- Un'ombra
A' la sera, la fioca luce,- io vo' ne'
l'ombre
- mendicar un
po' di pace...
E là giunto, presso quel
fanal,- ne' l'aria la
luce soffusa,
- eterno desio
a scorger l'ideal...
Ma poi che la bruma schiarisce,- invano
rincorro una figura:
- soltanto
un'ombra che svanisce.
-
-
- Il
volto
Ho
scorto un volto,- malinconico e
pur bello:
- né
parole, né un gesto;
- uno sguardo,
soltanto quello...
Ed io che movea lento- pei sentieri
de' la vita,
- lo sguardo
m'ha seguito:
- di languor
l'anima m'ha rapita...
Né parole, né un
gesto;- pur quel
volto triste e bello,
- quali canti e
favelle:
- ei m'ha detto
de' le stelle.
- Talvolta uno sguardo è
più- eloquente
d'un discorso.
-
- Eravate
braccianti
Eravate
braccianti;
poi v'han
comandato:
- Or siete
fanti!
La fatica zappar la terra;
ed ora si va
la guerra...
Il sudore di là,
il gelo di
qua,
che
differenza fa?
E l'ufficiale grida forte:
- Avanti, a
vincere!
Ma il
compagno cade,
tutti l'altri
a morire...
Eravate braccianti;
poi v'han
comandato:
- Or siete
fanti!
La fatica zappar la terra;
ma crudele
è la guerra:
sempre
ubbidir,
sino a
morir...
Eravate braccianti,
e mal vi
colse,
dacché,
non pensanti,
vostra fatica
non valse.
-
A ricordo dei 600.000 Caduti della prima Guerra
Mondiale.
-
- Paese
Fortunato
Fortunato
quel paese
che non ha
gendarmi,
bensì
educatori...
-
- Stelle
d'agosto
Il giorno, che frastuono, la
frenesia!
La notte,
silente, di pace...
Per l'aere
vaga tenue una voce,
si direbbe a
soffonder poesia,
mentre in
ciel, d'una fioca luce,
van tremolar
le stelle,
qual
trepidanti donzelle...
Notte d'agosto: a' l'ampie distese,
ove i grilli
in concerto a frinire,
va un uomo,
solingo, pur cortese,
va ne'
l'ombre, tanto da smarrire...
L'astri splendenti intanto,
a'
l'occhieggiar discreto,
ognuno par
approssimar,
sì che
ne' la soave armonia
de' volti
passati vien di ravvisar,
ciascun a' la
cara fisionomia.
Agosto, gran cielo di stelle
trapunto,
lo
spettacolo, e pure il mistero:
luci lontane,
testimoni de' l'ignoto,
muto richiamo
d'infinito foriero.
Ancora va l'uomo, solingo, e pur
cortese,
va per
l'ampie distese,
ove i grilli
in concerto a frinire,
va ne'
l'ombre, tanto da smarrire.
-
- Olezzo
V'è un fiore in quel giardino
che
più d'ogni altro olezza:
l'ho scorto
un mattino
qual soave
carezza...
Ma al giorno sopravviene la sera,
e il fiore
già reclina:
ognuno va ne'
la notte nera,
a seguir la
propria china...
Nondimeno, ne' l'aere infinito
alita pur
tenue la fragranza
di quel fiore
un dì fiorito,
sì che
in perpetuo ei olezza...
Ed a notte, una figura gentile,
or che va
mirar le celesti fiammelle,
ode un sospir
benché fievole:
è il
fiore, là fra le stelle.
-
- Il fiore che
più d'ogni altro olezza,
- prima d'ogni
altro appassisce... Ma i bei colori e il grato
profumo rimangono ne' l'aria, su l'ali de' la
poesia...
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