LA PIÚ GRANDE ANTOLOGIA VIRTUALE DELLA POESIA ITALIANA Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Marco Gottardi Ha pubblicato il libro
Marco Gottardi - Incanti e cadute             Marco Gottardi - Incanti e cadute Collana I gigli (poesia) 14x20,5 - pp. 52 - Euro 5,80 ISBN 88-8356-862-1 Prefazione Poesie
Prefazione   Incanti e cadute nasce dall'ineluttabile ambivalenza dei risvolti umani, da quel profondo dualismo inesorabile che genera sentimenti opposti e spesso complementari. È un gioco di ritmi alterni, un susseguirsi inevitabile di salite e discese: dietro ogni incanto si cela l'ombra di una caduta ed ogni caduta è a suo modo incantevole. Ogni incanto è ammirato con estatico rapimento, ma porta con sé il presagio di un abisso che inghiotte il sogno in un incubo prezioso. Ogni incanto genera una caduta, ma dopo ogni caduta non si può che rialzarsi, assaporando il gusto di una speranza ineffabile quanto illusoria. È dunque la felicità il dolce preludio alla tristezza? O ne è piuttosto complemento, voltafaccia indispensabile? Non ci sono né vincitori, né vinti... non ci sono risposte, né tanto meno ipotesi plausibili; c'è solo un precario ma costante gioco di equilibri necessari che si alimentano vicendevolmente. E c'è una consapevolezza compiaciuta e rassegnata di dover sempre ricominciare, alla stregua di un Sisifo moderno, il cui spirito più si innalza, più è destinato a sprofondare. Permane tuttavia una risibile ma concreta possibilità di salvezza, una resurrezione agognata ma ancora ingabbiata nell'oscillare continuo della vita; è un po' come l'onda del mare che si frange lenta sulla riva: la vediamo morire sfumando in una schiuma impercettibile, eppure ritorna...   L'autore
Incanti e cadute   All'inimitabile e amatissimo mangiatore d'ambrosia, al veneratissimo angelo senza aureola   CHARLES BAUDELAIRE   dedico questi incanti e queste cadute.       Sull'amore       MERIGGIO AVIDO D'AMORE (a E. F.)   Rubasti il mio cuore in un meriggio avido d'amore, il tuo sguardo acerbo per un attimo soltanto il mio fare superbo trafisse d'incanto. Sognai soltanto la tua bocca giocosa e il tuo timido vanto? Ora sopra ogni cosa sei tu il mio ardore, ricordo di un meriggio avido d'amore.     MÒNITO   Allontanati da me amor tristemente sì che io ti desideri, ma più ardentemente come dell'acqua abbisogna l'assetato che solo nel deserto si trovi abbandonato.   Fuggi dai miei occhi e dai miei affanni prima che io maledetto il tuo cuor condanni al nero vessillo di un'aspra tempesta che il nostro amore distrugge e calpesta.   A UNA SCONOSCIUTA   Andava annuvolandosi un cielo distratto a far da cornice al tuo capo dorato nel quale le mani docili e tremanti avrei voluto tuffare. E sull'esile corpicino gli occhi posare avrei voluto come un sussurro e il tuo seno gentile corteggiare con parole che ti siano come un'eco lontana. E ascoltare la voce pacata che dalla tua bocca piccina mi accarezza con garbo e m'illude d'amore; tutto questo avrei voluto ma il coraggio m'è mancato di apprendere il tuo nome mia bella sconosciuta che per un giorno ho amato. ARMONIE RECISE   Le stelle son cadute in idilliaca armonia come lacrime versate dalla tua bocca sulla mia, come un bacio che tradisce e nel cuore scolpisce solchi roventi accesi di tormentato ardore.     SCONFITTA (a A. Z.)   Nel cuor inaridito d'aspri rintocchi gli splendidi occhi di un casto amore gelosamente nascondo e l'avido mondo con l'unghie tremende famelico pretende d'essere sfamato. "È l'unico sogno che m'è concesso" ribatto dimesso con abile mossa ma prima che il vento abbia parlato con triste sgomento mi son rassegnato, fiammeggia lontano l'impossibile sole attonito e freddo e senza parole.     Sulla Natura     PRIMAVERA CANTERINA     Chiusi gli occhi e seduto, della primavera canterina le morbide voci ho udito: era il campanello di una bicicletta, una donna che va al mercato in tutta fretta, era il merlo che sta sull'albero e cinguetta, era il sospirar del vento che seco porta il mio triste lamento.     CIBIANA   Sull'acqua cheta di un placido laghetto che pare di seta mi siedo e aspetto; attorno i gigli in fiore il profumo di sottobosco il sapore di un amore che più non conosco; dal tutto isolato sul monte sapiente mi son ritrovato con spirito ardente, null'altro che pace e immensa armonia che tutto tace e mi porta via.   PASSEGGIATA ESTIVA   Muovo lenti passi tra verdi campi mossi da un alito di vento che l'onda dorata del mare di frumento increspa e riversa. Tra fatiche e sudori il contadino si appresta ad affilar la falce, mentre intorno si sparge l'aroma della felce su un giorno che attende. Mi attardo rapito dall'indaco lucente di un tramonto lontano nel quale mi perdo pacato ed assente con sguardo sognante.   L'ATTESA DEL BELLO   Scroscia una pioggia inattesa che nel caldo bagliore di un giorno qualunque il pianto secco pare di un languido cuore. Picchia sui vetri indifesi, spegne le grida giocose di quei bimbi sorpresi a goder della vita. Ma tornerà presto il sereno e l'attesa del bello è come un singulto, temporaneo fardello che dopo il tumulto a un sole bagnato s'inchina e s'arrende. PIOGGIA SETTEMBRINA   Pioggia settembrina di soli suadenti e d'argento vivo il mio capo coroni, come sudate perse speranze che nei sogni soltanto il mio cuore aggravano di dolci sconfitte.
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