LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
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Cinzia Groppi


CINZIA GROPPI scrittrice e poetessa, nata a Firenze nel 1955, vive da alcuni anni a Figline di Prato.Attratta dal tema del doppio, scrive in prevalenza racconti sul disagio e sulla complessità del vivere. Ha ottenuto la menzione speciale della giuria nella edizione 02/03 del Premio Letterario "Il Camaleonte" per il romanzo "La Casa", opera che si è anche classificata, come finalista, al 7° posto nella V° Edizione del Premio "Elsa Morante". Nel 2003 è risultata finalista al VII° Premio Letterario Internazionale "Jacquès Prèvert", sia nella sezione poesia, con l'opera "Miti e Antimiti", sia nella sezione narrativa, con la raccolta di racconti "Efcharistò".
 


...La Casa guardò le anime dei due ragazzi. C'era una strana aria di attesa in entrambe.
Quella di Alma era come bruciacchiata agli angoli, segno di una grande sofferenza. Sparsa qua e là vide della cenere: qualcosa, dentro il suo cuore, doveva essere morto da tempo.
"Materiale irrecuperabile." &endash; pensò.
Esplorò poi il centro e rimase colpita nel vedere come l'anima di Alma, così deteriorata ai bordi, presentasse là una fulgida luce bianca, uno scintillio quasi accecante. I bagliori si accendevano e si spegnevano continuamente.
"E' alla ricerca di qualcosa, ma non sa in che direzione guardare.Questa porzione di anima è vitale, ma attende una illuminazione costante che ancora non ha trovato.
Alma non ha voluto farsi suora quando glielo aveva ordinato lo zio-padre, ma ha scelto una clausura ancora più impegnativa... ora il suo cuore attende di iniziare a credere. Penso che solo così il sacrificio della ragazza potrà compiersi: affidandosi al fatto che l'impossibile potrà verificarsi. E' un'anima bella, cui manca solo il traguardo."
Soddisfatta di aver compreso molto di quello che riguardava Alma, la Casa si apprestò a scrutare nella direzione di Domizio, non senza un certo imbarazzo, poiché Lei conosceva fin troppo bene il ragazzo, anzi l'uomo, e non voleva invaderlo troppo.
Temeva, però, di trovarvi delle sorprese... Allora, poiché aveva un grande riguardo per se stessa e si riteneva piuttosto delicata, decise di guardare l'anima di Domizio con gli occhi pietrosi socchiusi.
 
Io, cronista e biografo della Casa, mi rendo conto che essa non ha occhi da poter socchiudere, ma come reperire le parole che rendono, con il loro significato, comprensibili gli accadimenti? Non posso che rifarmi al linguaggio noto agli uomini, poiché degli uomini leggeranno questa storia.
 
L'esplorazione dell'anima di Domizio fu semplice: c'era un chiarore diffuso; niente di brillante, nulla che potesse accecare. La Casa allora, sentendosi rassicurata, aprì del tutto i suoi occhi e vide la bellezza... Chiari e scuri si alternavano ovunque, tessendo una trama fine ed elegante. C'era un ordine delle pieghe, una specie di delicato plissé. Sembrava di guardare una specie di madreperla, una specie di sottile filigrana color avorio dall'incantevole orditura. L'anima di Domizio era leggera e sottile: si sarebbe detto che un soffio avrebbe potuto spazzarla via... ma era ancorata al cuore.
"E' un'anima che ha visto tutto: conosce le parti scure e nere della solitudine, della derisione, delle cattiverie... ma ha vissuto anche i frammenti brillanti della beatitudine, la soddisfazione, la pienezza, la gloria... E' intessuta con materiali forti, ma contrapposti: nessun sarto saprebbe tenerli insieme, mentre Domizio ci è riuscito: le cose buone e le cose cattive compongono un insieme mirabile ed armonico e tutto trova la sua ragione di essere o di essere stato..."
Così riflettendo la Casa si stava apprestando a lasciare l'anima dell'uomo, quando venne attratta da un puntino nero, che stava perfettamente al centro. Dovette aguzzare la vista per vederlo meglio, anche perché nell'ondeggiare dell'anima a volte appariva a volte spariva.
"E' un foro, un piccolo buco nero che aspetta di essere riparato! E' qualcosa che manca, che non c'è! Come se un piccolissimo tarlo si fosse divertito coi suoi denti a lacerare il tessuto, ad interromperne la splendida trama. E' un'incompletezza da colmare... Ecco cosa attende Domizio: desidera ricucire il suo strappo. Solo così la sua anima potrà veleggiare lontano..."
A questo punto la Casa, avendo compreso cosa c'era nell'aria, si mise anche Lei in attesa, in quanto le pareva che gli eventi non avrebbero tardato a verificarsi...
 
 

Tratto dal romanzo "LaCasa"


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Ins. 28-02-2005