-
Annamaria Immesi nasce il 13 febbraio 1955 a Reggio
Calabria. Dopo la maturità classica si laurea
in lettere moderne presso l'Università di
Messina. Abilitata all'insegnamento per la scuola
media preferisce dedicarsi alla famiglia, insegnando
per poco tempo. Coltiva da sempre la passione per la
scrittura, in tutte le sue forme, prosa, poesia e
vernacolo, che ama, fin da piccola. Nelle sue
raccolte, tutte inedite, estrinseca una particolare
attenzione ai sentimenti, sviluppando con
sensibilità profonda, svariati temi che
riguardano la natura, inesauribile palcoscenico di
vita, gli affetti familiari, fonte di grande
ispirazione e la solidarietà verso chi è
solo. L'arcobaleno della vita, Nuvole di seta, I
gradini del cuore, Pietra di luna, Il mare e altre
storie, Sicilia, Calabria: la mia vita; Azzurro cielo,
Le meraviglie del mondo nella mia fantasia,
Dialetto
e poi?, Stelle di cartone, sono le sue
raccolte di scritti prodotti negli ultimi anni.
Recentemente ha inviato le sue poesie a vari premi
letterari, ottenendo il 1° premio per la raccolta
inedita al Nuovo fata Morgana con I gradini del cuore,
una targa di merito per il premio Giovani sempre - P.
Calcaramo per la poesia Il mio Angelo, una
segnalazione di merito per la poesia Nuvole di seta,
al premio Città del sole di Athena Millennium e
dell'Accademia Internazionale dei Micenei. E'
risultata tredicesima tra i finalisti del Giro
d'Italia delle poesie in cornice (quarta nella tappa
di Vado Ligure e quinta ad Anguillara Sabazia)
è stata inserita nelle antologie dei premi
Olympia-Montegrotto terme, M. Yourcenar, Il giro
d'Italia delle poesie in cornice, Poeti dell'Adda,
Fonopoli-parole in movimento, Città di
Melegnano, Poeti del web 2004-Poesie scelte di Carello
editore, nell'antologia Poeti e poesia, e in Orme
dell'associazione culturale Belmoro. Recentemente
è entrata a far parte dell'Accademia
internazionale dei Micenei e alcune poesie sono state
pubblicate su Oggi futuro. E' finalista al premio Il
Club degli autori 2004-2005.
-
-
|
- Giovin
Signore
-
- Delicato
primo fiore, mio sognato primo
amore,
- raffinato
giovin signore, della
gioventù
- scoperta e
incanto.
-
- Sulle onde
dei pensieri, dolcemente scivolando,
- resti
impresso nella mente come punta di
diamante
- saldamente
incastonato.
-
- Nutri,
impalpabile, tenue filo conduttore
- il mio tempo,
dolce miele, nettare prezioso,
- ambrosia
profumata.
-
- Tenero come
una farfalla,
- ameno come
una filastrocca di bambino,
- diafano come
i petali di una ninfea
-
- di uno stagno
del bosco,
- bizzarro come
un allegro vecchietto,
- azzurro come
il cielo d'estate,
-
- infuocato
come una notte d'agosto,
- trasparente
come cristallo,
- nuvoloso come
un temporale d'autunno,
-
- puro come la
neve
- del giorno di
Natale, che,
- fioccando,
regala magie di fiabe lontane.
-
-
- Memoria
-
- Lievi
s'accostano i fiori
- delle
mimose,
- dal vento di
marzo agitati.
- Rosse
fioriscono le rose
- che
incendiano di profumo
- le sere di
maggio.
- Argentea la
luna si specchia
- sul mare che
sussurra e s'increspa
- nell'umida
notte.
- Diversi
s'affollano e mesti
- i pensieri
che si crogiolano
- nella mia
testa,
- offerti
gratuitamente della memoria,
- che non
chiede il permesso,
- ma s'affaccia
e sta,
- ferma e
decisa,
- finchè
tu, umile guida
- chiedi una
piccola tregua.
- Rischiara il
giorno,
- la tua
pazienza stanca,
- risolve il
coraggio
- il tuo
problema,
- e,
finalmente, allontani i ricordi.
-
- Tempo
Tramonti che
imporporano il mare,
canto soave
di dolci sirene,
trasparenza
del manto di cielo
trapuntato di
stelle.
Tempo
scandito
dal lento
continuo andirivieni
di un'onda
svogliata,
la stessa che
trascina lontano la prua della mia
barca.
Corrente
infinita, fonte di vita, scia
laboriosa
che
costruisci il destino di ognuno di
noi.
Ecco, a tuo
piacimento, nel gorgo mi trascini,
o nella
quiete mi fai dondolare,
prigioniera
delle tue ore, che, stanche e, a volte,
tiranne,
dominano me e
tutte le cose.
-
- Il palcoscenico
della natura
La luce
baluginante della notte
creata da
innumerevoli stelle
forma un
incredibile palcoscenico su nel
cielo.
Più le
guardo più mi sembrano
i preziosi
diamanti
del diadema
della loro regina, la natura.
Ma più
bello è il suo abito
formato dal
mare,
ornato dalla
spuma delle sue onde,
che formano
preziosi merletti,
e dal suo
mantello,
scuro come le
montagne,
le cui cime
innevate,
un candido
colletto
di pelliccia
sembrano.
La luce
dell'arcobaleno riflette
i bagliori
del cielo che accoglie
splendidi
attori, variopinti e canterini,
gli uccelli
più rari e belli.
Gemme
nascoste tra il verde tappeto
di larici e
abeti, pini e castagni,
bacche
vermiglie aspettano
di essere
colte e far bella mostra di se
sulla tavola
certo di un re.
E la luna,
giungendo la sera,
gelosa del
sole, che brilla il mattino,
la sua luce
d'argento diffonderà,
rendendo
completo il quadro più bello
voluto da Dio
che a tutti gli uomini
regala questa
magia.
-
- Il nostro
amore
Un mazzolino
di violette mi parla di te,
furbetti i
petali al centro il loro posto
cercano,
dispettoso le
foglie i loro margini inarcano,
deboli sotto
i fiori più grandi quelli piccoli si
piegano.
Ahimè...E
se il nostro amore fosse
furbo...dispettoso...debole...
che ne
sarà di noi?
Effimeri
profumeremo per poco, come le viole,
e poi,
dilaniandoci l'un l'altro,
ci
estingueremo.
-
- Addio
Oggi ti sei
svegliato,
mi hai
guardato,
hai sorriso
beffardo:
"Non ho
più bisogno di te" - hai
detto.
Ti sei
vestito,
sei
uscito,
non ti ho
più visto.
Ed io, che
finora ho guardato con le tue pupille il mondo
d'intorno,
e ho
respirato coi tuoi polmoni l'aria della
sopravvivenza,
mi sono presa
la testa tra le mani e ho pianto.
-
- Orme
L'alba
nascente disegna il mattino,
umida la
terra segna il cammino,
profonde
lascerai le orme, testimonianza del tuo
passaggio,
le tue
parole, invece, aureole incontaminate, dei tuoi
pensieri,
alte si
leveranno, portate dal vento dei
ricordi.
E come un
mago all'improvviso, il temporale
cancellerà le tue tracce,
livellando la
terra come se vergine non ti avesse mai
conosciuto.
|