Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Caterina Carloni
Ha pubblicato il libro
Caterina Carloni - Il manuale dell'uomo nevrotico
Elementi introduttivi
Come difendersi dai maestri spirituali e sopravvivere
alla New Age, alla globalizzazione e all'Euro
 
 
Collana Koiné (saggi) 14x20,5 - pp. 148 - Euro 11,60 - ISBN 88-8356-779-X
 

Prefazione

Incipit


Prefazione
Scrivere liberamente quattro chiacchiere di commento, per un soldato abituato a mettere lingua dappertutto, rozzo, ancorché un po' ingentilito dagli anni, può costituire un puro e semplice passatempo; non certo materia che rientra negli schemi tradizionali e nel campo di pertinenza dei dotti.
Quel soldato sono io e la facoltà di aprire bocca mi è stata gentilmente concessa dall'autrice del libro, con buona pace di tutti. Rassegniamoci quindi al destino, e chi, per sbaglio o per curiosità, avrà l'occasione di leggermi, porti pazienza e non mi prenda sul serio.
Certo è - lo affermo con una boccata di vanità - non sono stato nemmeno estratto a sorte dall'elenco telefonico nazionale.
Tutto sarà dipeso da una collaborazione di lavoro nata tra me e la Dottoressa Caterina Carloni, ai tempi in cui lei fungeva da consulente psicologa ed io da membro di Commissioni addette alla Selezione di Ufficiali dell'Esercito.
Molto giovane, non si era ancora affermata come scrittrice e poeta, ma chi non ricorda la sua preparazione e perizia con cui riusciva ad evidenziare gli aspetti caratterologici dei candidati attraverso l'analisi dei test?
Della descrizione e del ritratto possedeva, secondo i più critici, il dono, secondo la maggioranza, la magia.
Meditate, gente, meditate...
Lo sapete perché mi viene spontaneo questo verbo? Perché sto leggendo il capitolo riguardante "Il perfetto pensatore".
È proprio qui che m'incoccio con il primo nodo da sciogliere: "Come pensare e quando".
Mi domando se per caso non è una sorta di oracolo di Delfi, ma vado velocemente avanti nell'agile sequenza di consigli, concetti ed esempi: mi si illumina subito il cervello e ne traggo un sospiro di sollievo.
Procedo oltre, senza indugi, perché il testo è come un caffè che si prende al mattino prima di andare al lavoro, e affronto l'argomento sulla necessità di ricercare il benessere spirituale, magari ricorrendo a maestri e santoni di culti orientali, oggi tanto di moda.
Assisto a un episodio che, in verità, mi lascia un po' scosso.
Io, per fortuna, la serenità la trovo nei successivi "Racconti sotto la luna", in un mondo incantato di orsetti e petali di rose cullati dal vento. Ritorno bambino, quando mi narravano le favole di Fedro e dei fratelli Grimm.
Al risveglio mi rendo conto che ciò accade perché il libro ha delle ramificazioni che conducono al centro dell'anima, anziché alla periferia della mente, in special modo nelle poesie che sono in appendice ed in "Gente senza storia", capitolo, quest'ultimo, che segue il manuale vero e proprio.
Sale dal profondo, con i versi e le parole, una musica suonata dall'orchestra della vita sul tema della solitudine, del tempo che fugge, degli affetti più cari e inestinguibili, delle antiche amicizie, dei sogni infranti, dei desideri e dei sussulti che esaltano la nostra esistenza, dell'impotenza di fronte all'ineluttabile.
Riprendo il percorso principale, e vedo sfrecciarmi davanti l'impiegato "Non-ho-tempo-da-perdere", il quale soffre di antipatie perché è sempre così affaccendato, frettoloso e trafelato da non poter dar retta a nessuno, finché non incappa in un malaugurato contrattempo.
Gli fa da contraltare una languida e apatica figura di donna che cammina in bilico fra la noia della routine e il dramma.
I personaggi sembrano sfilare sopra una passerella con le caratteristiche di quelli che si incontrano in ogni angolo nella vita quotidiana, ma appaiono, sotto i riflettori della scrittrice-psicologa, più vivi e più veri, tanto da farcene rimbalzare in mente altri più o meno simili di nostra conoscenza, o inducono perfino a identificarci con qualcuno di essi, sotto taluni aspetti.
Perciò, prima di calarmi completamente nel "trattato", esito, come Dante davanti alla porta dell'Inferno, al monito "Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate".
Temo purtroppo di scoprire in me difetti, ossessioni o quant'altro, da risultare pienamente abile e arruolato nella schiera dei nevrotici.
Mi faccio coraggio: "Allora quel comandante che si appostava per fermare automezzi in non perfetto ordine e sfogare la sua rabbia contro tutti e contro tutto è già intruppato? Così pure quel graduato che con la squadra misurava gli angoli dei cubi (letti rifatti con materassi ripiegati e avvolti da coperte) per gridare come un ossesso da prendersi un infarto? E quei due che ci tenevano a parlare forbito, tanto che si insultavano ferocemente con i termini "individuo" e "personaggio"?"
La tentazione di tuffarmici dentro è però talmente forte, che, tutto d'un tratto, mi butto.
Capisco man mano, attraverso il paradosso, che l'autrice adotta il metodo maieutico finalizzato allo scopo ultimo di ridere di noi stessi, guardandoci allo specchio. Di sorridere dei nevrotici patentati che, poveretti, sono pure in concorrenza fra di loro e solo chi ha talento riesce a spuntarla.
In fondo chi è nevrotico e ha spiccata attitudine al ruolo, riscuote comprensione e interesse da parte degli altri e riesce ad assicurarsi vantaggi non indifferenti.
Per questi è pronta una tabella di facile e rapida consultazione.
Adesso, come da codice, è il momento di tacere; mi dispiace per chi si stava magari "appassionando" alla lettura, ma i ferri del mestiere appartengono all'autrice, mentre io potrei solo rovinare la loro efficacia.
Aggiungo soltanto che il manuale non ha il bugiardino delle controindicazioni.
Pertanto può essere letto, a mio modesto avviso, da chi sa di essere un po' nevrotico, da chi teme di poterlo diventare e da chi si sente sicuro di non esserlo, perché è sempre utile imparare un'arte e metterla da parte, specialmente quando si dubita di avere a che fare con un mondo di nevrotici.
 

