Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Fabrizio Orlandi
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Fabrizio Orlandi - Tessitrice d'epigrammi
 
Collana I gigli (poesia) 12x17 - pp. 24 - L. 4.000 - Euro 2,07 ISBN 88-8356-226-7
Prefazione
Poesie

Prefazione
Chi ha il coraggio e l'audacia di andare al fondo di sé, nelle voragini profonde dell'anima, alla ricerca di una forza ancestrale, giunge prima o poi davanti all'inesorabile dilemma di una scelta tra il possibile e l'impossibile.
Il dramma eterno si accentua ancor di più nell'uomo moderno che si ritrova a non saper più cosa fare o dove andare: ogni possibile via d'uscita sembra sbarrata, ogni soluzione diventa inattuabile, la strada da percorrere sempre più ardua ed impervia.
Vengono allo scoperto le angosce più segrete, la realtà "trita parole e immagini e tutto non ha più significato/ tutto non ha più importanza / e torna ad essere/ un sassolino nella scarpa di Dio".
Un tumulto interiore che sembra inghiottire il nostro corpo, fagocitare ogni nostro pensiero, imprigionandoci in una sensazione di crollo nel proprio nulla, nel proprio caos interno. È allora che diventa improrogabile captare le infinite profondità, tracciare percorsi alternativi, bruciare "castelli di parole" e pervenire all'apoteosi.
Per arrivare a quest'"isola" Fabrizio Orlandi utilizza un realismo esasperato ed un lessico crudelmente paradossale "il soldatino dal volto triste diventa l'ago che entra in vena", il suo "corpo inchiodato ed irrigidito diventa un fermacarte, la luna un filtro di tè" ed "ogni cosa un mucchio d'ossa".
Una vertiginosa lucidità, una coscienza esasperata che sente su di sé, sulla propria carne tutto il peso del dissidio esistenziale: veleno elettrico, flusso di mercurio, spada, pipistrello (di baudleriana memoria), insonnia, dente avvelenato solo per citarne alcune. Le parole sono spogliate, scarnificate del loro significato usuale e riplasmate per uno nuovo: quello del quale il poeta ha deciso di farle vestire.
Nella sua ampolla alchimistica miscela enigmi, segreti, messaggi in codice, magie esistenziali, vibrazioni, emozioni lievitanti: un'offerta della propria anima.
La visione di un uomo, di un poeta, che vive il suo tempo e quindi non può fare a meno di osservarlo, sezionarlo, scrutarlo con occhi di "gatto affamato", avvelenandosi l'anima, imbattersi nell'Amore come "profonda incursione/alta eruzione" quando non basta rinunciare ai sogni per scacciare l'insonnia che si insinua come un gatto nel letto o dire ti amo ad un amore che occupa solo spazio.
Le emozioni non sono dimenticate e nel proprio corpo ci si sente stretti e ancor più imprigionati nei vestiti che si indossano: animali dannati senza più saliva per l'eccitamento.
Le liriche sono quasi tutte brevi e non è un caso perché sono scariche di adrenalina che aprono numerose porte del mondo del poeta e portano con sé la forza della loro simbologia e l'atmosfera delle loro suggestioni.
Si trasmutano in una sorta di magica lente attraverso cui "tutto va guardato in trasparenza / anche il dolore", tutto è incanto, orizzonte infinito, atemporalità, atmosfera soffusa, archivio di simboli.
Una formidabile ed affascinante tessitura di epigrammi a volte ironici, a volte sarcasticamente "rapaci": una attenta, acuta ed intelligente elaborata tessitura.
Una poesia nella quale vale solo ciò che sorge dall'effervescenza dell'ispirazione, ciò che scaturisce dal fondo irrazionale dell'essere, dal fulcro della sua soggettività, espressione di una personalità vulcanica.
Un impulso barbaro, uno slancio da animale dannato col cuore squarciato maledettamente teso alla sua personale ispirazione, al proprio fluire degli stati d'animo accompagnato da un lirismo essenziale, crudo, parossistico: un poeta che fa dell'ispirazione la sola realtà possibile nell'ambito della sua creazione artistica.
 

Massimo Barile

Mi parli a piccole dosi
col tuo corpo incenerito:
una carcassa di giunzioni
sprofondata nell'arena
come un veliero diroccato.
In questa sera circense
che s'inarca tra due grattaceli,
sfuggendo a oscillazioni climatiche,
ci sono messaggi incontrollabili
dentro bombolette di vernice
e muri ai margini di tutto
al di là dei quali l'infinito
è un panino avvolto
nella carta d'alluminio.
 
 
 

Dalla cima delle scale

cade un rumore,
oltre la porta
sbattono sui muri parole e
poi corpi e poi oggetti...
un televisore trita
parole e immagini
e tutto non ha significato
e tutto non ha importanza
e tutto torna ad essere
un sassolino nella scarpa di Dio.
 
 
 
Sopra al baule dei vestiti
balla il tuo corpo
attaccato con lussuria
all'arte dei tuoi seni.
 
 
 
 
 
Fotogrammi sparsi
 
 
(Sdraiato nel letto)
Ti aspetterò
col grembiule a fantasia
per l'ora di cena.
 
(Ora di pranzo)
Il vortice di sapori
e le vibrazioni di cucinato
andranno sfruttate per il water.
 
(Mentre mi lavo il viso)
Piove nella vasca
e ciò che resta dei minuti
è un'indagine censurata.
 
(Mentre scrivo il biglietto d'auguri)
L'anniversario di due anni
con la speranza che l'amore
ci abbia concesso l'ergastolo.
 
(Una sera particolare)
Insieme affiggeremo
il sigillo di ceralacca
su questa giornata aperta.
 
Ci affacciamo in verticale
dalla prua di questa scogliera
e lasciamo scivolare l'ipotenusa
sulla quale abbiamo costruito
lo spazio d'ingresso abusivo
per noi animali dannati
senza più saliva per l'eccitamento.
 
 
 
È nei vestiti che indosso
che mi sento stretto
e non in questa sedia
che mi bloccherà
con veleno elettrico
nell'istante fatale,
lasciando comunque intatta
la sporcizia che mi veste.
 
 

Amore profonda incursione

filastrocca esterna di baci
farfalla sedotta e rapace.
 
Amore alta eruzione
lenzuolo frullato fecondo
lubrificata estensione del giorno.
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Inserito i9 novembre2001