LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Balbina Stefano

È nata il 14 settembre 1978 a Roma e risiede a Francavilla al Mare (Ch). Si è laureata in Economia aziendale presso la facoltà di Economia dell'Università "Gabriele D'Annunzio" di Pescara. Ha partecipato alla XXIV e XXV edizione del "Trofeo Medusa Aurea" indetto dall'Accademia Internazionale Dell'Arte Moderna (A.I.A.M.) con sede in Roma, ottenendo in entrambi i casi l'ammissione alla selezione finale e la pubblicazione della lirica in concorso sulla rivista dell'accademia stessa. Nel 2002 riceve il premio della critica al Concorso Nazionale di Poesia "Rosa Formisano", ottiene una menzione d'onore al premio "Paolo VI" città di Ercolano e si classifica al secondo posto nella VI edizione del Premio Biennale di Poesia e Narrativa "Comune di Rivanazzano" (Pv) con l'inserimento della propria lirica nell'antologia associata al premio. Nel 2003 riceve il premio speciale città di Ercolano nell'ambito della XIX edizione del Concorso Nazionale di Poesia "Rosa Formisano" e ottiene una segnalazione di merito nella XXVI edizione del "Trofeo Medusa Aurea" organizzato dall'A.I.A.M.
 

Carezza marina
 
Trema il segreto sospiro
carezzato dalle acque notturne,
ancelle fedeli,
virginee ammaliatrici
tacitamente distese
nel fremito marino.
Non lontano
le voci del mondo
bisbigliano inquiete,
ma neppure sfiorano l'incanto,
quasi non s'odono,
e le membra
libere,
tremanti di vita,
si abbandonano
alla tenera forza
che i sensi confonde.
 

Segreto
 
Segreto profondo del cuore
ogni istante mi tieni la mano
e instancabile per ore ed ore
mi impedisce di andare lontano.
Nel dolore del tuo silenzio
gridi ogni giorno più forte
gridi, gridi e senti la morte
più vicina, nemica, oscura
impallidisci,
hai paura,
tremi e continui a gridare,
ma nessuno ti sente,
nessuno,
solo quel cuore tua casa,
solo quel tenero amore
che tu nascondi,
proteggi,
assicuri
come madre il suo piccolo,
come lacrima un dolore,
segreto profondo del cuore
rimani con me
ora, sempre.
 

 
Ogni giorno
 
Ogni giorno
ascolterò il silenzio della tua assenza,
rumorosa ed ingombrante.
Ubriaca,
la mia mente canterà di tenere illusioni.
Mi dirà che tornerai
e che ci sarai ancora
e sarai come acqua fresca
che scorre dove tutto è arido,
dove tutto è morte.
Ma non sarà così,
no, non sarà così.
 
Ogni giorno
sentirò sul corpo tremante
il freddo di un sole che non scalda più,
il soffio gelido di un vento
che non muove più foglie né polvere.
Eppure la mia mente canterà di tenere illusioni,
mi dirà che tornerai
che ci sarai ancora,
ma non sarà così,
no, non sarà così.
 
Ogni giorno
avrà il sapore di un veleno mortale,
ultimo dono di un incanto svanito,
ma io non ne berrò
e la mia mente,
seppure inebriata di tenere illusioni,
non crederà più che tornerai
e che ci sarai ancora
e nell'amarezza di un addio
imparerà ad amare ogni istante senza te.

 
L'approdo
 
Ho navigato
su mari scuri e impetuosi,
la voce del vento
rompeva
l'assordante silenzio notturno.
Ogni sera,
la mia stella polare
si accendeva puntuale;
ogni sera
l'ho cercata,
guardata,
seguita,
ed oggi
ho toccato terra.
 
 

Attesa
 
Ti aspetterò,
ti aspetterò dove insieme
scoprimmo il cielo baciar le verdi cime,
dove il silenzio di uno sguardo
svelava il più intimo dei segreti,
dove aveva vita il più grande dei sogni
e moriva il più orrido dei peccati.
 
Ti aspetterò,
non sai quanto ti aspetterò,
nei giorni in cui tardivo il sole rincasa,
quando intrigante la calura abbraccia le membra
e il manto stellato si stende su cuori lontani.
Io sarò lì, ad aspettare,
ad aspettare.
 
E anche quando l'attesa
graffierà i miei nervi,
e stremerà le forze
e distruggerà la speranza,
io sarò lì, ad aspettarti,
ad aspettare l'ultimo folle attimo
di un'infinità senza volto.

 
Ricordo
 
Pensieri di mille giorni
come nubi disperse senza tregua.
Il tuo vento
inesorabilmente
li confonde,
e diffonde nell'aria stanca
il profumo amaro
di ciò che non c'è più.
Tutto cambia.
Il cuore tace.
Non gemono i miei silenzi
né piangono gli occhi.
Sola
la mente si allontana.
Non lascia traccia,
non si volta a guardare.
Sparisce,
perdendosi nella quiete di un ricordo lontano.
 

La voce degli angeli
 
Pensavo che il sole fosse tramontato per sempre.
Quella notte sembrava non voler finire.
Era spaventata,
le membra tremanti,
lo sguardo perso nel buio,
sentivo il cuore nel petto scandire il tempo
eppure immobile.
Mi fermai in un angolo,
raggomitolai il corpo
e ascoltai,
ascoltai il silenzio.
La sua voce pacata, serena,
non l'avevo mai sentita prima.
La voce degli angeli
nient'altro poteva essere!
Soave melodia
tacitamente
rubava i sensi
e rasserenava l'anima.
D'improvviso un tenue calore sulle membra stanche.
E il sole di nuovo tornò a splendere.
 

Fermati guerra!
 
Eri già passata di lì,
vile creatura dell'umana follia
lasciandoti alle spalle
l'assordante silenzio della quiete funebre.
Ho riconosciuto i tuoi segni,
inconfondibili gesti di morte e strazio.
 
Un bimbo si affanna tra le macerie.
Le mani piccine rovistano
in quel cumulo di massi e rovine.
Cercano qualcosa
briciole di vita, forse
cercano l'innocenza che tu hai rubato.
Chi mai gliela potrà restituire?
 
E a quel soldato che giace esanime sul campo
stringando nel pugno blando una foto sbiadita
in cui c'erano il suo sogno e la sua vita,
chi mai glieli potrà ridare?
E a quella madre a cui hai strappato il cuore
chi mai restituirà il fiore suo più bello?
 
Questa voce sola oggi vuole gridare,
grida per l'innocenza perduta
e per un sogno rubato
e per un cuore straziato
e ti implora, fermati o guerra!
fermati, cruenta ammaliatrice
che conquisti e uccidi
e trasformi l'amore in odio
e il fratello in nemico,
e accechi gli occhi di coloro che
seppur figli di uno stesso padre
e vite di una stessa terra
e anime di uno stesso cielo
più non vivono per la vita
né sanno cosa sia la pace.
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Agg. 25-03-2004