LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Federica Barlone
Nata il 15 marzo 1978 a Fiorenzuola D'Arda (Pc), vive a Vernasca (Pc). Ha conseguito il diploma di ragioniera e attualmente è impiegata in una ditta. Ha iniziato a scrivere poesie all'età di 15 anni, anche se in numero limitato. Tutte le sue opere sono inedite e solo dall'anno scorso si interessa all'opportunità di avere pareri di esperti. Così, ha inviato alcune sue poesie alla casa editrice Iuturi redazione di Italia Turistica, ricevendo il parere positivo da un loro critico, con l'invito a continuare a scrivere.
A me...
 
Immensi campi verdi
che brillano sotto ai miei occhi appena svegli,
una bicicletta blu per rincorrere i miei sogni
e tante pozzanghere in cui specchiarsi...
 
Fuggire intimidita sotto due occhi severi
Che negavano la mia spontaneità,
barcollare tra le onde emanate da quella voce,
che voleva solo educare, ma non ancora compresa.
 
Rinchiudere nella mia fantasia i sogni proibiti,
per sentirsi dire no un'altra volta...
Sfogarsi in un pianto soffocato,
per ascoltare l'eco di tante lacrime mai accettate
ed i loro tonfi propagarsi nel mio futuro...
 
Ed ora rimangono solo tante ferite,
pronte a rifiorire in un arido terreno
di cui non potranno mai più cibarsi.
 
 
 
Pensieri
 
Aguzze schegge
perse in un mare morto,
dove neanche un'onda riesce a sollevarsi verso l'alto
 
Una piatta distesa appare davanti ai miei occhi,
un grigio silenzio e piante ricolme di lacrime gelate,
che straziate si inchinano ad ogni mio passo
 
Tento di oltrepassare un altro varco,
mentre dalle braccia,
ampie ferite di sangue mi bagnano il viso
 
Stremata,
mi perdo in un deserto di fuoco
che arde nella mia mente,
mentre imploro la freddezza del mio corpo.
 
 
 
In un solo attimo
 
A volte fa così male
Rivedersi in due occhi
che ti chiedono aiuto,
mentre noti un forte dolore dentro di te.
È difficile riuscire sempre a capirsi,
ad illudersi che sarà sempre così,
che non ci sarà mai un momento
in cui i nostri due corpi decidano di allontanarsi.
Spesso non si sa nemmeno perché ci si fa del male,
perché si pensi ad una vita diversa
mentre si piange amaramente.
Non riesco ancora adesso a capire
come può una sola parola ferirmi nel più profondo,
a rimbombarmi dentro come una goccia
che cade in un pozzo,
e tu sei lì ad ascoltare quale rumore può fare...
Solo l'amarezza di tanti piccoli momenti
Riusciranno ad accarezzare le mie guance bagnate,
mentre mille lacrime percorrono il mio corpo,
come una statua di marmo riposta in un angolo,
con il solito sguardo rivolto verso il basso,
vestita come una dea,
ma sola nel suo giardino incantato.
 

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Inserito il 20 giugno 1998