LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Diego Fantin
Ha pubblicato il libro
Diego Fantin - Non so scrivere musica



 
 

 
 
 
 
 
Collana I gigli (poesia)

14x20,5 - pp. 72

Euro 6,50

ISBN 978-88-6037-5360
 

In copertina
Alessandro e Stella Fantin
 
Prefazione
Poesie

Prefazione
 
La poesia di Diego Fantin prende la sua forza dall'esperienza esistenziale dell'uomo che assapora le emozioni che, mano a mano, si snodano nella vita: ogni giorno si accende di una nuova luce che permette di osservare le cose con lo sguardo che cerca sempre di catturare il lato affascinante, il desiderio di "tornare indietro nel tempo", la volontà di fermare le suggestioni.
Ecco allora che Diego Fantin dispiega e alimenta un canto lirico sempre pervaso da una vibrante umanità che accompagna la consapevolezza che è fondamentale scovare le risposte, come a sfiorare la vita, per carpirne la sostanza autentica ed innalzare ad un livello superiore ciò che veramente conta.
Si ritrova a gustare il tempo in una continua navigazione mentale alla ricerca dei ricordi, delle emozioni, degli incantamenti: e l'Uomo riesce ancora a sognare... poi in una intensa e costante dichiarazione d'amore che diventa dichiarazione d'amore per la vita... quasi a lambire le zone più nascoste per fissare, in una scrupolosa osservazione, le risposte che sono sempre faticose, il coraggio di mettersi in ascolto dei pensieri anche quando sono intrisi d'inquietudine, la necessità d'una "parola" che permetta un volo libero, come a muoversi in un "tempo senza tempo", tra profumo della vita e visioni oniriche.
Diego Fantin esplora la realtà interiore anche se afferma, senza mezze misure, di voler "restare in disparte a fare lo spettatore" quasi a ritrovarsi con gli "occhi persi nel vento" e "il cuore gonfio d'amore... e come compagno il sogno".
E infine, la consapevolezza che emerge prepotente, in ogni passaggio poetico, che è fondamentale conservare il "coraggio di vivere".
Lo sguardo a "frugare nell'infinito" e, a fare da guida, come compagna di vita, la poesia.
 

Massimiliano Del Duca




Non so scrivere musica
 


La poesia


Un pezzo di cielo
rimasto inviolato,
un sogno sognato,
un canto lasciato
in libero volo.
Un fiore selvaggio,
una fragile nuvola.
Un rigolo d'acqua
che canta nel bosco,
una foglia ingiallita
che cade d'autunno.
Il pensiero che vaga
tra le pieghe del tempo
ascoltando ogni eco.
Una fiaba...
raccontata da chi
riesce ancora a sognare
come fanno i bambini.



Brevità


Lungo strade d'inverno
insistono orme di ghiaccio.
Non vedranno l'estate.
Primavera, per loro,
è già inizio di morte.



Alcool amico?


Amami!
Io ti amerò
fino alla morte.
Io ti sarò fedele.
Per sempre!
Tu...
saprai esserlo
altrettanto?
Ti oblitererò la mente.
Ti farò scordare
il dolore ed il peccato.
Assaggiami, assaporami
e poi... assuefati.
Lungo la gola
sentirai il mio fuoco
e nello stomaco
sentirai il mio ardore.
Poi, lentamente,
sentirai la mente
diventare nebbia.
... e scorderai!
Ti ruberò
la vita
a poco a poco
e riderò!
Fragorosamente riderò.
... felice
di averti
"fregato".



I miei fiori

Filtra luce di sole
tra la nebbia fitta,
entra dalla finestra
piano e senza bussare.
Posa la sua carezza
sopra i fiori nel vaso.
Li guardo, annuso l'odore,
ma non li riconosco.
Quelli, ne sono sicuro,
quelli non sono i miei fiori.
Il vento pulisce l'aria,
il sole accende la casa,
illumina il giardino
colmo di rose e viole
e qualche ciclamino
nascosto sotto le foglie.
Osservo con occhio assente
e volgo il capo altrove.
Bella la casa, di lusso,
bello il giardino e i fiori,
ma quelli, quelli...
quelli non sono i miei fiori.
Vado. Vado di fretta
e salgo lungo un tratturo.
All'ombra, dove è più freddo,
ancora riposa la neve.
Tra mura diroccate
ed edera rampicante,
dove respira il sole,
spuntano fiori di campo.
Sorrido e ascolto il vento.
Dialoga con il falco.
Guardo lontano e lacrimo.
Questi, li riconosco,
questi sono i miei fiori.



