LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Cristina Mantisi

Cristina Mantisi, sebbene abbia sempre scritto, è soltanto dal 1998 che propone le sue poesie agli altri partecipando ai concorsi letterari. Le sono state attribuite diverse menzioni d'onore, premi speciali della giuria e riconoscimenti ai primi tre posti. Cita di seguito: nel 2001: 2^ al concorso Andrea da Pontedera (con haiku), 2^ al premio città di Pinerolo; nel 2002: 1^ al premio città di Sassello (con silloge), 2^ al concorso lett. europeo C. Baudelaire (sez. Inferno e Paradiso &endash; Parigi); nel 2004: 1^ al premio di poesia di Santa Maria a Monte (Acsi di Pisa); nel 2005: primo premio città di Venezia, 3^ al concorso città di Voghera; 1^ al premio A. d'Aosta del 40° Stormo Aeronautica Militare di Grosseto; 1^ al concorso premio città di Savona; trofeo internazionale Saggio bambini dal Borgo degli Artisti di Milano (ott. 2006); Il prossimo 6 maggio: 1° maggio al Concorso Il Litorale di Massa - Pubblicazione della silloge. E' stata giurata in due concorsi di poesia nella sua città e ha partecipato ad altre collettive (con opere in ceramica). Nel 2002 ha pubblicato un libro di poesie dal titolo Ho incontrato un poeta, Ibiskos Editore di Empoli. Ha partecipato a diverse antologie tra le quali: Almanacco delle Muse (Ibiskos Ed.); Pianeta Donna (Ibiskos Ed.). Al centro delle parole (Book Ed. di Bologna), volume di supporto didattico per le scuole. E' anche nel volume Storia della Lett. italiana de XX Sec. Ed. Helicon. Da alcuni anni ha scoperto l'interesse per la ceramica; recentemente ha partecipato alla sua prima collettiva d'arte nella sua città.
Un po' per poetare, un po' per cantare
 
Un po' per poetare
un po' per cantare,
menestrella senza tempo,
foglie di fronde
e strumenti di vento.
Andando me ne vado
verso la linea lontana
che chiamano orizzonte.
Ali aperte in volo
ha il cavallo del mio viaggio,
ali di cigno, corpo di drago.
Andando me ne vado,
volando, anatra selvatica,
cantando senza saper parole
poesie di fiabe azzurre
e storie di fiamme nei camini,
boschi di giganti
coi cappelli a punta.
Un po' per poetare
un po' per cantare
me ne starò seduta sulla Luna
in un notte di Terra piena
una volta per vedere
da dove arriva il Sole.
 
 
 

 
 
 
 
Ho raccolto sassi
 
Ho raccolto sassi, piatti e levigati,
rubandoli a composizioni del mare,
incastonandoli sulla rena bagnata.
Ne sento, al tocco, ancora
la percezione della sabbia,
all'odore, il profumo dell'oceano,
all'udito, il rumore dell'onda in attesa,
sospesa lontana, arrotolata e sbuffante
come un cavallo che scalpita.
Ho raccolto sassi sul sentiero del monte,
piccole creste di punte per inventare paesaggi.
Ne sento, al tocco, la roccia sotto le dita,
all'odore, il profumo dei pascoli alti,
all'udito, il soffio del vento
e le sue scorribande tra i passi.
Ho raccolto sassi nella macchie di timo,
sculture bucate, lasciate dal mare
a offrire conchiglie odorose di pini.
Ne sento, al tocco, la sabbia dimenticata,
all'odore, l'aroma d'acqua salmastra,
all'udito, il sospiro dell'onda obliata nel tempo
tra piccole viole all'ombra dei lecci.
Nei giardini di pietra cerco la mia anima
e seguo, nei tuoi occhi,
il volo disteso del falco.
 
 
 

 
 
 
Computer fly
 
Diventa improvvisa
farfalla
l'onda rossa sul monitor
e si libra con ali di curve
sul mare senza fondali
verso confini quadrati
di metamorfosi a spirali
poi, come lava inghiottita
da invisibili sensori,
su se stessa s'arrotola
in giochi di forme arrotondate
fugge via libera
scomparendo
in dimensioni di memoria
libellula ora
di righe in volo.
 
