LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
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Luciano Cacciavillani


Luciano Cacciavillani nato a Reggio Emilia il 23 luglio del 1956 è alle sue prime esperienze come scrittore.

 

A novembre 2006 ha pubblicato in proprio il romanzo Mozart... amico mio! che è attualmente distribuito da Azzali editori di Parma.

 

Il racconto breve La lince e il passerotto fa parte di Mozart... amico mio! ed è risultato tra i vincitori del concorso letterario indetto dal settimanale Reporter Weekend e pubblicato all'inizio del 2007 da Aliberti editore nell'antologia Raccontiamo.

 

Insegna Chimica e Tecnologia delle Arti applicate al Liceo d'Arte "Gaetano Chierici" di Reggio Emilia, dove è referente dell'Educazione musicale e con i suoi studenti ha contribuito alla realizzazione degli spettacoli Tre parti di noi e il Flauto magico messi in scena dalla Fondazione Nazionale della Danza - Aterballetto.

 

È operatore culturale del Teatro alla Scala di Milano nei G.I.S. (gruppi di interesse Scala), collabora con il Teatro Valli di Reggio Emilia e con il Coro dell''Università di Modena e Reggio Emilia nella realizzazione dei progetti rivolti ai Licei e agli Istituti Superiori.

 

Autore di testi di canzoni e musiche, ha al suo attivo alcuni lavori sperimentali con giovani solisti e gruppi di diversi generi musicali.

 

Con la compagnia teatrale "Il tempo che non c'è" sta realizzando lo spettacolo di prosa Ancora una dose per il Dottor Jekyll.

 

Scrive poesie per "diletto".

 

 


 
LA LINCE E IL PASSEROTTO
 
Un piccolo passerotto stava tranquillamente dormendo nel suo nido, quando alcuni fuscelli cedettero e il passerotto precipitò improvvisamente al suolo.
Era evidente che i suoi genitori non avevano costruito il nido come avrebbero dovuto.
Svegliatosi di soprassalto, il passerotto, che non sapeva ancora volare, si mise a correre quanto più velocemente poteva, per trovare al più presto un riparo.
 
Giunse così nei pressi di una stalla con dieci mucche.
Quando le mucche videro il piccolo passerotto tutto solo, gli chiesero dov'era il suo nido e lui rispose che purtroppo si era perduto.
Essendo già autunno inoltrato, cominciava a fare freddo, così una delle dieci mucche pensò di coprire il passerotto col suo sterco bello caldo.
I vermiciattoli della campagna circostante vedevano il fumo dello sterco caldo e facevano a gara per raggiungerlo, così il passerotto aveva cibo in abbondanza tutti i giorni.
E quando lo sterco progressivamente scivolava via e si seccava, le dieci mucche a turno provvedevano a ricoprire di nuovo il passerotto che poteva così usufruire sempre di una "nuova casa".
Chi stava meglio del piccolo passerotto?
Aveva tutto ciò che era necessario: una casa calda e il cibo quotidiano!
 
Arrivò l'inverno, stagione fredda dove il cibo scarseggia, ma il passerotto era protetto nella nuova condizione in cui si trovava grazie alle dieci mucche.
Passarono nei pressi della stalla diversi animali in cerca di un riparo e di buon cibo.
La prima fu una donnola, che chiese alle mucche se potevano ospitarla per l'inverno, ma queste fecero notare che il loro cibo è composto solo da vegetali, e la donnola sarebbe morta di fame.
Il passerotto se ne stava ben coperto nella sua dimora, così che la donnola non lo vide e se ne andò.
Passò poi un ermellino e avanzò le stesse richieste della donnola, ma la risposta delle mucche non cambiò e l'ermellino, non vedendo il passerotto, lasciò la stalla.
Successivamente toccò ad una faina, quindi a un furetto poi ad una volpe che aveva una splendida coda, ma tutti e tre ricevettero dalle mucche la stessa risposta, e nessuno di questi animali vide il passerotto.
 
L'inverno volgeva ormai al termine ed il passerotto era cresciuto e forse sarebbe stato già in grado di volare, ma gli dispiaceva lasciare la sua "casa" e le sue "amiche".
Giunse alla stalla una lince che chiese alle mucche se poteva bere l'acqua dei loro abbeveratoi, e visto che ne avevano in abbondanza, le mucche accolsero di buon grado la sua richiesta; ma mentre si stava dissetando, la lince, che ha una vista acutissima, scorse il passerotto immerso nello sterco.
Subito si rivolse alle mucche dicendo loro che era un peccato ricoprire di sterco un così bel uccellino, perché in questo modo non si potevano apprezzare i colori delle sue "pregiate" piume...
Invitò il passerotto al fiume vicino dicendogli che l'acqua corrente lo avrebbe ben ripulito e il suo piumaggio sarebbe stato in questo modo ben visibile in tutto il suo splendore!
Il passerotto, molto lusingato dall'invito della lince, iniziò a considerare in modo completamente diverso ciò che le mucche avevano fatto per lui.
 
Inveì duramente contro le dieci mucche, accusandole di "averlo tenuto" nello sterco per tanti mesi; ma visto che adesso aveva trovato un "vero amico" che lo apprezzava come avrebbe meritato, non sarebbe rimasto un minuto di più in quella "stalla puzzolente"!
Le sue dieci "vecchie amiche", si limitarono a metterlo in guardia dicendogli che non tutto ciò che è sterco si deve sempre disprezzare, e non tutto ciò che ci sembra buono, alla fine risulta poi esserlo veramente.
Comunque il passerotto non le stava più ascoltando, perché aveva preso già la via del fiume col "nuovo amico".
 
La lince afferrò il passerotto e lo immerse nell'acqua del fiume così che la corrente lo ripulì per bene.
Mentre era nell'acqua il passerotto era un po' timoroso, perché sarebbe bastato un attimo di distrazione da parte della lince e la corrente lo avrebbe trascinato via.
Ma le forti zampe della lince lo tenevano ben saldo e la sua fiducia nel "nuovo amico" crebbe notevolmente.
Una volta ripulito per bene, la lince posò delicatamente il passerotto sopra un masso di roccia perché si asciugasse e potesse rimirare le sue splendide piume.
Il passerotto si mise però a tremare perché la stagione era ancora fredda, quindi la lince pensò al modo migliore per poterlo riscaldare.
Cominciò ad alitare il suo fiato caldo sul passerotto che si sentì subito meglio, e pensava che aveva fatto proprio la scelta giusta seguendo la lince e lasciando le mucche.
Ma il passerotto era tutto inzuppato d'acqua, e dopo il primo tepore, riprese a tremare.
La lince quindi tirò fuori la lingua e vi mise sopra il "suo amico", dicendogli che in questo modo avrebbe ricevuto un maggior calore.
Il passerotto, che aveva ormai cieca fiducia nella lince, accettò di buon grado questa ulteriore premura.
 
Passarono soltanto pochi minuti e il passerotto sentì di nuovo freddo.
A questo punto la lince gli disse che aveva la soluzione "definitiva" al suo problema: lo mise tutto dentro la bocca!
Finalmente il passerotto era al caldo!
Disse alla lince che stava proprio bene, pero' c'era un po' troppo buio...
La lince, articolando a malapena le parole perché aveva la bocca completamente occupata dal passerotto, rispose che non avrebbe più avuto nessun problema, e se lo mangiò.
Passò quindi di nuovo davanti alla stalla leccandosi i baffi e se ne andò soddisfatta.
Le dieci mucche, intuendo ciò che era accaduto al loro piccolo amico, si guardarono mestamente e scossero tristi la testa.
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Ins. 12-03-2007