LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Marco Baldin
Marco Baldin è nato a Cantù nell'agosto 1966.
Di carattere espansivo, molto incostante, ottiene - tramite la tenace frequenza della scuola alberghiera prima, del lavoro come barista-cameriere poi - la possibilità di conoscere il mondo che ha sempre desiderato: i mille volti della notte.
Nei suoi soggiorni lavorativi incontra molta umanità, diversa per esigenza tra essa: gente dello spettacolo soprattutto nel periodo londinese, ma anche la cruda realtà del lato oscuro, l'emarginazione: omosessualità, prostituzione, disadattamento estremo, che lasciano in lui segni evidenti di sofferenza.
Ora, dopo la tempesta di sensi che lo ha investito, viene portato a cercare nella solitudine lo spunto per emergere.
Da poco ha scoperto l'energia positiva che trasmette riportare con parole i sentimenti che lo assalgono, e si affida alla poesia per sentirsi partecipe allo svolgersi della vita.
Nelle sue ambizioni c'è la stesura di un libro che narra l'affannosa ricerca dell'origine, del perché ci siamo e di quanto vogliamo veramente mettere in gioco per non passare inosservati.
 
La sfida
 
Ancora nasce il giorno
bagnando il viso con lacrime velenose.
nulla si muove, perso
nella scia della stella,
si dissolve il ricordo di ieri.
Il vento chiama invano,
nessuno vuole ascoltare
oltre il muro, la luce chiede
d'entrare, inesorabile.
Anche oggi, il guanto
batte con forza,
le ombre prendono a rincorrersi.
È ora, devo lasciarti,
non è più tempo con me,
ritornerai mesta al tuo rifugio.
 
 
 
Fausta
 
Trascorrono le lune,
piogge di stelle cadute
e mai dimenticate.
Ogni giorno,
il respiro più dolce,
copre il silenzio, attorno.
Piangi, il tuo perdono
diffonde la vita.
Cresci, sempre più
nel mio cuore
e ho paura.
 
 
Sorriso
 
Mostrati per quello che sei
suadente e malvagio,
perfido e amorevole.
Non ti credo,
ancora lontano è
il piacere di leggere la paura.
Non ti cerco,
per non soffrire di male d'altri.
Non bisogno ne traggo,
per illudermi
di sentirmi falsamente vivo.
 
 

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Inserito 29 febbraio 2000