Col. Leonardo Facchini


Il manuale dell'uomo nevrotico
Elementi introduttivi
Come difendersi dai maestri spirituali e sopravvivere
alla New Age, alla globalizzazione e all'Euro

Dedicato agli insoddisfatti, ai curiosi,

ai ricercatori e a chi ama Conoscere

 

 
COMMENTO
 
Per scrivere un commento a questo libro mi sono documentato con molta cura. Ho graffiato tutte le pagine ed ho assaggiato la copertina da tutti e quattro gli angoli. Ho annusato l'inchiostro e poi ho pedalato sull'indice per una mezz'ora buona. Infine ho accartocciato il primo capitolo smozzicandolo come un matto fino a ridurlo in coriandoli. Il resto del libro l'ho sparpagliato ai quattro venti. Perciò ne conosco bene il contenuto. Parte l'ho addirittura mangiato e digerito.
Insomma, l'ho divorato subito, e dopo ne ho cercata un'altra copia per regalarla ad un amico mio che digiuna da due giorni. Gli è sembrata roba buona, gustosa e consistente.
Personalmente, se non riuscite a masticare bene le varie parti, vi consiglio di farci un buco in mezzo e di riporre lì pallette, lische, fili, code di lucertole e foglie secche.
La vera cultura deve essere utile. Altrimenti è perdita di tempo.
 

Parola di Karletto

 

IL MANUALE
DELL'UOMO NEVROTICO
Elementi introduttivi
 
 
Come difendersi dai maestri spirituali e sopravvivere alla New Age, alla globalizzazione e all'Euro
 
Caterina Carloni & K.
 

 
Prologo
 
Stavolta ho scelto un Lunedì d'Aprile per raccontare quel che accadde nel Senzatempo in compagnia di una Luna Nera e di un gatto di nome Karletto.
Così rinasce la mia libertà.
Così viaggio nel territorio dei Ricordi Perduti.
Così salgo e scendo da un veliero che non teme le onde, e, di tanto in tanto, accende i razzi e spicca il volo per nuove fantastiche avventure.
Così ritorno a Casa con un carico sempre nuovo di scoperte e di incontri.
In quella stessa Casa, fatta di fogli, d'inchiostro e di tante penne colorate, ritrovo e ricreo l'eterno Gioco delle Parole. È sempre da lì che parto per inoltrarmi nell'Infinito, facendo del mio meglio per tenere la corrente ed annunciare quel messaggio di vita che muove da mondi sconosciuti verso il centro delle piccole cose.
E anche questa volta non so dove mi porterà la navigazione, non so se incontrerò sole o tempesta, né se ci sarà qualcuno ad attendermi al ritorno, ma mentre alzo le vele e levo gli ormeggi, ora che una nuova morte mi attende, so che in quel Beato Nulla dove perderò me stessa troverò nuovi suoni ed uno stesso sorridente Dio pronto a dirigere la rotta del racconto. E già vedo il mare aperto trasformarsi in una melodia di note, e quelle note cullare lo stesso grande sogno di tutti: vivere con pienezza ogni istante del proprio Viaggio e camminare tra meraviglie e tesori che solo l'anima vede, mentre ci apprestiamo a lottare contro i draghi mostruosi che le celano.
Per dimenticare le illusioni della Mente.
Per incoraggiare la Sorte.
Per ridere e giocare soltanto.
 

