LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Maria Grazia Savonelli
Ha pubblicato il libro
Maria Grazia Savonelli - Magie di parole


 
 
 
 
 
Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) 12x17 - pp. 36 - Euro 4,20 - ISBN 88-8356-763-3


Pubblicazione realizzata con il contributo de

IL CLUB degli autori in quanto l'autore è finalista al Premio Jacque Préverto 2004


 
Prefazione
Poesie
 

Prefazione
I ricordi "lievi" riposti da Mariagrazia Savonelli nello scrigno della mente sono pronti a risplendere nuovamente nella magia delle parole, linfa vitale di queste poesie della memoria. È un affacciarsi sulla finestra della vita a riveder la giovinezza spensierata, le esperienze vissute, le amicizie d'un tempo, i primi amori ormai dispersi nelle zone della dimenticanza: pensieri ritrovati, scavati in fondo al deposito esistenziale, dissepolti dalla vita quotidiana, recuperati dallo scrigno che li ha custoditi.
Ecco dispiegarsi quell'unione tra l'amore per la vita e l'armonia con il mondo circostante con quella ammaliante luce sull'acqua d'un fiume, la carezza d'una mano, la gioia d'una bocca che regala parole d'amore e crea un indimenticabile "incantesimo notturno", e poi ancora, la consapevolezza d'una vita che è un percorso tra "duri ciottoli", lo sguardo rivolto a "ostinati fiori" che, nonostante tutto, continuano a crescere, a stretti vicoli con muri scalcinati, a luoghi sgretolati dal tempo proprio come i primi sogni di una ragazzina che si sono frantumati su una scogliera al pari delle onde che si infrangono lasciando pochi spruzzi di "schiuma amara" di sbarbariana memoria.
Il ricordo corre all'abbaino dove si poteva scorgere il campanile e si giocava a nascondino o alla vecchia fattoria, ormai venduta da tempo, dove si poteva giocare in mezzo a prati verdi mentre nell'aria si spandeva l'odor di miele: il mondo a quel tempo era tutto lì ed ora invece il sapore del miele è solo un vago ricordo e, frantumato il cuore dalle meteore dell'amore, ormai indifesa davanti alla realtà così piena d'insidie, l'Autrice si sorprende perché lo sguardo è rivolto a ciò che si nasconde dietro la superficie, al profondo del mare, alla ricerca di qualcosa di prezioso da estrarre da un fondale che non si scorge. E se ciò non bastasse, in un totale abbandono, nascondersi tra le onde del mare e lasciarsi trasportare dalle correnti quasi in un lento andare alla deriva verso nuove esperienze o nuovi luoghi, fino a raggiungere la sospirata mèta.
Allo stesso modo, in quei vicoli dai muri scalcinati e pervasi dal profumo di glicine, "seduta sui gradini del tempo" per lasciarsi condurre in un'altra dimensione, oltre il consueto calendario dei giorni conosciuti, per recuperare il valore delle cose semplici, per dimenticare "il buio che c'è dentro il cuore": ogni cosa si è ormai cancellata come un tremante disegno tracciato sulla sabbia in attesa che l'onda più lunga delle altre lo faccia svanire, i giorni sono frammenti che affiorano dall'acqua come i perduti incanti dell'infanzia col profumo di miele o di crepes all'amaretto poco importa, perchè, ora e subito, è inderogabile reinventare una pagina bianca, candida e libera, dove annotare un messaggio d'amore d'una generazione che ha conosciuto la difficoltà quotidiana del vivere, le sofferenze dell'umano cammino, il silenzio dell'anima.
Una personale ricerca di un "posto al sole", senza pesanti fardelli sulle spalle, con la consapevolezza che la vita è fragile e breve come i sogni che svaniscono all'improvviso: eppure il cuore stanco non è ancora sazio, vuole ancora andar per mari lontani e vincere infine le paure, cancellare le debolezze, annegare i rimpianti per ritrovarsi in libertà.
Le poesie di Mariagrazia Savonelli sono il filo esistenziale da riprendere, con orgoglio e con quella esperienza maturata nel corso degli anni, per ri-amare la vita: sotto un portone, a ridosso di un muro, in un "grande prato verde" o in un campo di girasoli, abbracciati nella notte, o in riva al mare. Ogni giorno a venire.
 

Massimo Barile


 

Magie di parole
NOTTURNO SUL PO
 
 
Argentata dalla luna, l'acqua riflette di
una luce diafana i nostri visi, i nostri
sorrisi -
 
Lungo il placido fiume si pavoneggiano
le piccole barche strette, simili a timide
ma ardenti amanti -
i falò, sulle spiagge lontane ammiccano
alle stelle brillanti, in un tacito accordo
d'amore e d'armonia.
 
Fresca ma calda mi sfiora la tua bocca,
tenere e forti mi accarezzano le tue mani,
complici saranno del nostro incantesimo
notturno.

 
PER UN AMICO
 
 
Lungo è stato il viaggio, amico.
Tormentato dall'ansia di ritrovare me
stesso, ho deciso di ritornare.
 
