LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

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Francesco Di Giovanna

Francesco Di Giovanna è nato il 13 aprile 1933 a Sambuca, vive ad Agrigento ed ha due figlie. E' stato Primario Cardiologo presso gli Ospedali di Sciacca, Caltagirone, Agrigento. Direttore responsabile della rivista La cardiologia ospedaliera in Sicilia è autore di cinquantasei lavori scientifici, alcuni dei quali anche in riviste a diffusione internazionale e di una monografia dedicata alla Rianimazione Cardio-Respiratoria. E' autore di Dal buio del nulla alla luce del Tutto e Fino all'ultimo respiro, pubblicati dalla Polistampa di Firenze, rispettivamente nel 2002 e 2003

Tu, ragazzo che corri dietro al pallone
 
Io non so
se arabo sei od ebreo
se a Gerico sei nato od a Gerusalemme
se eri lì per caso
se un sasso avevi in mano od una bomba
e morte portavi e distruzione.
 
Non m'importa
se vittima sei innocente,
piccolo martire o grande eroe.
 
***
 
Sei a terra, in una pozza di sangue, il torace squarciato;
gli occhi aperti, fissi lontano;
le labbra, le orecchie, esangui;
le gambe, le braccia inerti.
 
Hai sentito un urto, un peso soffocante, in mezzo al petto;
un forte ronzio alle orecchie, una debolezza estrema.
 
Tu correvi dietro il pallone, verso la porta,
due pali ed una traversa inchiodati alla meglio;
correvi a segnare il tuo goal, con altri ragazzi,
vicini di casa, lontani di casa,
amici di sempre, amici per sempre:
lo stesso destino.
 
Va via veloce il pallone;
si allontana sempre di più.
Ora si è fermato; vi aspetta per riprendere il gioco.
Sì, qui torneranno a giocare altri ragazzi;
voi, mai più!
 
No,
questa notte più non sognerai
il tuo goal all'incrocio dei pali.
Non avrai più i tuoi sogni!
La notte è per te calata in pieno giorno, in pieno sole;
in una strada, quasi un campo di calcio,
dove tanti ragazzi giocavano al pallone.
 
Domani
ai primi raggi del Sole non ti sveglierai;
non vedrai i tuoi calzoni ai piedi del letto;
le scarpe, i quaderni, il libro.
Alle tante cose non dirai più:
"Buongiorno, devo sbrigarmi; oggi non vado a scuola;
mi aspettano fuori per una partita."
 
I ragazzi, i tuoi amici, nella scuola e nelle strade diranno: "E' morto ieri".
Tu non sei morto; ti hanno falciato, con tanti ragazzi,
come la verde erba del prato.
 
Qualcuno ha preso la mira, ha premuto il grilletto
 
Sei caduto mentre correvi, agitando le braccia
come per tirare una bomba.
Sei caduto in avanti le mani aperte, vuote!
 
O forse
una bomba contro di voi che giocavate,
in una strada piena di Sole.
 
E' stato un lampo di fuoco, una forte esplosione;
si è alzata una fitta nube di polvere e di sangue;
i ragazzi, in aria come fantocci;
poi a terra come cenci di stoffa.
 
Ma no! Forse
 
ti hanno stretto ai fianchi una cintura esplosiva;
hanno promesso la gioia infinita, la vita eterna
a te che volevi soltanto il tuo goal.
Sei andato così tra tanti ragazzi come te,
a morire con loro,
che volevano soltanto giocare al pallone.
 
Ora nella strada avanzano i blindati;
i cingoli passano sui vostri miseri corpi;
schiacciano lembi di carne, le ossa, i volti.
Una informe poltiglia.
 
E' sera.
Sfinita dal pianto, ebbra di dolore,
ogni madre cerca, tra i corpi dilaniati, il figlio suo.
Ecco!
I tuoi calzoni, le tue scarpe...
Sei tu.
Miseri resti schiacciati, senza nome.
Tu od una altro,
tu qui o più in là, cosa cambia?
 
Tante madri come una sola madre,
un immenso dolore,
tanti ragazzi come un figlio solo!
 
In questo cimitero dei corpi
un pianto dolce, sottile, sommesso,
quasi confuso con il silenzio,
si alza dalla strada e sale lentamente
verso il cielo freddo e buio.
E' il pianto di un dolore profondo
senza più rancore, senza più odio;
è il gemito di una pena che non finisce mai,
come una lama sottile che ti entra nella carne.
Anche la luna e le stelle,
piangendo, sono andate via
da tanto strazio affrante.
 
Dimmi,
Sei tu, ragazzo,
nella gioia infinita, nella vita eterna, nella luce del tuo Dio?
 
Non sento la tua voce,
non la sento con la mia ragione,
non la sento con il mio cuore.
Sento ancora nell'aria
il pianto dolce, sottile sommesso,
che svanisce a poco a poco vinto dal buio e dal silenzio.
E' la notte, la fine, l'abisso del nulla.
 
il tuo Dio, se c'è,
ti ha abbandonato.
Ma forse non c'è nessun Dio.
 
 

 
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