LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
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Lida Malerbi

Lida Malerbi, toscana d'origine, abita tutt'ora a Castagneto Carducci-Donoratico. Già conosciuta per le sue composizioni riportate su riviste e antologie prestigiose è alla sua quattordicesima raccolta personale di poesie, oltre ad altri scritti che saranno presto resi noti. In varie occasioni ha ricevuto consensi, premi e nomine, come la "Targa di Rappresentanza del Senato" e "l'Honoris Causa a Vita" (Art 7.) per motivi di cultura. Passione questa, che coltiva da sempre, tanto da spendere ogni momento libero in studi complessi come la filosofia e la psicologia, oltre ad approfondimenti su altri argomenti di vario genere. Ridendo, lei dice di essere stata contagiata dai suoi avi, tra i quali annovera un "Malerbi dell'Ordine dei Camaldoli, " il quale, in tempi di certo non recenti, fu il primo a tradurre la Sacra Bibbia. Altro personaggio importante che le piace ricordare è "Marcello Malerbi" scrittore nel XVIII secolo. Di Malerbi contemporanei ne conosce pochi, ma si ripromette di approfondire.
 

E-mail: mlida@tiscalinet.it

PER LE SOLITE STRADE
 
Potesse il tempo non cancellare mai
le impronte dei nostri passi sulla terra,
e potessimo noi, nel tempo,
ritrovare l'incedere
del nostro andare lento nella vita.
 
Ricominciare dalle piccole orme
che hanno seguito i nostri passi,
ritrovare gli sguardi, i sorrisi,
riudire le voci e,
sia pure attraverso i ricordi
riavere anche solo per attimi
i teneri giorni.
 
Godere ancora tenere carezze,
riascoltare le ninne nanne,
le belle favole.
 
Ripercorrere passo su passo
le solite strade.
Ritrovare una vita e riviverla
con più sagacia e più ardore.
Sconfiggere il buio
dagli occhi e dal cuore
e liberi, al sole, costruire
un impero d'amore e di pace.
 

(Dall'Antologia: RITRATTI del Prof. Mario Esposito)



NON E' OMBRA
 
Quello che più mi disanima
è quest'attesa di assimilazione e d'impotenza
che m'impedisce di vincere la diffidenza
di fronte a ciò che posso supporre
e anche sperare, ma mai palesemente costatare.
 
Sovente la sua voce mi raggiunge e mi raggira:
ed io, confusa,
china come su un'Abside in Preghiera
raccolgo rito e anima
a piè di un'isola solare e sconosciuta
dove un fiume mi trascina ad altra sponda.
 
Io e lui, con l'aria che ne smorza la figura
e la converte in inimitabile presenza.
 
Il mio scorgerlo non ha consistenza: eppure,
io ne sono ormai più che sicura,
la sua quieta essenza non è ombra.
 
Di notte, più viva,
si solleva la sua mano a ritrovar la mia,
la sfiora piano, con delicatezza,
in una carezza
che ha l'impronta incontrastata della vita.
 

(da: STRADA FACENDO)


SPAZI SEGRETI
 
Quando ho voglia di giocare con i pensieri
chiudo gli occhi e tingo di rosa le pareti.
 
E' così che elaboro i miei giorni
in barba alla tristezza ed ai problemi,
lasciando al cuore
spazi segreti e grandi prati erbosi,
dove i grilli cantano in concerti
e le farfalle scrivono sui fiori
parole di vita senza inganni.
 

(da: COME UN FUOCO QUIETO)

 

E ADESSO...
 
E adesso parlami dei fiori,
di quelli che sbocciano in silenzio
entro i giardini e sui davanzali,
vezzeggiati dal sole
o esposti al vento
che li può scorticare in un momento.
 
Dimmi delle farfalle senza nido
che in armonia eternano nel volo
ansia e respiro e, che pur senza canto,
guardinghe ci si accostano
e accarezzano l'animo nostro
rendendolo sereno.
 
Parlami delle rondini, di quelle
che fan nidi sotto ai tetti
e negli anfratti rustici e assolati
dei casolari o sui campanili
alti e chiassosi di vivaci paeselli.
 
Dimmi delle creature del Creato.
Dove le porti quando viene il giorno
in cui sono strappate al nostro affetto?
E quando anche noi saremo
al Tuo cospetto, farai sì di riunirci tutti
entro il Tuo abbraccio?
 
Noi speriamo di si: perché Ti amiamo
e Ti preghiamo, caro PADRE NOSTRO.
 

(da: FIOCCHI DI LUCE)

 

 
 
PIU' DA VICINO
 
 
 
Non serve lanciare i destrieri della fantasia
sulle scie che il cielo disegna
ad ogni nostro volgere in alto lo sguardo.
Altri sono i sentieri che permangono
chiusi e inesplorati
al nostro bisogno di sentirTi,
e mille veglie non bastano a seguirTi
neanche quando il volo si fa arduo
e scavalca i confini del reale per vederTi
più da vicino.
Sappiamo che SEI VIVO e palpiti nell'uomo
dal suo stesso cuore ma, il colloquio segreto
tra te e il nostro amore, per noi SIGNORE
è inquietudine.
Voglia calpestata di aggrapparci alla mano
che tendi e sollevarci da questo urlo imperante
di bandiere che ci rende succubi,
da questo fango truccato che ci attira in basso,
sempre più stanchi e impotenti,
sempre più perduti.
E se il pugno ferreo del destino non basta
a ravvivarci gli occhi,
se questa stupida danza sugli specchi continua
creando in noi il vuoto più assurdo:
di quale futuro MIO DIO, di quali sogni,
potranno ringraziarci i nostri figli?

(da: A TU PER TU CON LA VITA)

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Agg. 27-04-2007