Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
- Mimì De Palo - Il filo spez zato
- Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) 14x20,5 - pp. 72- Euro 7,80 - ISBN 88-8356-476-6
Prefazione - Una silloge di poesie, alla lettura: snelle, lievi, veloci s'impongono; alla considerazione: pesanti e dure per la sofferenza realmente vissuta da Mimì De Palo. In talune, che amo di più, dicono Vita, Passione, Resurrezione di un Uomo, che di sé non confessa altro se non di aver sbagliato tutto. Questa dura Verità, storia personale e particolare brilla però, grazie alla Poesia, come bianchi petali delicatissimi su neri cespugli di spini in controluce. E questo è "miracolo".
- Nulla è esagerato. Non c'è neppure la voluptas dolendi di chi non ha altro da mostrare di sé a sé stesso. E' gioia interiore tutta la Lirica che si sviluppa nella partitura della silloge. L'uomo del dolore, che conosce il soffrire, con umiltà si amplifica nel 'lascito' del suo stesso patire e canta versetti d'angeli che annunciano "un giorno nuovo/ che sorge/ con l'impegno/ di ristorare/ l'anima smarrita".
- Mimì De Palo è un poeta che scrive le meraviglie di un'anima veritiera, aperta, scoperta, denudata...e che, nella nudità, mostra le ferite rimarginate ma che, nel passato, erano profonde, sanguinanti, dolorose. Egli è poeta soprattutto perché ha toccato la radice dell'umano soffrire e, per vissuta esperienza, ha capito che la sofferenza sta nell' "errore di voler vivere una vita/ senza affanni/ e senza pena".
- E questa poesia è Vangelo, che riapre agli umani la strada all'antica Sapienza perché nessuno si lasci travolgere dagli stessi Errori-Dolori. Con questa 'proposizione' il Poeta è già "maestro di vita" proprio perché egli confessa: "...Cerco di guardare da vicino/ il mio dolore./ Vedo che è diverso.../ Il mio dolore è tutto mio.../ mi fa compagnia.../ mi fa sentire importante".
- È proprio in questo sentirsi "importante" si riscatta e si offre modello di sofferenza a tanti, a tutti noi che arranchiamo e ci affanniamo per una magra sopravvivenza. "Sentirsi importante" nel dolore! Questa autoesaltazione, canto di lode a sé, è un Fatto Nuovo nella storia della poesia degli uomini. Questa poesia è la vera poesia perché è Costruzione...un monumento che l'Uomo innalza a sé stesso, marmo su cui si può benissimo incidere:
EBBE IL CORAGGIO DI MORIRE LASCIANDO AL MONDO L'EREDITÀ DEI PROPRI ERRORI - come si legge in una sua lirica. Tutti gli uomini sbagliano. L'errore è umano. Questa è poesia umana, verbale, eterna. Mimì De Palo ha la nobiltà di presentarsi, Uomo in mezzo agli uomini, e il suo messaggio è per l'uomo, che non voglia illudersi e desideri contribuire ad aiutare gli uomini a vivere ciascuno la propria Storia, fatta di errori, di peccati, di debolezze, di vanità, di abbandoni... realtà di cui non bisogna vergognarsi perché sono i segni del limite umano... perché, infine, la Storia è solo un fatto di Dio, il quale a ciascuno di noi dona "il cuore / che è capace di contenere/ l'infinito senza tempo/ l'immenso senza spazio /... e lo spirito di Icaro". E questo non è solo Poesia; questo è Canto della Sapienza.
Giuseppe Moretti
Poesie
A Vittorio Bellezza
eroe strenuo e silenzioso
per la sua impari lotta per la vita
- SONO UN PIERROT
- L'energia che muove il mondo
- non è capace di smuovere
- il Pierrot dalla lacrima fissa
- che vive in me.
- La bellezza che onora il mondo
- mi lascia indifferente,
- non mi avvolge,
- non mi coinvolge
- come fa con tutti.
- Il filo che unisce il mondo
- non può ricucire
- gli strappi della mia anima
- perché è stato spezzato.
- Ci provo a dare un senso alla mia vita.
- AQUILONI
- Sogni svolazzanti
- e colorati
- vagano leggiadri
- nell'infinito
- la loro baldanza
- legata ad un filo
- come la vita del bimbo
- con gli occhi dispersi
- nell'azzurro.