 
1
 
 
Alkamad è un extracomunitario, però parla come un abruzzese e si comporta come il peggior fetentone italiano. Meriterebbe la cittadinanza non fosse altro che per la sua capacità di adattamento ai costumi del luogo.
È sempre alle prese con visti di soggiorno, permessi e documenti di autorizzazione. Si dispera e si arrende in continuazione di fronte ai ritardi e alle disfunzioni della burocrazia.
A me sembra perfettamente integrato.
Sono io che ho difficoltà a sentirmi un' Italiana. Come tutti gli Italiani, del resto.
Lo vedo lavorare con grinta e determinazione, concentrato nell'eseguire una saldatura sull'inferriata della mia finestra. Ha l'espressione di uno che vuole fare carriera e sa come riuscirci.
Non c'è in lui traccia di debolezza. Niente risentimenti. Niente rancori. Niente pensieri inutili. Nessuna falsa speranza. Alkamad è forte.
Procede nella sua strada e non si lascia distrarre. Sa qual è il suo posto. Sa che nessuno regala niente. Alkamad ha capito tutto.
Sono affascinata dalle sue agili movenze, e lo immagino mentre danza sopra un palcoscenico ed esegue tripli avvitamenti mortali e spaccate in doppia sospensione. Il pubblico segue col fiato corto ogni sua mossa e alla fine esplode in uno scroscio di applausi. Alkamad sarebbe un grande qualunque cosa decidesse di fare. Ha la stoffa del vincente. Per ora si è guadagnato la stima e la fiducia del capocantiere. Poi si vedrà.
Così è cominciata questa giornata tiepida d'aprile. Contemplando il cielo e quel che vi è sotto. Pensando a casaccio. Borbottando tra me e me senza una precisa punteggiatura mentale. Senza intenti sociologici. Senza aspirazioni ascetiche. Senza mete letterarie. Sono qua e tanto mi basta.
Ieri, Domenica, ho seguito un corso di aggiornamento. Oggi, Lunedì, mi scopro aggiornata e delusa. Non sono certa che l'ignoranza, soprattutto quando è sana e limpida come la mia, sia davvero un male. L'ignoranza protegge e sostiene, consola nei momenti difficili e accelera la conclusione dei problemi. Sorvola sulle verità difficili e rende accettabile qualunque bugia. Mi sembra che ce ne sia abbastanza per non disprezzarla.
In questo momento della giornata e in questo particolare giorno raggiungo la massima intolleranza delle regole e dei principi. Sarei capace di sostenere la necessità delle malattie e la fondamentale giustizia della morte.
Sarei capace di mentire e rubare pur di sfuggire a questo tempo che incalza e a questa insopprimibile nostalgia di un passato mai vissuto e perciò più felice. Allora mi metto a pensare. Sono bravissima in quest'arte. Nessuna, tra le persone che conosco, sa pensare tanto bene e tanto a lungo come me. Forse potrei scriverci un manuale... mumble mumble...

ORIGINI E STORIA DEL PERFETTO PENSATORE
 

 
Capitolo primo. TEORIA GENERALE.
 
Prima di cominciare a pensare assicuratevi che in casa il gas sia spento e che il rubinetto dell'acqua non perda. E' importante non correre rischi di nessun genere. Pensare è un mestiere pericoloso; si sa quando si comincia ma non si sa quando si deciderà di smettere.
A volte accade di pensare ininterrottamente per ore e di cadere sfiniti in preda al sonno. A volte, invece, ci si addormenta senza neanche aver cominciato. C'è gente che inizia a pensare dopo i cinquant'anni, e c'è chi non ha mai pensato in vita sua. Ci sono alcuni, poi, che vorrebbero non aver mai cominciato e predicano l'astinenza dal pensiero. Gli esperti ritengono che in questa professione, come in tutte le altre, in fondo, occorra mettere in pratica alcune semplici regole di comportamento. Elenchiamo qui di seguito i criteri deontologici del perfetto pensatore derivanti da anni ed anni di ricerche effettuate da studiosi del settore.
 