 
 

 
 
 
Bianco d'inverno
 
Bianco d'inverno
anche quando non c'è la neve
e il cinguettio improvviso
del passero
rompe sonoro
i freddi silenzi.
Bianco come le ali
dei gabbiani sospesi
nell'aria senza vento.
Anche il fumo
di storie nascoste
mai più raccontate
rimane dipinto nel vuoto
una variante senza variazioni
nell'assenza di altri colori.
Bianco d'inverno,
sbiadiscono risucchiati
da mani di fredde carezze
anche i rami degli alberi
che pur sono verdi sempre,
adagiati sul versante
della collina sfocata.
 
 
 

 
 
 
Anche tu, vecchio gatto
 
Assapori anche tu, vecchio gatto,
questo muover nell'aria
di ritornati suoni, tra i rami
un antico stormire foglie nuove?
Quanta disperazione strana,
ad ogni primavera ritoccata, m'assale
come la nebbia che sorprende il monte.
Annusa, è l'aria, la stessa,
che pure c'inebria d'un balzo
struggente, vissuto già assai.
quest'aria che freme nell'albero fresco,
nei fiori dell'ippocastano,
sulle nostre carezze.
Quest'aria... è più antica.
La trovi di nuovo che salta alla mente
con piccoli brividi e poi...
Che c'è amico mio? Vorresti anche tu
la dolce certezza di cento
e più altre stagioni
di quest'attimo breve?
Forse son'io l'istante che passa.
Nell'aspettare i ritorni è il gioco,
crudele, che avvicina alla morte.
Tu non aspetti. Nei tuoi occhi
socchiusi, l'attimo è sempre,
nel tempo che è tuo, lontano dal tempo.
Godiamoci allora, vecchio mio saggio,
l'ultimo raggio del sole
prima che scenda a celarsi
dietro l'inevitabile notte.
 

 
 
Mon amour adieux
 
Aspetta... non è ancora il momento di andare
dev'essere, questa, una sera speciale
per cui, adesso, voglio brindare.
Per favore, tu lo sai, brindo solo con champagne.
Adoro quel suo chiaro colore d'oro fuso
con le piccole perle che vagano
nel loro universo alla deriva.
A Reims, ricordi?, nel tripudio di sculture
ed archivolti, brindammo alla salute
dell'Angelo e al suo sorriso senza cuore.
Guarda come rotea perfetto nella coppa,
un gorgo luminoso di passioni, nel centro
l'infida bonaccia indifferente.
Faremo, poi, come si fa nella commedia
gettandoci alle spalle ogni passato
nei nostri mille frantumi di cristallo.
Dunque, cosa c'è per cui valga la pena
di brindare? Il mondo che se ne va
nelle mani della sua umanità? No, mon amour,
all'eresia non bevo. All'eternità berrei
se solo fossi certa di non morire mai.
Lasciamo stare, per di più, senti,
è diventato caldo. mon amour adieux
a te e alle colline de la douce France,
a Prevert e all'amore che non c'è,
a Verlaine e al "cielo sopra i tetti".
Lasciale così, le coppe, ci aspetteranno colme,
se mai ritorneremo. Oltre le montagne,
in un paese lontano, al suono dei dung-chen,
una tazza di tè aspetta che qualcun altro torni...
 
 

 
 
 
Spiagge d'autunno a Savona
 
Soffia forte d'autunno, a Savona,
il vento dal mare, portandosi a terra
l'onda a lambire rive di spiaggia
assorte nel vuoto
di solitari momenti.
Si distende l'acqua e avanza
libera, sottile di schiuma leggera
bagnando granelli di sabbia
vicini tra alghe annerite
e rami lasciati a marcire.
Come tendaggi leggeri
nell'aria ondeggiano piano
le tamerici chiare
e alberi sogno
di un deserto lontano,
dune dorate ai tronchi ammassate.
Sagome d'eleganti cammelli
paiono l'onde che passano
in carovane dai lunghi mantelli...
Sinuose le fragili chiome
fronteggiano il mare
tra respiri di sale e silenzio
di passi sulla rena bagnata.
Corre col vento il cane
rotolando nell'onda che arriva
e il sole, scendendo lento,
oscura l'azzurro dell'acqua.
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Agg. 26-04-2007