LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
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Carla Meneghini

Carla Meneghini, è nata il 31 luglio 1938 a Este in provincia di Padova. Carla Meneghini nel mese di marzo 2008 ha pubblicato con Montedit il libro
"Giocando con la fantasia" - Collana Le gemme (narrativa per bambini) - 14x20,5 - pp. 48 - Euro 6,00 - ISBN 978-88-6037-5209

Clicca qui per leggere la prefazione e l'incipit del libro "Giocando con la fantasia"
Meraviglia
 
Quando l'inverno mostra tutto il suo candore, che meraviglia!
Prati, ricoperti da una coltre di neve bianchissima, i tetti delle case,
spariti sotto una coltre di bianca neve, che meraviglia!
Poi ti ritrovi, in una atmosfera magica, tutto in torno silenzio, come
se tutto fosse trasformato, incantato.
 
Oggi ho aperto la finestra, ho guardato fuori, c'è già la nuova erbetta, con il suo
verde tenero, nel prato le prime testine bianche, delle margherite, nei fossati,
fanno capolino le violette profumate e le primule,
la rondine è tornata, cerca il suo nido sotto la grondaia, dove l'ha lasciato.
Che meraviglia!
 

Autunno
 
Saltella, gioca rimbalza, vola gioconda, è la foglia, che dall'albero si è staccata.
Oggi un tappeto di diversi colori, rosso, giallo, ruggine, copre il sentiero
dentro il bosco.
 
Tutta la natura intorno, odora di funghi e di castagne.
Se gli alberi sono un tripudio di colori, ciò non vuol dire che la natura sia felice,
anzi sta piangendo, mentre noi godiamo del suo splendore autunnale.
 
Ci saluta così, prima del lungo sonno invernale, il bellissimo autunno.
 

La luce
 
Il sole, si alza al mattino, accende con i suoi raggi l'opaca, terra.
La tenera aurora e la sorella alba con il loro chiarore, sbiadiscono
al suo irrompere, le tenebre fuggono, nel cielo la grande festa del nuovo
giorno incomincia.
 
Tu sole, astro nostro, dai la vita, ad ogni cosa!Con la tua forza, il tuo calore.
Ogni essere vivente, ne trae beneficio, e conforto!
 
La nostra esistenza dipende da te, le piante germogliano, mettono nuovi fiori,
nuova frutta, nuova erba, ogni cosa riceve vita! Dal tuo trono ci inciti al lavoro, a compiere il nostro dovere durante il giorno: L'ego chiedono sempre gli egoisti; vogliono, pretendono, non dicono mai grazie.
Ho portato un vasetto di fiori, sulla tomba della mia mamma, egoisticamente vicino ai suoi
cari figli, lassù, in montagna.

 
La bufera
 
Ho visto una tromba d'aria fragorosa impressionante, terribilmente bella.
Il suo occhio nero, un incubo. La terra al suo arrivo trema si dispera.
Ogni cosa vola, viene letteralmente sradicata, strappata; - l'uomo
terrorizzato, non ha scampo! -
Tutto in quegli istanti è trasformato, come se una voglia di distruzione e di morte si fosse impossessata della sua informe materia.

 
Strade
 
Ne conoscono una, che spesso percorro con la memoria.
Essa è molto lontana, sta laggiù nella campagna.
Si trova tra i monti Euganei, porta ad una cittadina carina dove sono nata.
 

La lampada magica
 
Vorrei, avere una lampada magica.
Con essa fare felice il mondo, con un gran girotondo intorno al mondo.
Tutti per mano, bianchi, gialli, neri, rossi, ecc. come fratelli, una cintura
dell'amicizia chiamata - amore ! -
Con la sua magia, curare i bimbi malati, poterli far sorridere, giocare!
Poi, andare in lontani paesi, dove c'è miseria e tanta infelicità, dare loro
un po' della nostra sazietà!
Ecco, cosa vorrei fare!
Il nostro pianeta diventerebbe più bello e farebbe felice l'umanità.
 
