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Francesco Cannella


Francesco Cannella, nato il 4 giugno 1977 a Sciacca (Ag), vive a Monza. Diplomato ragioniere, sposato e padre di un figlio inizia a scrivere poesie a sedici anni.
 
Luna
Quando in alto sarà il sole
immutato nel tempo
significherò il mio amore,
e tutti gli uomini sapranno
che ho amato il sole.
Così come anch'egli,
crederà.
Luna al mezzodì
tra petali di stelle
e fiocchi di luce
ignorerai le mie parole
ed ingannato il sole
i miei occhi bruceranno.
 

Metropoli
Oppresso da assidui
lamenti umani
osservo le nubi
in costante metamorfosi,
accanto,
lacrima la fine,
un'antica fontana.
Svelgo un fiore dal cemento,
eterna fragranza,
in un dominio di ombre.
Nel comune volgo,
mi duole l'ignoranza,
e nella fuga
mi fondo in loro.

 
Verità
Non ho più parole
verità da annunciarti,
nessun simbolo
o metafora da narrarti,
nemmeno immagini
o volti da affidarti,
solo sguardi al cielo
che non posso invocare.
Sono entità
nell'infinita materia
braccia di un porto
in cui il mare si quieta,
libero pensiero,
fili di rame
conducenti l'errore.
Ogni gesto
obbligato dalle tue mani
come le grida di ieri,
i pianti di oggi
i silenzi di domani.
Corri per sempre.
 

Nel sonno
Nel chinarsi della notte,
nell'irreale quiete,
contemplo mio figlio
assopirsi in un intreccio di lenzuola.
Protetto dai cuscini,
velato dalla notturna luce,
geloso del suo peluche,
entro fuori dal suo mondo.
Lassù la Luna osserva,
le stelle viaggiano.
Vorrei descriverne l'immagine,
ma socchiudo la porta.
 

 
Il piacere di abbronzarsi
Serena la spiaggia
sereno l'effluvio di alga
serene le tue membra
non ti opponi.
Disegni la sabbia col corpo
felice lo vuole, ti accoglie
turbata da tanta leggiadria
in silenzio ti completa.
Il suono dei raggi di sole
le note del mare in ritiro
la pace della conchiglia millenaria
la grazia di una libellula beata.
Contemplata dalla natura
ti fai accarezzare dalle correnti,
massaggiare dal sole mentre sorridi, per ogni folata
di vento che, felice di incontrarti, ti sfiora e va via.

 
Paure
Sudici cuori
solo sguardi avversi
fitti i neri scialli.
Puro e' il tuo odio
incustoditi delle loro anime
nel nulla fissi il loro lacrimevole sorriso.
Con larghe braccia e i capelli al vento
vellicato dalle penetranti spine
esangue, supplichi il loro perdono.
Incarnazione di Dio
guarda per chi spiri
loro ti hanno cercato.
Senti chi ti ama
con strazianti centimetri di ferro
bruciano l'ignoranza.
Loro ti hanno voluto
ma avendo paura
ti hanno ammazzato.
Solo il perdono avesti
sapendo già che il tempo
li avrebbe cancellati.
 
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Ins. 22-11-2008