NOTTE La notte scende dentro di me come un gatto nero nel crogiolo del catrame e non porta pace e serenità ma un drago con la bocca fiammeggiante. Non odo una musica dolce, un notturno di Chopin, odo il tristo rumore del buio senza vita. Sarà l'alba a portar refrigerio al corpo e allo spirito con la melodia del silenzio pieno di vita e di speranza: c'è sempre un giorno nuovo che sorge con l'impegno di ristorare l'anima smarrita.
- L'AMOR PERDUTO
- L'amor più bello
- è sempre
- l'amor perduto.
- È bello
- perché non sai
- quanto poteva esser bello.
- Vive nella tua mente,
- ti riscalda il cuore,
- ti fa onnipotente
- perché a quell'amore
- sei tu a creargli un destino,
- a raccontartelo meraviglioso,
- a fargli l'inchino
- perché importante, perché prezioso,
- perché ti vuoi bene
- e aneli un amore grande
- ma ci sono le sirene
- che ti lasciano in mutande.
- Vaneggiar non costa niente,
- puoi viver grandi occasioni,
- è un esercizio della mente.
- Cocente sarà la delusione
- perché non è di questo mondo
- la gioia, la perfezione,
- la felicità, l'amore a tutto tondo.
- COMPLEANNO
- Tante candeline,
- pietre miliari sulla strada della morte.
- IMPARARE A VIVERE
- Pensieri luminosi
- d'imprese straordinarie,
- d'importanti eventi.
- Sogni ad occhi aperti
- di amori travolgenti,
- di successi osannanti.
- Erano così i miei anni verdi.
- Tremende delusioni,
- sconfitte amare,
- castelli costruiti sulla sabbia.
- Sono così i miei tardi anni.
- Non basta una vita
- per imparare
- il mestiere di vivere.
- LADRO PER AMORE
- Ruberò i ciclamini
- per ornare le sue chiome
- accarezzate dall'aura marina.
- Ruberò un raggio di sole
- e lo serberò
- nei suoi occhi
- di cerbiatta innamorata.
- Ruberò una stella
- per ornare
- il suo collo di cigno.
- Ruberò un tramonto
- e tingerò le sue labbra
- morbide e sensuali.
- Ruberò la luna
- e la spalmerò
- sulla sua pelle
- di petali di rosa.
- Ruberò l'aria dell'aurora
- per spruzzare
- il fresco suo profumo
- sul suo corpo delicato e fragile
- di bocciolo
- che s'apre alla vita.
- Ruberò tutti i fiori
- ad un prato esuberante
- per farne un vestito
- che accarezzi
- le sue forme ondeggianti
- come dolci colline
- d'un paesaggio senese.
- Ruberò la corteccia
- alle sughere pazienti
- per fare sandali leggeri
- che avvolgano
- il suo piede ninfale.
- Non chiamatemi ladro!
- Nessuno avrà il coraggio
- di condannarmi
- quando la ricettatrice
- dei miei furti
- apparirà in tutto il suo fulgore.
- A BITONTO
- Eri città dai mille conventi,
- con monaci e monache alla preghiera intenti.
- Eri città dalle mille chiese,
- ricche di fedeli semplici e dalle mille imprese.
- Eri città di mille zappe amare,
- i villani tuoi sapevan la fatica coltivare.
- Sei città di mille frantoi,
- sei città di mille corridoi,
- sei città di mille laboratori,
- sei città di mille professori,
- sei città di mille operatori.
- In tanta dovizia di beni e di economia
- hai smarrito l'anima e la poesia
- dei tuoi fondatori;
- hai smarrito il sacro ardore dei costruttori
- della tua maestosa cattedrale.
- Sei rimasta, però, nel bene e nel male,
- la mia ancor diletta città natale
- LA MORTE DAL BEL SORRISO
- La Morte dal bel sorriso
- radiosa verrà,
- senza alcun preavviso
- e ti ammalierà.
- Ti convincerà a seguirla,
- compagna del tuo destino,
- ti proporrà di finirla
- sul far d'un bel mattino
- con questa vita breve
- e piena di affanni,
- un fardello greve,
- fatto solo d'inganni.
- Ma a me la vita piace
- le dirai, ansante e con paura,
- mia madre ormai giace
- in una grande tomba scura.
- Io non seguirò la sua sorte,
- la pace eterna non fa per me
- che son ancor giovane e forte
- e di anni ne ho ventitre.
- Io non mi circondo
- solo di vecchi rimbambiti,
- amo tutta l'umanità del mondo
- e scelgo quelli preferiti,
- dirà la Morte, di luce ammantata,
- pronta a ghermir, come leonessa fa
- con la sua vittima predestinata,
- dovrai venire a me, io t'aspetto qua.
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