LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Anna Lanza Rosi

Anna Lanza Rosi, nata a Gorizia il 30 agosto 1944, residente a Sesto F.no. Diploma di Ragioniere e Perito Commerciale.
Assistente amministrativa presso l'Istituto Tecnico Commerciale e Per Geometri "Piero Calamandrei" di Sesto F.no dal 1980 fino al 2004.
Dal 1998 fa parte di Art set Fides come guida volontaria presso la Basilica di S. Lorenzo a Firenze.
Dal settembre 2004 è pensionata.
Nel 2003 ha pubblicato un libro "Pagliana com'era - Storie e racconti tra la Futa e la Raticosa" editore Giampiero Pagnini di Firenze.
Nel 2006 ha pubblicato un libro di poesie "Fidarsi della Vita" editore Giampiero Pagnini di Firenze.
è iscritta presso l'Università agli Studi di Firenze - Facoltà di Lettere e Filosofia - Laurea Triennale in Operatore in Beni culturali e artistici - Progetto Nettuno.
 

Bocciolo mai nato
 
Come il seme germogliato
che esce dalla nuda terra
in tenero stelo,
così tu sei sbocciato
per amore
nel grembo di tua madre.
Subito accolto con gioia
ti sei fatto sentire
prima con movimenti
lievi come soffio di vento
poi sempre più evidenti.
Avevi quasi fretta di nascere
poi, all'improvviso,
tua madre non ti sente:
timore, angoscia,
la corsa in ospedale
e l'epilogo finale
sei uscito dal grembo
materno come bocciolo
mai nato, tornato
al suo creatore
senza vedere la luce
sulla terra.
Alla gioia della tua attesa
è subentrata la tristezza.
Il dolore è un mistero
che ci fa gridare: perch+ questo
proprio a me!
Dobbiamo non perdere
la speranza farsi coraggio
perchè non siamo soli:
Dio è sempre con noi
specie nei momenti
più difficili e bui.
 
 

 
Ciao Luna
 
Ti sei addormentata
per sempre cara lupona
buona e un po' brontolona.
In giardino con il tuo abbaiare
qualche vicino facevi arrabbiare.
Un giorno te ne stavi accucciata
triste e sconsolata
guardavi con sguardo grato
la piccola Shenon inginocchiata
davanti a te che ti consolava
sussurrandoti parole dolci.
Tu la guardavi in silenzio,
più eloquente di tante parole;
capivi che lei ti era vicino.
Come tutti coloro
che ti hanno amato e curato.
Solo una bimba dal cuore puro
e innocente poteva comprendere
il tuo amore sincero
e incondizionato.
Quando guarderò la luna piena
che brilla nel cielo
trapunto di stelle
penserò a te che forse
ci guardi da lassù
scodinzolando di gioia
abbaiando col tuo vocione
per dirci che ora sei in pace
felice di avere avuto
e avere dato tanto amore.
Ciao Luna, non ti dimenticheremo!
 

 
Gioia e stupore
 
La gioia è una sensazione
bellissima, inebriante,
indescrivibile;
tutto coinvolge
l'anima e il corpo.
 
Ti senti leggero come piuma
trasportata dal vento.
Tutto intorno a te
sembra più bello;
senti il bisogno
di comunicarlo a tutti.
 
La gioia nasce
al coronamento di un sogno
colviato, cercato, voluto
e poi alla fine raggiunto
quando vedi realizzato
ciò che speri per chi ti è caro.
 
Lo stupore è un sentimento
contradditorio
di gioia e di dolore.
Ti stupisci di fronte
alle meraviglie del creato:
un fiore che sboccia,
una foglia che spunta
da un ramo secco,
l'alternarsi del giorno e la notte,
l'alternarsi delle stagioni.
 
Un cucciolo si stupisce
nel vedere il mondo
chelo circonda:
ogni cosa, anche la più piccola
per lui è una meravigliosa
scoperta che lo farà crescere.
 