CODICE DEONTOLOGICO
1. Il perfetto pensatore pensa solo quando è necessario.
2. Non è mai necessario pensare, tranne in un caso.
3. Solo il pensatore perfetto sa quando è il caso di pensare.
4. Nessuno è perfetto, tranne il pensatore perfetto.
5. Nessuno può giudicare il pensatore perfetto.
 
A questi fondamentali pilastri, che ogni aspirante pensatore deve conoscere a memoria, possiamo aggiungere qualche generale norma di condotta:
 
A. Il perfetto pensatore non rende conto a nessuno di quel che pensa.
B. Egli si impegna a non praticare in pubblico la sua professione.
C. Si impegna, altresì, a non ledere, in nessun modo, i diritti degli altri pensatori.
D. Il primo dovere di un perfetto pensatore è tacere quando gli altri pensano.
 

Capitolo Secondo. DIFFERENZE ESSENZIALI TRA IL PENSARE E IL TACERE.
 
Tacere è essenziale per pensare. Come tutti sanno, ciò è difficile ma non impossibile. Molti, infatti, con adeguato esercizio e spirito di sacrificio, possono imparare a tacere. Pochi, tuttavia, riescono a diventare perfetti pensatori.
Pensare è l'arte più sublime, nonché la più alta espressione del tacere.
Ovviamente, la conoscenza e la pratica del silenzio vanno appresi nei luoghi e nei tempi adatti. Il bagno e la veranda sono certamente i locali più idonei per sperimentare la virtù di tacere, seppure sia possibile una certa dose di rischio nel travalicare i confini dell'esercizio e pervenire ad altri tipi di pratiche come l'addormentarsi o il sognare ad occhi aperti.
C'è chi sostiene di riuscire a pensare molto meglio ad alta voce, ma è superfluo aggiungere che tutti quelli che non sanno tacere non sapranno mai neanche pensare.

 
Capitolo terzo. I CONTENUTI FONDAMENTALI DEL PENSARE. (Rischi ed imprevisti).
 
Il perfetto pensatore sceglie sempre con cura i soggetti su cui pensare.
Inizialmente consigliamo soggetti semplici come i quattro elementi: la terra, il fuoco, l'acqua, l'aria. Essi si prestano particolarmente bene a stimolare la fantasia, pur senza evocare troppo bruscamente quegli stati d'animo che potrebbero far precipitare il pensare nel vortice del sognare o del maledire (pensate a soggetti come mariti, cognate, fidanzati, genitori, figli, amici etc.).
Col tempo e con la pazienza potrete addentrarvi sempre più nel libero ma pericoloso territorio del pensare, attingendo a sentimenti, ricordi, immagini ed emozioni nascoste. Man mano che il livello del pensare si eleverà, sappiate, però, che aumenterà con esso il rischio di fallire nell'impresa.
Ricordo, ad esempio, una riunione di perfetti pensatori che si tenne alcune estati fa in un luogo tranquillo di montagna. Eravamo riusciti ad ottenere una convenzione con l'albergo e con i pubblici servizi del paese, e ci sembrava di aver compiuto un'ottima scelta. Sfortunatamente, vicino al nostro circolo si trovava un bellissimo parco con sorgenti d'acqua cristallina e graziose panchine da cui ammirare il panorama circostante. Nell'arco di una settimana i nostri perfetti pensatori, tutta gente dabbene, di provata esperienza, abituati all'allenamento e alla disciplina, finirono, alcuni, preda della pigrizia e del sonno, altri si abbandonarono ai piaceri della conversazione con gli altri villeggianti, e altri ancora si crogiolarono nelle taverne malfamate della periferia. Riportarli a casa fu un'impresa. Il nostro presidente ipotizzò un delirio collettivo, ordinò una sospensione delle attività per tre mesi e si dimise dall'incarico. Il nuovo presidente eletto, un tipo che non aveva partecipato alla famigerata congrega perché impeditogli dalla moglie, decise di abolire definitivamente le riunioni in luoghi ameni ed affollati, e dispose che "il perfetto pensatore non va mai in vacanza" (art. 4 del codice deontologico). Successivamente, ritenendo la disposizione troppo severa, il comitato di salvaguardia dei diritti del pensatore perfetto emanò un decreto correttivo per cui "il pensatore perfetto non è mai in vacanza" (decreto 87444 ), trasferendo sul piano morale la suddetta legge, ma lasciando l'opzione vacanziera al libero arbitrio del pensatore.
Vedete come la scalata al successo può rendere eccessivamente sicuri gli aspiranti pensatori perfetti esponendoli al pericolo di deragliare dalla retta via.
Anche se può sembrare strano, le migliori prestazioni del libero e perfetto pensiero sono quelle fornite dal principiante, poiché la voglia di emergere e di ben figurare lo spingono a ricercare la massima concentrazione e a non abbandonarsi alla vanità che talvolta caratterizza il pensatore arrivato.
Una delle regole che consigliamo all'aspirante per raggiungere le più alte vette di questa disciplina è quella di non sentirsi mai al sicuro. Il pensiero è come una nuvola carica di pioggia: non sai mai quando sbotterà, né se deciderà di rompersi in tante pecorelle, o se una ventata la disperderà nel cielo.
 

