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Francesco Bellia


Francesco Bellia, vive e risiede a Milano dov'è nato l'8 ottobre 1965. Ha conseguito il Diploma di Maturità Scientifica nel 1984; iscrittosi alla Facoltà d'Architettura del Politecnico di Milano, ha interrotto gli studi universitari per dedicarsi all'attività lavorativa. Attualmente è impiegato presso il centro servizi di un principale istituto di credito milanese presso il quale si occupa di procedure informatiche relative al comparto del credito (mutui e prestiti). Ha cominciato ad interessarmi d'arte, letteratura e poesia sin dai tempi giovanili del Liceo raccogliendo alcune delle sue prime composizioni in una raccolta stampata in proprio dal titolo "Esodi" (1984). Ha quindi partecipato a numerosi premi e concorsi letterari, comparendo in alcune antologie (4° Concorso di Poesia "Villa Slitta", Milano, 1988 - Concorso Internazionale di Poesia "Premio Pantheon" - Roma - 1989). Ha frequentato corsi di scrittura creativa con particolare riferimento all'analisi delle strutture narrative della fiaba e del racconto, affiancando alla produzione in versi un'ampia varietà di testi sotto forma di racconti, prose poetiche, articoli di critica letteraria, artistica e architettonica. Alcuni dei suoi scritti sono stati pubblicati all'interno di dispense edite dalla Facoltà d'Architettura del Politecnico di Milano - Dipartimento programmazione, progettazione e produzione edilizia (1986) - nonché riviste e fanzine ("Artecrazia Italiana" - 1989 - "Titoli di Coda" - 1990) realizzate in collaborazione con il giornalista/opinionista Nunzio Tommaso Labranca. All'attività letteraria ha affiancato per un certo tempo l'attività grafica e pittorica a livello amatoriale, dedicandosi in particolar modo all'osservazione del paesaggio urbano nella fase d transizione verso l'epoca post-industriale. Ha poi sospeso per lungo tempo ogni attività di scrittura, riprendendola solo in tempi recenti in concomitanza con importanti avvenimenti ed esperienze accadute nella sua vita privata e in virtù dell'avvicinamento a pratiche d'introspezione interiore e di meditazione di derivazione orientale. Da circa un paio di anni ha ricominciato a scrivere poesie, affiancando alla produzione in italiano la composizione di liriche in lingua inglese.
ICONA

Tra il seno e il seno
ti scavan dentro le mie unghie
slacciata al tempo
slacciata al tempo;
sgocciolando in eucaristia
il tuo succo tra i miei denti agri
fermamente stabilisci il tuo imperio
e in rame intagli a sbalzo il volto
il ridettare crudo dei ripromessi incanti
il solfeggiare nudo
dei trascurati incontri
dei trascurati incanti.



VISIONE

Portami e riportami, lussureggiante sguardo
l'ebbrezza di schiavi neri in fuga
i corpi immersi sino in vita
in lombi d'uomo e di giaguaro; ridesta e porta
dalle fruscianti dita
sontuoso il sogno del tucano
che ai capezzoli di bacche rosa
il canto ingoia arrovesciando il buio;
e chiudo gli occhi già socchiusi
nel risalire lento dei monsoni
nel pettinar le piogge quiete
i suoi brandelli, i confusi afrori
le nostre ombre tutte sbranate
 
(Dedicato a Henri Rousseau, "il Doganiere")



RELIQUIARIO

In reliquiario
flessuose in sciami
le boscaglie, gl'invasi d'aria
dove nuotano gli insetti in nube
in turchesi impluvi
e ceselli d'ombre; e le grotte...
 
...
 
In reliquiario
stagliati a sera
i sambuchi e il frassino
rivestiti e muti, spiccati ai cirri
trascinati in fiumi
tovaglie d'aria apparecchiate alla notte...
 
...
 
Di silenzi senza silenzio
i cespugli
i prati mietuti in sogno...
 
...
 
E il mattino
rimboccato alla terra.