Ricordandoti com'eri


Eri nell'età in cui
i primi piccoli segni
scolpiscono la pelle,
ma il volto sa accendersi
ogni giorno di luce nuova.
L'età in cui la giovinezza
inizia a perdersi per strada,
ma non per questo
la bellezza diventa meno bella,
anzi si accresce ed acquisisce
un non so che di affascinante.
Ma era anche quell'età
in cui la morte, artista
lenta e senza fretta,
inizia a pitturare
qualche suo segno
e a renderlo visibile
buttandolo qua e là
come per caso, ma
non mostrando ancora
la sua mano. Ed ora
che la mano l'ha mostrata
rubandoti un giorno, all'improvviso,
ricordo sempre quei tuoi
piccoli turbamenti quando
sul volto scoprivi
un segno più recente,
una ruga ancora in fieri,
ma che ti sconvolgeva
la giornata. E vorrei tanto
poter tornare indietro
per un attimo, provare
a fermare lo scorrere del tempo
e cancellar dal volto
tutti quei segni
per imbrogliar la morte.
... e differirla ad altro tempo.



La linea di confine

Mi sento debitore
del nero della notte.
Tra le sue braccia
sento le mani tue
sfiorarmi il corpo nudo,
percorrerne i contorni
e modellarli
come fanno gli artisti
con la creta.
E in quei momenti
sento che sono uguale
ai bronzi di Riace,
al David di Donatello
od al Mosè di Michelangelo.
Solo domani all'alba
avrò il duro impatto
con quello strano specchio
che non sa mentire,
ma intanto...
Non ci sarà mai legge
che possa pontificare
la linea di confine
tra fantasia e reale.



Sosta


Piove.
Ma il giorno
non è triste.
Oggi
si può pensare.
Seduto
su una sedia,
alla veranda,
posso immaginare.
... il sole, il cielo,
il volo degli uccelli,
il monte, il mare.
Oggi
non c'è frenesia.
Piove.
Da qualche casa
attorno
la voce di una radio
trasmette una canzone.
Parla
di sole pieno.
Ma oggi,
almeno qui,
piove.
Seduto sulla sedia,
alla veranda,
continuo
a immaginare.
... il sole, il cielo,
il volo degli uccelli,
il monte, il mare
e poi...
riesco anche a sognare.
... oggi
che non c'è fretta.



A due passi


Annusavo i pensieri,
ne accarezzavo
lo scorrere lento.
Zafferano il colore,
maculato di cremisi.
Sottofondo distante
un ronzio di cicale
e le onde del mare.
La mia mano
appoggiata sul viso
a proteggere gli occhi
dalla luce del sole.
Una nave comparve
nell'incerto confine
tra il mare ed il cielo.
Navigava!
Attirò l'attenzione.
Com'è assurda la mente!
Cominciò a navigare
ricercando ricordi
che si erano persi
nella nebbia del tempo.
Era intenso il silenzio.
Annusai il suo odore.
Profumava...
di vischio e di neve.
Non capii come mai.
Proprio qui,
in pieno sole.
... e a due passi
dal mare.



Supplica per una fuga


Portami via da qui.
Da questa stanza fredda e inospitale,
da questo insulso letto senza armoniche
che mi rapina il resto del mio tempo.
Portami via da qui.
Portami via, lontano,
lungo l'allea lunga
di luna e stelle
dove è il profumo
di primule e di viole
ad indicare
la strada del tramonto.
Dove l'acqua gorgoglia
le sue storie
e le farfalle
dipingono l'aurora.
Io sono nato un tempo,
libero.
Son nato sotto un sicomoro
e la mia vita è stata
ininterrotto dialogo coi campi.
La pelle mia da sempre
scolpita fu dal sole
e le mie mani rudi
odorano di terra e vento.
Portami via da qui.
Racchiuso in questo ventre
d'ospedale
non sento affatto il vento
respirare
né percepisco il volo delle foglie
e, su nel cielo, non posso più ammirare
il volo inenarrabile degli uccelli
e il loro sapiente ricamare
tomboli fini, pizzi e merletti.
Portami via da qui,
non mi lasciare oltre
chiuso in questa stanza d'ospedale.
Voglio sentire ancora, in volto,
il vento
e le sue fresche lacrime di rugiada.
Con le tue braccia forti
lo puoi fare.
Con la tua giovinezza, tu,
mi riinsegnerai a volare.



Il punto e la virgola


Un punto
è stato messo
come fine
del discorso.
Un punto!
... e poi
una virgola,
a delimitare
uno spazio
vuoto.



Istantanea


Un bacio...
straziato sul nascere
da un sordo boato
a lei, però, ignoto.
Il sorriso...
strappato da artigli
di morte.
È ancora racchiusa
la piccola mano
e difende un peluche
impregnato di sangue.
... e l'eco assordante
di quel bacio spezzato
ritorna insistente
a vibrare
sulle piccole labbra
che rimangono esangui.
Senza confini
le parole mai nate
e che sono corolla
di un pallido pianto
che è senza lacrime.
Ora arde il silenzio!
Fiamma che medita
sull'umana follia
da sempre incapace
di porsi dei limiti.

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Ins. 15-04-2008