La lampada, sta dentro ad ognuno di noi, basta saperla ascoltare!
Un gesto gentile, una mano a chi è diverso, senza disprezzo!
La buona volontà è la lampada, e l'amore universale, il suo potere.
Tutto muove e tutti accomuna!

 
Natale
 
Ho vissuto molte feste di Natale, nella mia vita, giorni sereni, gioiosi.
Erano molto più intensi, più sentiti, quando si era meno ricchi.
Allora i doni arrivavano alla befana, e il giorno del Santo Natale,
si andava in chiesa, poi alla famiglia si riuniva attorno ad una tavola
apparecchiata, con molte cose buone, saporite, gustose: c'era il
tacchino, i tortellini in brodo, il torrone, il panettone, gli aranci,
di stagione, con tante cioccolate e noccioline.
Si andava dopo pranzo a giocare con una palla, un trenino, la trottola,
per noi bambini era la felicità.
La festa non aveva la televisione, ma la facevamo noi recitando una
poesia, cantando una canzone. Un
soldino ce lo dava il papà, poi toglieva da sotto il piatto le nostre letterine.
"Che batticuore!" Le facevamo piene di buoni propositi, e di disegnini…
Allora arrivavano altri soldini, dagli zii e dai nonnini.
 

Vuoto
 
Assolutamente vuoto.
E' lontano il tempo dove tu eri riempito di affetti
di sentimenti, di tante cose.
Oggi sento il vuoto opprimermi!
Allargo le braccia, e non trovo che vuoto.
 

Venticello
 
C'è un venticello, che passa tra i rametti,
è birichino, fa i dispetti.
Fa volare le foglie secche, per la via, le stacca dai rametti,
poi non contento, solleva la polvere dalla strada, così ci incipria tutti.
E' tutto un girotondo, lui si diverte, toglie pure il berretto al vecchietto.
Il nonno si stringe il mantello, la nonnina entra in fretta nella casetta.
Questo vento, non è primaverile, ma ci annuncia l'arrivo del grande
Inverno.

 
Fratelli
 
Come in una collana di perle, siamo stati creati, con tanto
Amore e dolore!
Una collana, fatta dai nostri cari genitori, fiduciosi, pieni di speranze.
E' tutta gioiosa, sorridente, la vita che ci è stata regalata, donata.
Noi fratelli, tutti insieme, come una squadra, abbiamo allietato, il percorso
vissuto da mamma e papà.
Siamo cresciuti!
- Uno strappo -. La collana si è rotta.
Tutte le belle perle si sono rovesciate per terra, sparpagliate, allontanate.
Non c'è più rimedio ora, non si possono più riunire.
Siamo divisi, lontani, come se un brutto temporale avesse portato
una grande desolazione. Tutti lontani, su binari diversi, che forse
non si incontreranno più.
Gli esseri viventi, sono in continuo lavorio, alla ricerca di cose, ma non di
affetto. L'egoismo, l'individualismo, è il male che affligge tutti noi.
Questo è il tarlo che ha rotto la collana, disperso tutte le sue belle perle!

 
Ombra
 
Sono come l'ombra, passo senza far rumore.
Nessuno mi vede, mi chiama.
L'ombra c'è, è lì con te!