Non so se il glicine profuma ancora
il vecchio porticato e se tra i ciottoli
cresce ancora, timida ma ostinata, la viola.
 
Dalla stazione percorro l'indimenticato
viale di secolari olmi, per giungere
allo spiazzo della cascina: qui ritrovo
le antiche case, tutte sgretolate e nude,
prive dei nostri canti e delle nostre
risa, amico.
 
La porta d'ingresso è aperta, ma dentro non
c'è più nessuno-solo il passato mi accoglie -
Tu dove sei, amico?


 
 
NOTTE D'INVERNO
 
 
Mi ritrovo qui in una notte d'inverno,
in una piazza deserta in compagnia
soltanto del mio inseparabile cane e di una
scordata chitarra.
Mentre cerco un angolo dove dormire,
centinaia di fiocchi di neve
silenziosi e bianchi scendono lievi
e danzano attorno a me.
Sarà allora che vecchio vagabondo
quale sono
scruterò questo cielo che gioca con me:
afferrerò questi
coriandoli gelati
e forse non mi sentirò più solo.

 
VICOLO MOLINARI
 
 
La piccola porta scura - sita nel mezzo del
vicolo stretto e grigio - si apriva in un
cortile vecchio e scalcinato.
Ma la bicicletta rossa splendeva
al sole, vicino alla pianta di glicine.
Quel luogo diventava allora incantato,
come se fosse creato nelle favole,
pronto ai giochi più fantasiosi.
Così tra quadrati di pietra,
mura sgretolate, petali lilla,
sono trascorse le estati della
mia infanzia.
Adesso il glicine è sparito ed io
non ho più la chiave di quella porta:
non potrò salire e rivedere l'abbaino
dove scorgevo il campanile del Duomo,
circondato a sera da stormi di rondini che si
rincorrevano come a nascondino.
Il mio mondo allora era tutto lì,
- caldo e rassicurante. tra una penombra
di chiesa e la calma del vicolo.
Se chiudo gli occhi e mi estraneo
da questo oggi quasi inesistente,
io sono ancora lì, nel mio vicolo
per sempre.

 
SCOGLIERA
 
 
Su questa scogliera,
i primi sogni di una ragazzina
si sono frantumati come onde
all'impatto dell'aspra realtà.
Tra voli di gabbiani,
occhi non più innocenti
cercano una sosta nella quotidianità,
scrutando nel profondo, sempre uguale,
del mare.

 
LA FINESTRA
 
 
Verrà un tempo in cui ti affaccerai ad
una finestra ed attraverso i vetri
rivedrai, un po' offuscata dagli anni,
la tua vita.
 
Il fanciullo che vive in te
ti spingerà ai ricordi lieti,della giovinezza,
quasi sempre spensierata e ricca di
esperienze.
 
Ti sembrerà di rivedere gli amici di allora,
i primi amori,sofferti e già dimenticati.
 
Poi il presente ti richiamerà
e le tue mani, stanche e sciupate
riprenderanno a tessere la trama del tuo
destino-mentre il cuore aspetterà di
ritornare a quella finestra, specchio dei
tuoi rimpianti.

 
METEORA
 
 
Come un'invisibile meteora,
questo amore improvviso
ha frantumato il mio cuore,
disintegrando tutti i miei
principi -
 
Spaventato attendo che il
tumulto passi ed intanto,
simile ad un soldatino di
piombo,
vivo -


 
L'ULTIMO VOLO
 
 
Ancora ignari del nostro destino,
svolazziamo felici tra le nuvole
e l'oceano, vivace cormorani
dell'Atlantico.
 
Dopo, come sempre, ci allineiamo
sugli scogli, lambiti dalle onde.
Ma che strano colore che hanno!
È petrolio!!!
Prima ancora di poter spiccare
il volo, veniamo travolti da un'onda
grande e nera come la pece.
Al suo ritiro siamo tutti paralizzati
dalla melma nera e terrorizzati,
gridiamo muti al cielo aperto -
Riuscirà l'uomo, eterno nostro nemico,
a salvarci?


 
 
MIELE
 
 
Quella canzone sentita alla radio
mi riporta qui,
nella fattoria dei nonni, tra prati verdi
ed arnie dorate.
 
Scalza giocavo nell'erba,
controllata a distanza dagli adulti che,
protetti da caschi forati,
versavano l'oro dolce nei vasetti di vetro -
 
Adesso le arnie sono vuote,
paradossalmente amare.
Non esiste più il miele perché le api
e la fattoria sono state vendute da tempo -
 
Solo il lieve vento dell'estate sussurra
tra i sentieri dei boschi il nostro nome
e nell'aria sentirai un sapore di miele-


 
 
SORRISI E SETA
 
 
Per la notte stellata e la luna,
la stanza sembrava illuminata d'argento:
la luce riversava sui cuscini
bagliori simili a sorrisi.
 
Anche noi due sorridevamo ed era tutto
un'armonia di sussurri e movimenti
languidi,
come di seta -

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Ins. 27-09-2004