LA PIÚ GRANDE ANTOLOGIA VIRTUALE DELLA POESIA ITALIANA Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

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Carlo Gnolfi è di Cortona (Arezzo) ma vive e lavora a Bologna. Ama leggere poesia, viverne i ritmi, assaporarne gli umori, immaginarne i colori e perdersi in meditazioni. Si diletta anche a scrivere versi, a proporli a sua moglie e ad alcuni amici; partecipa a concorsi e non ha ambizioni che non sia quella di ricevere e comunicare sensazioni attraverso non inutili parole.

Vuoto come un fiasco   Vuoto come un fiasco Un lago prosciugato Solo senza vino e senza pesci Con in mano solo un Po' di spavalderia   l'offesa   C'è l'onore del silenzio Dietro ogni parola L'offuscata voglia di risposta Rimane sospesa alla gru Di uno smisurato orgoglio L'altra guancia è pulita da offesa Pronta a macchiarsi senza ragione Di canti e inni A Te innalzati       il cormorano   Transitano su questo scoglio Ogni giorno Migliaia di cormorani Li vedo e sento strillare Placido riposo godono accanto Al mio irsuto velo Lentamente un venticello Tiepido Scalza nubi e tormenti E riparto aprendo ali da cormorano       C'è sempre qualcosa da dire   C'è sempre qualcosa da dire Uno che si sveglia con una novità vecchia Fa parte del gioco dell'assurdo e della monotonia Rimane su ogni lingua la certezza del dovere Cauta consapevolezza non s'affaccia Domina paura Ingombrante sacco in cui rinchiudersi Capace di urli e sberleffi Resta in apparenza salvo l'orgoglio Di chi ascolta       Canzone infinita   Canzone infinita bramo spillare Dall'anima inerme Coraggiosa al punto Da lasciare per terra Sempre vivi e puntuali Mantelli d'erba E speranze costose       Chi avrà paura?   Spasmodico e sbilenco S'allontana dalla tana il tempo Sarcastico incontro l'attende Sulle strade di queste strane città   Chi avrà paura? Chi domanderà perdono per la strisciante perfidia? Saldo e cosciente si impietosirà L'ultimo guardiano dell'ineluttabile gioco       Non colorate di nostalgia   Non colorate di nostalgia Il vostro domani Rovistando bui desideri È possibile unirsi lungo Le rive ventose del mare E gioire con labbra umide di consolazione       E come uccello   Consegnare all'istante ogni suo merito L'irripetibile banchetto di sorrisi privi Di zavorre ingombranti E come uccello Libero Sfioro la rosa appena schiusa       Lontano da qui   Ricordarsi con insistenza Di non essere solo E tarpare le ali Al mito rovesciato Caduto ,, caduto Lontano da qui       la poesia   Ultimo gioco del mondo Sordo silenzio del nulla Padre rovente di anime candide Mare temperato per balene stanche Clamore di cuori agitati Prima parola del giorno Infranto su lame di pensieri scoloriti e nebulosi Forte unione.       il guerriero   Nella toga avvolta di una luce vaga Cammina ancora il guerriero salmastro Chi incontrerà domani sulle spiagge Vanesie del giorno?       un mattino sul lago   Vento diritto sferzante Dall'isola Dal monte Sul volto Sulle mani   Sui sorrisi sereni spianati Dalle onde Da una barca abbandonata   Il pioppo consumato Spettatore silente Rovescia gocce di sole Sul tardo mattino   Sulla riva nuovi spazi Distese di bianche conchiglie Fingono un improvvisato stupore Onde lente Tagliano l'orizzonte profumato di silenzio Passo dopo passo Foglie sorelle nutrimento Disegnano fantasie Inumidiscono labbra Subito leggere       un vecchio parla   a tutti &endash; prima o poi &endash; un vecchio parla ancora oggi ascolto i suoi silenzi armi semplici e sagge che ruotano nelle mie mani   a tutti nel cuore parla un vecchio barba bianca ed occhi vivi da esperto navigante mani giganti e sorriso incredulo   che le sue parole non siano solo una lode al vento       è solo in quest'ora   è solo in quest'ora è solo adesso quando moto è parola sconosciuta che si rinnova nelle fibre la scoperta di fontane di uccelli di pesci flemmatici che lo sguardo si siede e oltre spinge primavera celestiale investe mani gambe spirito tempo sfugge e percorre vie di rapimento solo non solo resto a commentare

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