 
Il viaggio di Bianchino, l'uccellino
 
Bianchino viveva beato in un grande prato; là c'erano molti alberi con tanta frutta da mangiare, e nel mezzo anche una graziosa casetta bianca, con le imposte verdi.
Un bel giorno, arrivò sul quel prato un aereo; Bianchino lo guardò stupefatto e molto spaventato, perché non aveva mai visto un uccello di ferro così mostruosamente grande.
Salì dentro all'aereo e lo studiò per bene; le ali lo affascinavano perché erano così grandi, così lunghe. Mentre curiosava gli venne un'idea: "Perché non restare, con quel grande amico ?..." Cercò un angolino nascosto e si addormentò fino a quando un rumore terribile lo svegliò. Guardò fuori dall'oblò mentre era già tra le nuvole, molto in alto, tanto più in alto di come era abituato a volare con le sue piccole ali! Lui non avrebbe potuto farlo mai. Fu un viaggio fantastico, fra le nubi bianche e rosa, fra tanti passeggeri stranieri e sconosciuti.
Atterrarono a Londra, una città nuova per lui, misteriosa e molto nebbiosa. Vide tante cose: la famosa Torre, il Tamigi, i palazzi reali, le guardie della regina, ecc.
Cera tanta confusione, animazione; un gran via vai di autobus, macchine, passanti, e tanti individui di tutti i colori. Seguì il canto degli uccellini suoi simili per provare a sentire se poteva comunicare con loro e che meraviglia! Egli capiva.cantavano come lui! Si fece così molti amici. Stette tanti giorni con loro, poi decise che era giunta l'ora di tornare nel suo grande prato. Tornò dal suo amico di ferro che lo riportò a casa, ora aveva tante cose da raccontare hai suoi amici.
L'aereo decollò nuovamente come sempre faceva, però Bianchino sapeva che lo avrebbe rivisto prima o poi, così ci sarebbe stato per lui un nuovo viaggio, una nuova esperienza, con nuove terre da scoprire, nuovi colori e amici che cantano come lui.
 

Storiella "Isola felice"
C'era una bellissima isola in mezzo all'oceano.Nella quale ci vivevano
moltissimi animali e molte varietà di uccelli. I loro nidi erano su tutti gli alberi:
sugli alberi di banane, di datteri, di cocco ecc...
Era proprio un'isola felice.
In questo mondo incontaminato, un brutto giorno, si sentì un rumore
assordante e terribile, sconosciuto agli abitanti dell'isola. Gli uccellini, e gli
altri animali, si nascosero e stettero a sentire e a guardare ciò che stava
succedendo. Dalla nave scesero una decina di uomini che si
misero a curiosare e trovarono l'isola molto interessante, soprattutto la
spiaggia con la sabbia dorata.
Gli addetti al lavoro descrivevano, come si sarebbe potuto trasformare quel
posto in un paradiso turistico.
Ad un certo punto, un uccellino dette un segnale, che conoscevano solo tra
di loro; in un batter d'occhio, si riversò sull'isola una nuvola nera terribile fatta
solo di uccelli impazziti. Si calarono su quei poveracci!
Non poterono far altro che scappare il più presto possibile inseguiti mentre
furono presi a beccate con ferite ed escoriazioni.
Entrarono a bordo della nave, accesero il motore allontanandosi in tutta
fretta.
L'isola era salva. Non tornarono più. Per una volta era la forza degli animali e
della natura che vinceva difendendo il loro habitat
 

 
Rossino lo scoiattolo
Rossino, ho chiamato il protagonista di questa storiella.
Vive nel bosco vicino a casa mia, ha il pelo proprio rossastro con una coda
scura piena di peluria folta.
Ti guarda un istante dalla sua alta posizione, là su sull'albero, dentro le foglie
verdi.
Con il suo occhietto scuro, ti osserva e in un momento, se ne va.
Non è spaventato, solo che ha soddisfatto la sua curiosità.
Oggi sono andata a fare una passeggiata nel bosco con la speranza
d'incontrarlo, ma niente, non si è fatto vedere così, mi sono messa a
raccogliere le castagne essendone il bosco pieno, però io cercavo solo lui!
Mi sento molto triste perché Rossino non si fa vedere ne sentire; a forza
di guardare, mi sono imbattuta in una pianta grande e strana, un pino molto
vecchio. Mi sono messa a esaminarlo più da vicino notando molte fessure
nella corteccia, però una più grande delle altre mi ha incuriosito
maggiormente.
Prendendo una torcia, ho illuminato la fessura per capire cosa poteva
contenere quel tronco: dentro al foro illuminato ho scoperto un vero tesoro."
Che meraviglia! Avevo trovato il nido di ROSSINO: cerano sparpagliate
grandi foglie e tutto un luccichio di pietrine smeraldine, cristalline, tanti fiori
secchi e rametti rossicci come lui; noci piccole e grandi, funghi, castagne,
ecc"... tutta una riserva, per alimentarsi nel lungo inverno.
Dopo un po' sentendo un rumore, ho alzato gli occhi, e ho visto! Era
contento di essere stato scoperto, lui sapeva che io avrei tenuto per me, il
SUD segreto.

