LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
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Katia Croci


Katia Croci nasce il 25 maggio 1979 a Torino. Laureata in Lettere moderne, attualmente insegna ginnastica artistica e twirling nella palestra delsuo paese. Da sempre ha la passione per la letteratura e nel tempo libero scrive poesie e racconti partecipando talvolta a concorsi.

PROFUMO DI PRIMAVERA


Nella sua giovinezza Vittoria aveva fatto girare la testa a molti uomini, ma mai nessuno era riuscito ad avere il suo cuore. Era di origini molto umili, la sua famiglia lavorava da sempre presso la fattoria nella quale erano alloggiati e a stento riuscivano a mettere qualche soldo da parte. Suo padre era un uomo molto rude e incline al bere e quando esagerava Vittoria e sua sorella Margherita, per sfuggirgli, si nascondevano nel granaio, immaginando di vivere felici in una dimensione fantastica popolata da maghi e principesse, come i protagonisti delle storie che si inventava la loro mamma la sera per farle addormentare serenamente.
Quante cose aveva vissuto Vittoria, quanto aveva visto e sentito patire a sua madre e per quanto tempo ancora, si domandava a volte, avrebbe dovuto vivere così. Certe volte sognava che qualcuno all'improvviso arrivasse lì e la portasse via, ma poi al solo pensiero di lasciare sua madre e Margherita anche per un solo istante si pentiva per aver avuto sogni simili e si convinceva che in fondo suo padre non era una persona cattiva: era così per colpa della situazione di stenti in cui erano costretti a vivere.
Quando Vittoria si innamorò per la prima volta era una sera di maggio. Aveva appena finito di cenare ed era uscita in giardino a sgranchirsi le gambe. Mentre si godeva il fresco seduta sulla panca, sentì uno scalpitio di cavalli provenire dal fondo del suo cortile e corse a vedere cosa fosse accaduto. Fu proprio in quell'istante che il suo cuore iniziò a palpitare per la prima volta: vide un giovane disteso a terra, supino, intento a massaggiarsi un ginocchio, mentre il suo cavallo, rimasto imbrigliato nella recinzione, cercava di mangiare un arbusto. Un lungo brivido le attraversò immediatamente la schiena: era davvero un bel giovane, occhi castani, capelli scuri, con un ampio ciuffo che gli ricopriva la fronte. Rimase come impietrita ad osservarlo e vide che i pantaloni che indossava erano strappati all'estremità sinistra della gamba, probabilmente a causa della caduta.
Tremando per l'agitazione e in punta di piedi gli si avvicinò. Il giovane, appena sentì dietro di sé il rumore dei passi, con un balzo si mise a sedere, cercando di giustificare la sua presenza nel cortile con incomprensibili balbettii.
Tra le tante parole che a Vittoria ronzavano nella testa, riuscì ad esternare soltanto un banale "ti sei fatto male?".
- No ma.. Accidenti! &endash; Rispose il ragazzo dopo aver visto i suoi pantaloni strappati.
&endash; Si sono rotti! Adesso chi la sentirà mia madre!-
- Te li posso accomodare io! Lavoro in una sartoria e molte volte mi capita di dover fare dei rattoppi di questo genere.- gli disse Vittoria.
- Davvero? Allora è il mio giorno fortunato! Come mi posso sdebitare? -
- Non ti preoccupare, lo faccio volentieri. &endash; Disse arrossendo.
- Se aspetti un attimo faccio un salto nel granaio a prendere l'occorrente.-
Disse e di scatto si diresse di corsa verso casa. Di lì a poco era già di ritorno, trafelata e col fiatone, mentre il giovane, nascosto dietro a un cespuglio, si era tolto i pantaloni. Senza perdere tempo Vittoria si mise subito all'opera. Dal suo nascondiglio intanto lui ebbe modo di osservarla meglio: era davvero sensuale con le guance rosate e il respiro ancora affannoso per la corsa, un po' spettinata e con la camicetta leggermente aperta per far entrare un po' di aria fresca, mente era intenta al suo lavoro. Tra tutte le sue conquiste non gli era mai capitato di vedere una ragazza così intraprendente ed attraente nello stesso tempo, proprio il genere di donna che piaceva a lui, ma soprattutto non si era mai sentito prendere così in contro piede, da rimanere addirittura in silenzio e senza argomenti. Rimase incantato e sovra pensiero fino a quando lei non ebbe finito di cucire e non si fosse alzata e non appena fece per restituirgli i pantaloni lui, nel prenderli, le si avvicinò ancora di più toccandole le dita.
Vittoria, che aveva appena ripreso il suo colore naturale, avvampò di nuovo in viso, questa volta però per imbarazzo: era sicuramente l'uomo più bello che avesse mai visto.
Fu un istante lunghissimo dove Vittoria provò una sensazione che non aveva mai provato prima. Alzò d'istinto lo sguardo e vide i suoi occhi castani che la guardavano intensamente. Il cuore iniziò a battere all'impazzata e si sentì invasa da un grande imbarazzo: non aveva mai avuto grandi esperienze con gli uomini, solo un bacio fugace dato al figlio del fattore per una scommessa, nulla di più, ma questa volta, nonostante la confusione dei suoi sensi, sentì che era diverso ed ebbe paura, così distolse lo sguardo e con uno strattone mollò la presa.
Il giovane sorrise al gesto di Vittoria: era la conferma che anche lei aveva provato qualcosa. Si rivestì e uscendo dal cespuglio con dolcezza, prima che lei si allontanasse, le chiese:
- Quando ci rivediamo? &endash;
- Rivederci? &endash; chiese lei con stupore.
- Si, rivederci. Dovrò in qualche modo sdebitarmi del favore che mi hai appena fatto! Mi hai salvato la reputazione! &endash; disse mentre liberava il cavallo dalla recinzione.
- Ti aspetterò qui, tra due giorni, sempre all'imbrunire, vicino a quest'albero!- e salito in sella sparì in una nuvola di polvere senza nemmeno darle il tempo di rispondere.
Dopo molte esitazioni Vittoria decise di fare finalmente ritorno a casa, anche se durante il breve tragitto non riusciva fare a meno di pensare a quegli occhi, così lucenti e intensi, che l'avevano stregata e guardata come mai nessuno aveva fatto prima. Non conosceva il suo nome, né sapeva chi fosse, ma non gliene importava nulla e immersa in tali pensieri, arrivò all'ingresso della casa, ne varcò la soglia e si recò in cucina. Lì ritrovò la situazione uguale a come l'aveva lasciata prima.

VOLTO DI DONNA


Ho visto il suo sguardo..
Era quello di una donna infelice..
La sua vita,
trascorsa in balia di decisioni altrui:
mai un momento di felicità
sul suo volto,
mai un vero sorriso
dal profondo del suo cuore.
Resta impavida,
dinanzi a chi le si sofferma accanto,
ma nel profondo del suo spirito
una grande verità resta celata:
la sua forte corazza è ormai abbattuta
e solo una timida lacrima
fa capolino dai suoi occhi verdi,
a testimoniare la sua rabbia nascosta,
voglia profonda di ribellione
travolta da tempeste di rassegnazione..
Si sente fallita:
per lei la vita non ha significato molto,
nessuno l'ha mai capita,
nessuno si è mai curato della sua infelicità,
frutto di un matrimonio combinato,
e nella sua prigione velata
passa il resto della sua utile
ma inutile
vita..


 

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Ins. 01-03-2008