LA PIÚ GRANDE ANTOLOGIA VIRTUALE DELLA POESIA ITALIANA Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

Giuseppe Di Serio

Giuseppe Di Serio è nato a Sant'Arpino (CE) nel 1957 e vive a Grumo Nevano (NA). Lavora a Caserta come collaboratore amministrativo del'azienda ospedaliera. Ha ricevuto diverse segnalazioni di merito presso concorsi letterari. Le sue poesie sono state inserite in alcune antologie (XIII "Concorso internazionale di poesia Aniello Califano"- Edizioni NordSud 1989, Pagani; "Voci Condivise", Fara Editore 2006; "Premio letterario Age Bassi-Castirago Ritardo 2005", collana "Le schegge d'oro"). La noce vomica è la sua prima silloge edita da edizioni "Il Filo" Roma.

La noce vomica.   Vomita... sui bassi cespugli sugli oleandri in fiore sulle fiere di città sempre uguali e sui cocci di vetro che fendono le ruote sui nastri d‚asfalto rovente Vomita... su chi ti colpisce al basso ventre mentre nel silenzio che è morte tra la pace dei sensi taci. Taci sempre quando tutti parlano ma vomita, vomita... sui conigli sociali su pile di giornali quando tutto è male e non c‚è più sale per condire la minestra Vomita... dalla finestra sulle ginestre in fiore in un campo di secchi arbusti Vomita... se ti gusta quando il mosto è fatto vino piuttosto che ingoiare il rospo. Vomita... quando il medico ti consiglia un antiemetico per il gusto ermetico di serrarti la gola Vomita... sul bla bla bla quotidiano di chi non muove mai una mano e placa la bomba atomica che è in te. -------------------------------------   Il canto del silenzio.   Sssss... non parlare stai zitto non rompere siediti non dire se non sai uffa e tu venticello rinfrescante accarezzi il mio corpo rinfreschi la mia pelle scompigli leggermente i miei capelli muovi le mie folte sopracciglia e poi porti su di me un po‚ di sabbia del deserto. Lotti, se ti fermi sarai mangiato e tu vento mangiato mi hai tradito. Al silenzio hai aggiunto il tuo silenzio ed ora piove, si è rotto il silenzio si bagnano solo i miei capelli. -------------------------------------------     L'ombra della sera.   Ti ho visto sai! Non mi sfuggi ti rincorro a perdifiato ombra ingrata e quando sarai ferma, piatta su quel muro maledetto e distratta ti riposi allora io di soppiatto quatto quatto ti sarò alle calcagna.     E se ancora sfuggirai ombra cane con la mano chiusa a pugno con un ultimo mugugno sferrerò il mio attacco. Dovessi rincorrerti tra le fogne tra i miasmi delle alcove tra gli spasmi del mio cuore ti sarò sempre dietro ed anche se col fiato corto sarò costretto a fare il morto allora tu ti fermerai ed io ti fisserò.     Per capire cosa vuoi ombra infame e nel silenzio della notte darò voce alla mia vendetta. Ti griderò parole dure ti urlerò oscenità e lì sul fosso dove sono i cespugli dove crescono le erbacce tra i pungenti rami secchi mi avvicinerò Allora tu ti allungherai a terra, stecchita. Ecco, in quel momento di stanca tutti e due sfiniti ti spingerò nel fosso.

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