una parte di noi che in quegli istanti può emergere, ridiamo e forse piangiamo anche. Dopotutto, come una conversazione telefonica, riattacchiamo, quel filo che ci univa svanisce nella realtà e rimane in noi il suono di una voce, qualche rumore di contorno e il calore di una presenza distante che ha vissuto per un attimo per noi...

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