LA PIÚ GRANDE ANTOLOGIA VIRTUALE DELLA POESIA ITALIANA Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

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Annalucia Lorizio è nata il 30 maggio 1951 a Roma, dove tuttora risiede con la sua famiglia. Laureata a pieni voti in Lettere Moderne presso l'università La Sapienza di Roma, si è sempre dedicata all'insegnamento, professione che l'appassiona profondamente, si occupa anche di didattica e collabora con articoli e saggi ad una rivista per docenti. Ha sempre coltivato interessi letterari approfondendo in particolare lo studio della poesia; sebbene ami molti autori, sia classici che moderni, per quanto riguarda lo stile si riconosce principalmente nei toni un po' dimessi e colloquiali di quella corrente antinovecentista che va da Saba a Betocchi. Fra i contemporanei predilige Luzi e Caproni. Solo di recente è uscita allo scoperto inviando le sue poesie a qualche concorso e pubblicando vari componimenti in raccolte collettive.   Per leggere l'opera 2 classificato al concorso "Il Club Poeti 2002 sez. poesia Per leggere l'opera "Silenziosamente" 3° class. al Premio Angela Starace 2002     LA VITA QUOTIDIANA   Arancione     Ricordo un tuffo nell'erba (ma erano spighe già alte): ci cacciò il contadino.   Col fiato sospeso sostammo nel ventre d'una tenera cuccia (sentivamo le grida remote).   Gli steli pungenti e le reste prendevano forma di corpo calmando l'ansante respiro di quell'intrepida lotta: giacevamo, morti o feriti, cercando di non fare rumore. Ma, come la vita guizzava sussultando fra i denti e muovendoci al riso, sentivamo dei passi giganti farsi largo nel biondo covone... Restavamo sospesi e stupiti, aspettando una morte più vera, ma una morte colore arancione per via del caldo e del sole.   (Avanzando fra giovani spighe soltanto gridò, mettendoci in fuga)         Esiguità   Chiaroscuri: i tuoi occhi; linee d'ombra: i tuoi pensieri; autunnali foglie: i ricordi... Ed io, in controluce, un'acqua appena, che s'incrina al tocco della mano         Pensieri     Pensieri guizzano, pesci, nei tuoi occhi... Pascolano il fondo limaccioso, s'impennano in rapida salita, argentei fra le ciglia. La mano, ombra, carezza la bruna superficie invano... Già fuggitivo il branco s'inabissa in rapida occhiata: un greto s'indovina sassoso, gusci, valve di sogni, vuotati dalla vita     Dell'estate   Dell'estate hai l'arsura, l'inquieta chiarezza che prolunga il vigore del giorno e dentro la notte s'attarda. Nei tuoi occhi s'allarga la fresca sorpresa del tuffo, proprio lì, dove l'acqua è più fonda, proprio lì, dove l'onda s'acquieta, ma l'acqua è uguale a un'arsura, sotto il sole che brucia e scintilla . Una stilla rimane, preziosa, sul viso...   (Nel pieno meriggio)     Silenziosamente     Il tuo viso è una scorza d'autunno, parola di tenero muschio appena lo sfiora. I tuoi occhi han brillio di gocce sull'orlo di foglie: nulla distoglie il perlaceo liquore che s'accampa fra palpebra e ciglia, né il pensiero s'appiglia al riflesso dorato, ma leggero s'invola. Ed io... trattengo il fiato, che non turbi un rumore il perfetto chiarore dell'alba.   Non ho cuore con l'unghia accennare un solco sottile, non ho cuore a lasciare al passaggio durevole traccia: solo il tempo ti faccia inverdire.   Me ne andrò sopra foglie fruscianti badando di non farle crocchiare     Sperando contro     La fiamma incendia d'immeritato tepore la mano che fa da scudo al vento: oscilla e mormora barbagli di luce nella compattezza notturna.   Una goccia s'allunga, serica, sul fiore e rifrange il chiaro del mattino: scintilla, perlacea d'umidore, contrastando la diurna arsura.   Una pietra, sul bordo del sentiero, custodisce nel segreto della vena la carezza di un minerale riflesso, cieco conforto all'inorganico cuore.   Tutto ci parla di qualcos'altro altro e invita altrove, lontano da sé.

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