Ti stupisci di fronte
alla malvagità:
ti rendi conto come l'uomo,
meravigliosa creatura divina,
possa essere capace
di atti terribili
portatori di dolore,
distruzione e morte.
Non ne capisci il perchè
ma sai che è un'amara
quotidiana realtà.
 

 
Il primo vero amore
 
Ero una ragazza giovane
frustrata che si considerava
un brutto anatroccolo
deriso e messo da parte.
Dalla scuola avevo avuto
delusioni e ingiustizie.
Poi ad una festa in casa
tutto cambia:
ti vedo per la prima volta
un bel giovane occhi neri
che si interessa di me
che vuole ballare con me.
Sono felice e incredula.
Per qualche mese
non ci siamo visti,
ma il mio pensiero
era solo per te
un sentimento nuovo
agitava il mio cuore
era il primo vero amore.
Ricordo che arrivavo
a scuola sempre in ritardo
quando mi accompagnavi
con la tua mitica "cinquina"
dopo un periodo da fidanzati
ci siamo alfine sposati.
I nostri padri erano contenti
del nostro amore
le nostre madri meno
perchè un pò gelose.
Quante cose sono successe
nella nostra vita coniugale
momenti belli e momenti tristi.
Tante avversità d'ogni genere
sia fisiche che psicologiche
che a volte ci hanno visti
non proprio uniti
ma alla fine l'amore
con la "A" maiuscola
quello senza tornaconto
quello sincero
quello primo e vero
trionfa e trionferà sempre.
 

 
La dignità calpestata
 
La dignità è una parola
dal grande significato:
un diritto spesso calpestato
da chi con fare arrogante
si crede d'essere importante.
 
Alla base di una civiltà
c'è sempre la dignità
con il sopruso e l'ingiustizia
si crea solo rancore
violenza e tanto dolore.
 
Dio ci ha creato dandoci
la dignità di figli suoi.
Perchè non vediamo
nell'altro un fratello
ma solo un diverso
da considerare inferiore
per razza e condizione?
 
Questa società super tecnologica
stritola i sentimenti
l'umanità brancola nella logica
dell'egoismo sfrenato
che impoverisce l'animo
e rende insensibili e cinici.
 
Perchè calpestare il povero
togliendogli la dignità
facendolo vivere
in condizioni di precarietà
senza alcuna possibilità
di combattere la malattia
vivendo in estrema povertà?
 
Impariamo ad amare di più
a partire da chi ci sta vicino
solo così la dignità
tornerà ad essere
la vera civiltà
di una nuova umanità.
 

 
La parabola della vita
 
La vita si sussegue come le stagioni
con le sue bellezze, i suoi colori,
il bimbo è come un germoglio
che spunta dal ramo.
Il ragazzo è come un piccolo
ramo con tante foglie verdi
l'uomo è come un frutto
dell'albero frondoso
che si erge alto verso il cielo
l'anziano è come un bosco
d'autunno ricoperto da un tappeto
di foglie dai colori accesi:
foglie smosse dal vento.
In un meraviglioso turbinio
è il dire arrivederci della natura
prima di cadere nel grigiore
del letargo invernale.
L'anziano non ha più le forze
necessarie per lottare, per vincere;
si adatta a dipendere dagli altri.
L'anziano soffre tanto la solitudine,
si sente quasi schiacciato
dall'indifferenza, dall'ingratitudine
di questa società che tanto gli deve.
Il suo sguardo brilla di gioia
per un sorriso, per una parola buona;
allunga la sua mano tremante
per un abbraccio.
Il suo pensiero costante:
è poter dire arrivederci
alla vita terrena
in modo sereno
e risvegliarsi in una vita
nuova, senza fine.
 

