- Domenico Cultrera
da Vittoria, residente a Ragusa, dopo studi accademici
di pedagogia, ha insegnato nelle scuole elementari. Ha
pubblicato: Nei silenzi del tramonto, 1989; silloge su
quaderni paralleli 1997; Ritorno al capolinea, 1993;
Musa e Cupido-improvviso, 1997; Obbedire al tempo,
2000; Per la via di Emmaus, 2003; Memoria del corpo,
2005. Oltre a molte poesie su antologie, riviste
letterarie e giornali tra cui: La Lucerna, L'Eco del
Parnaso, Alla bottega, Il giornale dei poeti,
Arenarea, La Nuova tribuna letteraria, Nuova Europa,
Vernice, Punto di incontro. Si sono interessati alla
sua produzione: Giorgio Bàrberi Squarotti,
Sandro Gros-Pietro, federico Hoefer, Carmelo Lauretta,
Maria Grazia Lenisa, Ferruccio Masci, Paola Lucarini
Poggi, Mario Meozzi, Daniela Monreale, Giovanni
Occhipinti, Tita Paternostro, Emanuele Schembari,
Stefano Sodi, Luigi Tallarico, Fiore Torrisi, Lucio
Zinna.
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- Mare
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- Piallato
in superficie il mare
- dorme
della grossa stamattina,
- non onda
vezzosa che richiami
- sinuose al
pensiero forme vaghe
- di silfidi
in delirio o fruscii
- che
straziano silenzi;
- rimargina
ferita appena fuori
- il corpo
che l'infigge; segue stadi
- mutevoli
di tempo e si colora
- di nuvole
o s'increspa all'alito del
- vento,
borbotta al maestrale, mostra
- al monsone
tentacoli letali,
- emotivo
essere vivente.
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- Nell'aria
rifrangenze di miraggi,
- scheletri
incartati nella pelle
- seminano
sudore di fatica
- dove
tonfano pietre pellegrine,
- crociati
abbandonati in sonno
- che
libertà nel sepolcro
videro
- dio Cristo
bevendo alla fonte acqua
- pura, ora
sale se l'accosti alle labbra,
- mare.
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- E trasli
nel regno dei coralli
- e degli
angeli di alghe che non contano
- i morti
arditi e temerari in quel
- camposanto
senza lapidi e corone.
- 7/5/05
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-
- Non ha
senso
-
- Non ha
senso il quando s'evolse
- lo spazio
o l'esplosione fu
- del
complesso cosmogonico:
- il tutto
è nel perfetto avveramento
- con l'uomo
di passioni che,
- il cognito
trasceso di natura,
- sensibile
al canto di sirene
- cerca il
Verbo referente delle cose,
- mutevole
con esse sempre nuove,
- l'immagine
compone
- su
fondamenta di parole,
- nell'infinito
alternarsi
- del buio e
della luce.
- 3/5/05
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- Acque di
sorgenti
-
- Di acque
di sorgenti voci placide
- fluiscono
o allegre al mare che
- compone
tavolozze di colori
- noti a
pennelli che a tele affidano
- l'evaso al
sensitivo di nature.
-
- Ti
dipingo
- nei toni
che conservi gelosa e mi palesi
- nell'abbraccio
di cristallo che teme
- un rumore
lo frantumi e oscuri
- il cielo
luminoso;
-
- ti
dipingo
- come ti
vedono i miei occhi
- nel porto
della mente dove approdi
- e salpi a
piacimento,
- faro
sempre acceso sugli specchi
- tremuli
del mare.
- 22/3/05
-
- Effluvio
-
- Sento
da tanto il
- "...preannunzio/di
acerbità di
addio,"
- da
"Trionfi d'inverno"
di
- Giorgio
Bàrberi
Squarotti
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-
- Quasi
inatteso, effluvio lieve
- nell'aria
tepida in queste tarde
- serate di
aprile;
- divaga e
torna nel silenzio
- onda altra
che su altra adagia
- sempre
nuova, a piedi scalzi,
- docile al
sussurro melico del vento.
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- Solitudine,
- con
occhi di stelle
- lacrima le
assenze sullo specchio
- assopito
della notte, palpito
- di segreti
intellegibili alla Luce
- appena
leva ai mattini e danza il
minuetto
- della
copula del polline dei fiori
- sulle ali
di libellule in amore.
- 5/5/05
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