LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Marco Betti
Marco Betti è nato a Montevarchi (Ar) il 16 aprile 1973. Ottenuta la maturità magistrale ha svolto alcuni lavori saltuari. Attende un lavoro stabile per potersi iscrivere alla facoltà di Filosofia.
I suoi interessi principali sono la poesia e la filosofia che segue da moltissimo tempo. Non ha ancora pubblicato raccolte ma soltanto singole poesie in un settimanale locale.
 

Per leggere la poesia 7° classificata al concorso Poeti dell'Adda 1998);ins. 3-11-98

 
Visioni
 
Ad Alice nel giorno del suo compleanno
 
Vedo cipressi silenziosi
come livide carni
neri e tetri
come scheletri dissepolti dal tempo.
 
Gronda silenzio
insieme alla rugiada.
Vedo suoni
che dico? Li sento
lontani e soavi
a più voci che invocano
tempi quasi immobili
come palazzi.
 
È nera la notte
e bubbola la luna
è bella la notte
e silenziosa
e ignuda.
 
5 febbraio 1999
 
 
Genetliaco
16 aprile 1973 - 16 aprile 1999
 
Sono quindici notti
che non sogno:
rimbombano squilli
di morte;
ritornano antichi pensieri,
ritornano da soli
come feretri abbandonati
sui tavoli marmorei
all'obitorio.
 
E rimbombano squilli
di morte
lontani, orgogliosi, sinceri;
ritornano pezzi di sogni
tranquilli, nitidi, fieri:
soltanto lontani ricordi,
volti di forestieri.
 
E rimbombano vecchi vagiti:
si odono squilli di morte.
 
7 aprile 1999
 
 
Seggo su quel marmo...
 
A N. M.
 
Seggo su quel marmo
che fu metaforica morte.
 
Risorgono - come non morte -
sinistre melodie,
arcaiche profetiche grida,
silenzio ritmato da infiniti sussurri.
Cadono rade enormi
gocce di pioggia bollenti.
 
Ombre rincorrono ombre
non meno fuggevoli e nere.
 
30 maggio 1999
 
 
Tormento
 
Alla Figlia del Fortunale
 
Cadevano stelle a grappoli dal cielo.
 
Ricordi di notti
passate nel ricordo.
Il treno che partiva,
tu che rimanevi andando,
la porta di vetro spesso
da non vedere oltre,
cristallo fragile
come il treno che andava
chissà dove; chissà quando.
Tu c'eri.
Sparisti d'improvviso
tornasti come fantasma
sottoforma di gatto dagli occhi vitrei.
Giochi?
Solo giochi come fragili foglie
sul finir d'ottobre?
Io c'ero.
Magia della seduzione
o portento della natura.
Che sai? Che so?
Figlia del fortunale, ricorda:
io c'ero.
 

 

 
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Ins 18 giugno 1999