 
 
Il gattino
E' sempre in movimento, salta, corre, si arrampica, per tutto il giorno.
Con il pelo bianco e nero, lui mi guarda fìsso, forse pensa a che cosa gli darò
da mangiare. Poi, il gattino di nome Candido, si butta a bere il pane e latte e
divora avidamente pure il formaggio.
Va sopra gli alberi, cerca di prendere un uccellino, che ignaro appoggiato sul
ramo sta.
Corre anche per il prato alla caccia di un topolino, è proprio molto birichino.
Un giorno, c'era la tavola apparecchiata, su di essa il pane, il formaggio, il
salame, anche un pollo.
Lo squillo del telefono, mi fece allontanare dalla cucina, e mi dimenticai del
gattino terribile.
Quando dopo poco, tornai una scena incredibile si presentò hai miei occhi,
il piccolo gatto si era trascinato il pollo, fuori dalla stanza!
Nel cortile, assieme a tanti altri suoi coetanei, stavano felicemente banchettando!
 

 
Storiella "L'asinello fiorino"
In un paesello, viveva felice Fiorino. Il suo pelo, era di color grigio, ma aveva
sulla fronte proprio nel bel mezzo, una macchia bianca a forma di fiore, per
questo il suo padrone lo chiamò proprio Fiorino.
L'asinello e il signor Bepi, così si chiamava il padrone, andavano spesso in
paese, al mercato, dove nella piazzetta "delle erbe" vendevano tutta la frutta
e la verdura che si trovava dentro al carrettino, erano prodotti saporiti e
genuini, tutti coltivati con amore da Bepi, nel suo campetto.
Con il ricavato della mercé venduta, il padrone poteva soddisfare tutte le
esigenze della sua famigliola, e mettere pure da parte qualche soldino.
Come tanti altri giorni, Fiorino partì per il mercato, il suo posto era libero e
potè appoggiare lì il carretto e l'asino contro il muretto, al sicuro.
La gente era numerosa, facendo molto strepito, perché contrattavano sulla
qualità e sul prezzo. La giornata era molto serena, l'aria primaverile, quasi
estiva.
Fiorino, ad un certo punto, non vide più Bepi, il suo caro padrone. Le massaie
continuavano il loro chiacchierio, il frastuono però ad un certo punto si calmò,
anzi finì del tutto.
Fiorino era sempre più solo, con il carretto ancora pieno, e lui -il Bepi- non
arrivava.
All'una circa, sentendo un gran vuoto nello stomaco, l'asinello si permise, di
mangiare una mela, una carota. La gente non c'era più, era andata a pranzo
e nessuno si curava di lui. Fiorino, si mise in testa, che qualcosa di grosso
era accaduto! Piano, piano si mosse, cominciò così il lungo cammino, tutto
solo.
Conosceva bene la strada, tantissime volte l'aveva fatta, mai però mai in
quel modo.
Piangeva perché era la prima volta che Bepi non lo teneva per le briglie, non
lo accarezzava, non li dava un fico, o dell'uva, oppure delle carrube.
Arrivò finalmente a casa, con tutto il carico intatto, fu accolto premurosamente, ma - il Bepi- non c'era più.
 
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Se ha una casella Email gliela inoltreremo.
Se non ha casella Email te lo diremo e se vuoi potrai spedirgli una lettera presso «Il Club degli autori - Cas. Post. 68 - 20077 MELEGNANO (MI)» inserendola in una busta già affrancata. Noi scriveremo l'indirizzo e provvederemo a inoltrarla.
©2007-2008 Il club degli autori, Carla Meneghini
Per comunicare con il Club degli autori:
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