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Cristina Nardin

Cristina Nardin, nata il 11-05-1976, diploma di Liceo Classico, dopo aver iniziato un percorso universitario ad indirizzo pedagogico, oggi lavora in modo indipendente nell'ambito del turismo, dedicandosi con rinnovato entusiasmo alla passione per la scrittura che da sempre l'accompagna. Nata e cresciuta nel Comune di Paderno Dugnano in provincia di Milano, ha partecipato ed ottenuto buoni riconoscimenti in concorsi poetici e letterari strettamente legati alla realtà locale.
Amante dell'arte in tutte le sue forme, curiosa e dinamica, ama sperimentare in prima persona forme e mezzi di espressività differenti fra loro, dalla prosa alla danza, passando per la recitazione e la poesia. Nel suo percorso di crescita personale si è recentemente avvicinata alle filosofie orientali, attraverso la pratica dello Yoga e della Meditazione. Due piccole curiosità: adora i gatti e la danza del ventre, che pratica con impegno.
ARCOBALENO


Tra le nuvole gravide di pioggia,
un dardo d'amore

"Pubblicata nella Raccolta Poesia è Comunicare"


FIORI


Ricami di un cuore
in cerca d'affetto

"Pubblicata nella Raccolta Poesia è Comunicare"


LA LUNA - SCHERZO DI RIME


Punto bianco dal chiaro intento,
sospeso nell'inchiostro denso.
Cullata tra le braccia di Natura, generosa nel suo portento,
sei falce ricamata su seta nera d'incenso,
trapuntata d'argento, nobile e senza tempo.
Piena e solitaria io ti penso.
Seguo il sentiero, tremando al fresco vento,
pensieri sparsi e senza senso,
accompagnano le gambe in movimento.
Mi sforzo a scrutare il buio denso,
c'è una collina, e raggiunta la cima, sento un profumo nel vento.
Lo riconosco, è mirto, fresco ed intenso.
Scolora piano la notte, è quasi venuto il tempo
di cedere il passo all'astro dall'oro immenso.
Una nuvola ti sfiora col suo incedere lento,
sfuggendo ad un nembo denso,
solo per toccare il tuo tondo mento.
E cerca il tuo bacio, sua essenza e suo senso.
Giunge il mattino, promessa di godimento.
Lo percepisco con ogni senso,
il giorno sarà caldo e lento.
Figlio, oh Luna, del grembo tuo immenso,
in esso germogliato secondo tua legge e portento,
come vuole Natura con il seme del mio tempo.


ATTIMO


Ti ho atteso,
ti ho cullato.
In un momento sei arrivato.
Ed ora, tutto è già passato


LA NEVICATA


Luce chiara, forte,
si riflette nello specchio compatto
della terra ora bianca.
Zucchero fine che dal cielo scende,
ad addolcire il caffè amaro delle emozioni.


NOTTE


Anche tu, Notte, in questo nostro mondo
hai perso la tua identità.
Il tuo nero mantello si è scolorito,
continuamente candeggiato da queste terribili luci,
conficcate come spade nel grembo della madre terra.
Notte, soave e misteriosa,
palpiti ancora nei miei pensieri,
delicata e leggera come le ali di una farfalla

"Pubblicata nella Raccolta Poesia è Comunicare"


IL SENSO DEL MERAVIGLIOSO


Improvvisa,
nell'infinitamente piccolo,
nell'immensamente grande,
sempre,
mi travolge la meraviglia.
Lo scintillio del sole su una goccia,
il ruggito delle montagne che mordono il cielo,
una scossa che è brivido lungo la schiena.
Poi, il tepore nello stomaco e nel petto.
Ed alle labbra affiora il sorriso,
frutto manifesto di un'emozione dolce.


LUNA D'INVERNO


Timida ti specchi
nella pozza abbandonata dal temporale.
Un alito di vento scioglie l'incanto.
Avevo allungato la mano,
e m'illudevo d'averti nel palmo.
Tu sei la distante,
ma non sola,
nel cielo nero di questa sera gelida e trasparente.
Io, invece, rimango qui,
sul mio balcone a sfidare il freddo,
per guardarti,
e sentirmi più vicina all'infinito


PRIMO GIORNO DI PRIMAVERA


Il primo calore del sole sulla pelle,
un timido verde
che si anima tra i raggi di una ruota,
una bici rossa
che attraversa di corsa
il ponte steso sul canale.


PENSIERO LUMINOSO


Scivola ondeggiando lungo una tela di luce,
arcobaleno iridescente
della mia coscienza inquieta.
Foglia che cade a primavera,
a riempire lo strappo apparente
del non senso dell'esistenza,
spingendomi a seguire
un sentiero nuovo di conoscenza.


BENEDETTO AMORE MIO


Musica intorno,
profumi delicati,
canzoni abbandonate...
Passi veloci si rincorrono sul sentiero dei miei giorni.
Fare, dire, agire.
Dovrei...
Vorrei..
Farei...
Oh, la mano trema,
stretta da una catena invisibile e violenta.
Silenzio sul cuore.
- No! -
Un urlo strappa la pergamena della mia anima.
Non devo.
Non serve.
Solo tempo inutilmente trascorso.
- Vattene! - È grido, ordine... preghiera.
Trapassando la mente faccio silenzio a me stessa.
Ma la sento,
la sento comunque, la tua voce.
Maledetto!
Maledetto il calore di questa estate,
il bisogno della tua pelle.
Maledetta anche la sorte che giocando a dadi
ti ha dato su di me la vittoria.
Silenzio.
Un canto sottile, un tremulo tepore...
Benedetto amore mio,
benedetto testardo cuore,
benedetta anche la croce che sento trafiggermi il petto,
Benedetto mio uomo.
Benedetto, sì,
ora e domani,
perché senza di te
dell'esser viva non avevo più memoria.
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Ins. 19-04-2008