LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Lucia Cavanè Sala 
Lucia Cavanè Sala, autodidatta, è nata a Campolongo Maggiore (Ve) il 27 agosto 1950 e risiede a Birago di Lentate sul Seveso (Mi). E' un' A.S.A. però adesso fa la nonna a tempo pieno. Ha partecipato a concorsi con esiti discreti conseguendo un quinto posto e a concorsi dialettali nel 1981 risultando fra i nove finalisti. Un terzo posto ottenuto nelle Marche. Sue poesie e riflessioni poetiche sono state pubblicate su libri es ui seguenti giornali: Punto, Il Cittadino, Buona sera, Pickwick. La poesia Pace di Artecultura di Milano è inserita nell'antologia Olympia Città di Montegrotto Terme dell'anno 2002, su Agenda dei poeti e in una raccolta di poesie dei partecipanti al concorso Arcadia 2001 e 2005.
  
" Mia casa "
dove ho vissuto da ragazza
Davanti al casolare
dei giorni vissuti
s'è spento il lume
della "mia casa".
Si scrosta la vernice
delle tapparelle chiuse,
il buio del vuoto
all'oltretomba
dei giorni vuoti a venire:
Tutto perduto.
Interrotti e infranti
gli anni passati,
dietro alle macerie
i ricordi.
Ed apparterai ad altri
"mia casa "
e passerò davanti
ed il dolore
un giorno passerà
non gelerà più
il sangue nelle vene.
Scrostata dal tempo,
corrosa dal poco amore
il verde non rimane,
devo tacitare il cuore.
Esso, vorrebbe gridare
ma sordi sarebbero
al richiamo.
lo non ho
vissuto i giorni
della tua fine
ero già cancellata
e franerei.
La "mia casa"
mura piene di pianto
e di speranze.
Essa, era voi,
vivevamo assieme
ma lontani e
congiungeremo
al fine di ogni cosa,
davanti al casolare
dei giorni vissuti
con lume spento
 
 
 
 
Un velo (27/8/2007)
Un velo
sullo stelo degli acri pensieri
rinverditi più che mai.
Mille pigrizie
False libertà
Ali spezzate
Lunghi silenzi
Gridi innocenti
Gridi schietti
hanno seccato i germogli
da non poter cogliere.
Anche oggi, mentre,
oltre la vita
la tua anima è partita
per tanta sofferenza,
seccano il germoglio.
Un velo sui destini.
Un lampo (25/8/2007)
Un lampo
Un colpo forte
Il piede sull'acceleratore s'alza
Esce la mia anima
La macchina dietro distrutta
Cento anni in più
io salva, lui vivo
E io pago...
Resto
Non sarò solo un ricordo
sbiadito dal tempo,
restano parole conosciute
a riportar fiamma accesa.
Dei giorni trascorsi
delle ore piene
delle ore piane
memorie di emozioni
dolci tepori
asprette sensazioni che smuovono.
E i sogni! Sogni e... speranze
accarezzate sui volti amati
nei tranquilli silenzi
profumati dal tenue sorriso
che ci accompagna.
Resto nei giorni a venire
anche se sarò
coi colori del tramonto:
Nei vostri cuori
alba, prima luce del giorno.
 
 
 
Fratell-astro
 
Irrompe il grido di dolore
sale dall'"animo al cuore
scotenna la pelle dell'"amore
e torce.
Si è spento il sorriso
al fratello,
senza odio ne amore
metamorfosi di un dolore.
Agonizza
senza più parole.
 
Lasciate scorrere
 
Lasciate scorrere
il fiume dei vostri pensieri
con il loro fardello
di gioie e di dolori.
L'animo umano
è impareggiabile
è un cielo che sfiora la terra
e non si può toccare.
un concerto sconosciuto
di emozioni, suoni
e rintocchi
a volte sbiaditi dal tempo.
Tenerezza di un momento
breve brezza mattutina
e gocce di rugiada
che si asciugano con il sole:
foriere di nuovi istinti
che nessuno può incatenare.
 


Nonna è gioia

 
Sei un tenero fiore
la brezza di ogni dì
il dolce sorriso
che riempie il cuore
Cristian.
Sei amore, luce, speranza
ti stringo forte
tu con me io con te
mano nella mano
nei tuoi incerti passi.
Nonna è gioia..


 
E' un sogno (Fiorello)
 
Si apre la finestra
è l'alba
entra la luce del sole.
Sulla specchiera
il tuo volto,
la mano scorre
cerca di toccarlo
sentire i lineamenti.
Ritratto acceso.


 
Angolo della Scozia
 
La sabbia tra le dita
l'anima si sente ardita
vola sui monti verdi
e sui scogli della Scozia.
Lo sciacquio delle onde
incorporano anima-cuore
immenso colore pieno d'amore.
Castelli, cornamuse...
e sui scogli
le onde sbattono
a memori voli.


 
L'alba di un giorno
 
L'alba di un giorno che non torna
il tramonto può esserci al mattino
vive illusionando se stesso;
guarda il cielo e vede un giardino.
Saltella attorno alla statua
della Madonna Madre Celeste
invoca la merenda
che poi mangia avidamente
nel giardino del cielo.
Ride bellicoso il bimbo
imitando il canguro
canta, prega e impreca
alla Madre Celeste
- Perché Madre di tutti
io sono diverso? -
E' l'alba di un giorno
che non ha fine.


 
Una storiella vera

Riccione-Augusta (Fiorello)

 
Era la fine di giugno
di tanti anni fa,
faceva caldo a quell'ora
nel soleggiato corso
più importante della cittadina
mentre guardavo una vetrina
dove c'era un anello molto bello.
Era d'oro bianco con smeraldo;
al prezzo ho pensato, e
me lo può dir solo l'orefice.
Cercai di entrare
però non riuscivo ad aprire la porta.
Attorno guardai e vidi un signore,
ei lei, mi può aiutare?
Aveva una espressione strana
ma s'affaccendò.
Intanto dal vetro si notò trambusto
persone si spostarono veloci, altre ferme.
Percepii del pericolo, entrai,
facendo finta di inciampare
mi appoggiai alla vetrinetta
e scattò l'allarme.
Mi avvicinai al bambino
che era nel negozio,
Come ti chiami?
Intanto i ladri fuggivano
(anche chi mi aperse la porta,
era il palo)
Arrivarono altre persone
io sgusciai fuori portando con me
il sorriso innocente del bambino.
Il suo nome non ricordavo più
ma gli dissi: IL FIORE PIU' BELLO SEI TU.


 
Nella notte dell'addio
 
Come sonnambula
nelle nubi rossastre
vagavo in cerca
di ricordi perduti,
miseri brandelli
trascinati da una brezza
dissolta dal tuo nulla
nella notte dell'addio.


 
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Agg. 05-11-2007