Capitolo quarto. COSA FARE SE IL PENSIERO
TARDA A FORMARSI.
 
Assolutamente niente. Niente è più nemico del pensiero che la ricerca del pensiero. Modestamente, la mia lunghissima esperienza di perfetta pensatrice pluridecorata è la testimonianza di come non sia necessario nessuno sforzo e nessuna abilità per divenire grandi e forti pensatori. Anzi. La completa e assoluta indifferenza verso cosa e come si pensa è fondamentale per sviluppare una sicura attitudine al libero e perfetto pensiero. Esso, cari amici, si accompagna proprio a chi non lo persegue e predilige le menti semplici e disinteressate. Lasciate andare ogni ambizione. Svuotatevi di ogni scopo vitale. Voltate le spalle ai valori scontati e alle abitudini. Ben presto, quando il pensiero capirà che per voi ogni cosa, importante o inutile che sia, è in secondo piano, vi balzerà addosso e non vi lascerà più. Allora proverete a ribellarvi, vorrete scacciarlo, lo odierete e lo amerete insieme. Allora proverete l'estasi e il tormento di un vero autentico perfetto pensatore.

 
Capitolo quinto. NOIE E SVANTAGGI DEL PERFETTO PENSATORE.
 
Se avete deciso di percorrere questa strada, dimenticatevi la carriera, la puntualità, il fanatico attaccamento ai soldi e al prestigio, la benevolenza dei familiari e dei vicini, l'apprezzamento dei superiori e l'amicizia delle persone famose e influenti. Non l'avrete mai. Nessuno, tranne un altro perfetto pensatore, potrà capire e lodare la vostra scelta. Molti, invece, cercheranno di dissuadervi; alcuni vi consiglieranno uno psicologo o un prete; altri vi eviteranno. In alcuni casi sarete maledetti o addirittura aggrediti. Il libero pensiero richiede una tenacia ed una costanza ben solide, altrimenti finirete per rinunciare e voltare le spalle a questa nobile arte.

 
Capitolo sesto. IL SIGNIFICATO PROFONDO DEL PERFETTO PENSIERO.
 
Proprio nessuno. Il perfetto pensatore si distingue da ogni altro artista per la completa assenza di significati attribuiti al proprio agire. Sissignori: agire. Il perfetto pensatore vive un'esistenza indiscutibilmente attiva e dinamica; i voli del perfetto pensiero superano in velocità qualunque razzo e sfidano ogni distanza. Nessuna fatica può essere tanto grande, per quanto ben ricompensata dai risultati, quanto quella di chi si attiene scrupolosamente a tale pratica. Amiamo ricordare il caso di un nostro collega che in venticinque anni di sano e perfetto pensare non ingrassò né dimagrì di un solo chilo. Studi di prossima pubblicazione hanno dimostrato quanto un regolare esercizio di questa nostra cara disciplina possa favorire il ricambio cellulare, l'equilibrio psicofisico e la longevità.
Possiamo, quindi, concludere che il libero e perfetto pensiero è anche e soprattutto uno sport.

 
Capitolo settimo. COME SMETTERE.
 