 
Mio padre
 
Piccolo grande uomo
che sempre ho ammirato
che tanto mi hai amato
che tanto mi hai dato.
La tua dipartita
una profonda ferita
nel mio animo ha creato
che ancor non si richiude
nonostante di tempo
ne sia passato.
Accanto a me ti sento
nei momenti tristi e bui
di consolarmi eri contento
con il tuo sguardo
dolce e severo
allo stesso tempo
della mia gioia eri contento;
consigli e rimproveri mi davi
che spesso non comprendevo
ma che ricordo con piacere.
Piccolo era il tuo corpo
ma grande il tuo cuore
la tua etica morale
è per me un esempio
vivo sempre attuale
dal colore degli occhi
capivo quando stavi male,
c'era un'intima intesa
che ci univa nell'animo
che continua oltre la morte
che durerà spero nell'aldilà.
 

Pianeta donna
 
La donna racchiude in sé
l'essenza della vita umana.
In lei si crea una creatura nuova:
prima piccola come spillo
poi, completa in ogni sua parte,
nasce e inizia il suo cammino
sul nostro pianeta.
La donna è complementare
all'uomo per esserne la compagna.
La donna è forte nel dolore
perchè abituata a conviverci.
La donna è intuitiva, saggia:
sa vedere le cose da dentro;
è istintivamente protettiva
la donna supera ogni difficoltà
con la forza dell'amore
la donna è sinonimo di bellezza,
fonte inesauribile di ispirazione
di ogni forma d'arte da sempre.
La donna è oggetto di un desiderio
dolce ed ineffabile canto d'amore.
La donna vista come una preda
ottenebra la mente dell'uomo
che diventa brutale, un mostro
pronto ad oltraggiarne
il corpo e la sua dignità.
La donna è importante nella storia:
dietro ai grandi personaggi
c'è sempre stata una donna
la donna è la marcia in più
del motore della società civile,
il fulcro della famiglia
impegnata ovunque e in ogni momento
a lottare contro ogni ingiustizia.
 

 
Riflessioni
 
Ci angosciano le immagini
di crimini, anche cruenti,
commessi da adolescenti.
Dove va a finire!
Questa società tecnologica
frenetica che stritola
i sentimenti veri:
non esiste l'etica morale,
il senso del dovere
il senso del peccato.
Siamo insensibili, cinici,
aridi e irresponsabili.
Ci sentiamo soli tra la gente
che non si comunica
la vita altrui, vale niente
non sopportiamo chi non è
e non la pensa come noi.
Si uccide un bimbo che piange,
chi fa troppo rumore,
chi ha un cane che abbaia,
chi ci sorpassa per strada
chi ha la pelle di altro colore.
Andare contro le regole
è motivo di vanto,
chi è all'ordine pubblico
preposto un nemico è considerato,
gli adolescenti bombardati
da videogame, film, telefilm
di orrore e violenza
scambiano la finzione con la realtà
come bulli girano con coltelli armati
dai genitori non controllati.
Dobbiamo interrogarci,
farci un esame di coscenza
che esempio diamo ai giovani:
corruzione, sopruso, abusivismo,
imperano in tutti i campi: nel lavoro,
nella giustizia, in politica, nello sport
sentiamoci tutti corresponsabili
per i silenzi compiacenti,
per il nostro lassismo,
per il nostro egoismo esagerato.
Cominciamo a rispettarci di più
in famiglia, a scuola, sul lavoro
a capire che siamo parte
di una società civile
lo stato siamo noi.

 
Sofferenza
 
La sofferenza è un male
che affligge l'umanità
dalla notte dei tempi
 
La sofferenza è ineluttabile,
è mistero
come la vita e la morte.
Si soffre per nascere,
si soffre per vivere,
si soffre per morire.
 
La sofferenza si può alleviare:
rendere la vita di tanti
meno dura e più dignitosa.
 
Non chiudiamoci dentro
la spirale
della nostra sofferenza,
apriamoci verso gli altri.
 
Ognuno può dire, dare,
qualcosa fare:
una parola buona, una carezza,
un sorriso, un aiuto in denaro,
 
pregare lo spirito di Dio
che ci illumini
a compiere gesti
di fratellanza e comunione,
a capire che non siamo
soli a questo mondo!
 

Novembre 2004

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