SPEZIALE

Macinano in questi occhi muti gli aromi e le spezie
le melodie tremanti
sovrastano.
Ah, mio bene, ah, mia dolcezza,
in te discendono
gli insegnamenti
impeccabili.



DANZA

Verrà il giorno
che mi farà da parte; come
la bitta
attenderò la gomena
e non sarai più tu a lanciarla; ma oggi
invece
danzo
i ditirambi dell'estate che si scorcia
con le caviglie intinte
tra gli spazi vuoti delle tue lunghe strette.



PROSKYNESIS

Zebrata
fra la luce e il vespero
alquanto inestricabile dai miei
amplessi
ti tengo
sinuosa e fresca
come le prime sei ore dell'autunno; dalla
veglia dello sciamano
ti desteranno in sonno
i baci del Nittèride
arrovesciato e appeso
alla volta buia del tuo utero.
 
(Nittèride - generi di Mammiferi Chirotteri Nittèridi (da "Nycteris" -
pipistrelli) comprendente circa dieci specie africane, insettivore, di
piccolissime dimensioni.)
(cit. Vocabolario Illustrato della Lingua Italiana Devoto-Oli)



GALAPAGOS

Pascerti tra i nembi e i cumuli di magrezze luminose
attenderti
liberandoti dai fenomeni, cenare di semi e fichi, di cedri
e noci di chinino
per guarir le febbri;
basterà?
Ricopiar le carte
di mare e tempesta
basterà? Basterà tramarti di pensieri e d'ossessioni
per vagamente poi considerarti
mia?
Strame di sollievi, le reti del corpo traggono sortite
e misteri.
Per riaverti
spergiurano le promettenti notti
carezze
iguane di baci.



È LEI (E LEI)

E lei
e lei è il pronome cullato al sole
la pagina mancante
nel testamento dei miei folli giorni; l'abbeveratoio
dove scalciano le mie carezze;
e lei
lei è il crinale in fiamme
dove franano gli enigmi
e i petali di carne
che bendano le palpebre degli adulteri
la tonaca del Buon Pastore;
è lei
l'armistizio dei fanciulli
la mia veglia
il sonno
mantidi, dragoni, dadi, giocattoli
i toni scarlatti della mia carne.



NOVARESE

Colto in pomeridio
trascinato in corsa in gorghi d'oro
di risaie che si san trebbiate, cascinali
tramortiti sotto i veli dei pioppeti che s'arrubinano
colto in signoria di vertigine e smarrimento
ricoperto, rimpastato nei solchi neri dei campi
senza più suole, senza più sudari
colto in flagrante
pazzia
esile e terso come campagne d'inverni
non ho altri maestri
io
che cupole moribonde di secoli, filari
di ferro, gelsi adusi alle ripotature
forti.



ARS AMANDI

E d'immenso potere conferita
di sfere e d'astri t'ho concesso
di farne mitraglie
delle mie cèntine; ora basta
riacquisiscimi;
le tue sottane strappate a morsi
ora ti riporto; puoi
disparire
adesso
tra le fila degli zelanti opliti
tra Anabasi sabbiose di lacrime e di sterpi
giacché il tuo pensiero
a sufficienza ha dominato il dogma
e i corollari
del tuo riamato avversario.



CIRQUE

Restituito al mondo
all'abbraccio pericolante del trapezio, alla sua destrezza
ai più applauditi esordi
che la pelle fiorisce ed essuda, alle burrasche
ai venti
ai danzatori
agli arcipelaghi incendiati d'essenze rare
all'acrobata
le fragranze, i segreti appigli, le terrazze
al giusto, al bello, sapientemente arreso...
 
... e gli abbandoni tutti
tutti incamminati...



ORISKANY

Dai ponti d'ebano le spume dei tifoni
lucidi piromani
spargono l'albe infiammate a prora
e s'inclinano.
 
Disarmo.
 
Di paratìa in paratìa diffonde il mare
i ritorni
maestro d'espedienti.
 
Ma giunta è l'ora
sempre è l'ora
d'affidarsi.
 
Sublime allieva: quanto
sarai riamata! Quanto sarò io riamato!
 
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Agg. 28-06-2008