La documentazione in nostro possesso evidenzia come nessun perfetto pensatore abbia mai sentito l'esigenza o il desiderio di ritirarsi dalla pratica. Anzi. Nel corso degli anni, il perfetto pensatore intensifica sempre più l'esercizio per poi dedicarsi a scopi didattici e di diffusione dell'arte. A questo scopo funziona già da diverso tempo un servizio di accoglienza e propaganda della nostra attività unitamente all'erogazione di corsi base e di approfondimento attivati presso la nostra "Accademia del perfetto pensatore".
Se, nonostante tutto, a causa di un incidente alla testa o di un improvviso dispiacere che mina le facoltà mentali del pensatore, che osiamo ipotizzare quantomeno imperfetto, o ancora per l'inasprirsi dei contrasti familiari che riversano sul pensatore e sul pensare colpe paradossali e inappropriate, si verificasse il malaugurato evento, basterebbe ricorrere alla semplice formula del "parlare, parlare, non importa di cosa, non importa con chi" per almeno otto ore al giorno per otto giorni consecutivi. Il metodo è efficace e definitivo, per cui consigliamo massima prudenza e grande riflessione prima di arrivare a sì drastica risoluzione.
 

Capitolo ottavo. VANTAGGI DEL PERFETTO PENSIERO.
 
Affrontiamo questo capitolo con una sorta di imbarazzo e di pudore, ritenendo che le conseguenze dell'esercizio di tale nobile arte siano talmente e profondamente sanatrici per l'animo e per il corpo umano da rendersi quasi indescrivibili. Un piccolo elenco delle capacità e dei meriti degli appartenenti al nostro comitato direttivo potrà essere più che esplicativo:
 
Mario C. - infermiere - Ha avuto sette meravigliosi bambini e viene ritenuto uno dei più qualificati operatori sanitari dell'Ospedale Civico della sua città. Quando, tre anni fa, l'Ospedale venne chiuso, dimostrò tutte le sue capacità di perfetto pensatore. La sua calma e la sua compostezza sono una benedizione per tutti.
 
Carla M. - casalinga - Non ha mai litigato con i vicini né protestato per le quote condominiali. Non ha mai causato rumori molesti perché si alza dal letto non prima delle undici e non ascolta quasi mai la televisione. E' amata da tutto il quartiere. Quando il marito l'ha lasciata accusandola d'incuria e di pigrizia, lei ha sopportato con dignità il processo di divorzio continuando nella pratica del libero e perfetto pensiero. La consideriamo la nostra rappresentante per eccellenza ed è stata proposta come nuova presidentessa per le prossime elezioni.
 
Fiore G. - ragioniere - Ha lasciato un lavoro poco stimolante per dedicarsi a tempo pieno alla nostra causa. E' il nostro contabile, revisore, organizzatore e pianificatore delle attività. Mai la nostra causa è stata più degnamente sostenuta, interpretata e compresa. Fiore è un perfetto pensatore che gestisce con savoir faire ed eleganza le questioni economiche che affligono spesso gli esseri dediti alla nobile arte. Su lui si può contare per una cambiale in protesto, un debito, una bolletta scaduta; ha sempre un consiglio ed una parola per tutti, e noi tutti lo amiamo.
 
Lorenzo C. - panettiere - È un socio onorario che da più di quindici anni vince il premio speciale di "perfetto pensatore dell'anno". Senza di lui sarebbe impossibile organizzare le cene sociali e sentirsi ristorati e contenti alle riunioni mattutine. Non aggiungiamo altro perché Lorenzo è un uomo di poche parole e di molti fatti.
 
Vincenzina N. - libraia - È la nostra mente grigia. Prepara gli statuti e stampa i bollettini. È costantemente impegnata in una pratica severa e rigorosa della disciplina. Davanti alla sua libreria c'è sempre una fila di persone che attende l'apertura, rara e quindi preziosa, delle porte del suo regno. Vincenzina è quella tra noi che ha più compreso quali sono i valori più importanti della vita e che sa metterli in pratica.
 
Vito V. - poeta - È il nostro ispiratore. Quella che segue è una delle sue più riuscite produzioni letterarie:
 
 
Il vento d'estate
 
Come d'estate così d'inverno
Come d'agosto così a gennaio
Come adesso così sempre
Come sopra così sotto
Il vento ci sbatte
Il vento ci spinge
Il vento d'estate dipinge
un pensiero perfetto che finge
di avere un difetto
e di essere stretto
ma è solo un sospetto
 
Credo che ciò basti per dimostrare senza ombra di dubbi la potenza e la grandezza dell'esercizio regolare della nostra disciplina.

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