LA PIÚ GRANDE ANTOLOGIA VIRTUALE DELLA POESIA ITALIANA Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Andrea De Palma Ha pubblicato il libro
Andrea De Palma - Veleggiamenti                      Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) 14x20,5 - pp. 58 Euro 6,00 ISBN 978-88-6037-4707       In copertina dipinto di A. Zanolo. foto realizzata da: «Fotostudio Boselli di Boselli G. - Biella»  Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l'autore è finalista al concorso letteario «J. Prévert» 2007   Poesie
Veleggiamenti   "I'll sail on the flood of the tempest dark, With the calm within and the light around Which makes night day" P.B. SHELLEY, The two Spirits: an allegory Notturno Lunghe ciglia di tenebra trapelano: fiore di luce che viene dall'ombra.   Da imprendibili vette labbra inviolabili bevono sangue di rose, eterna sorgiva di canto.   Neri eliotropi fraterni, d'immenso ebbri, all'enigma notturno si librano.   Nel profondo di specchi universali, fra le fragili unghie di Mida, fatue rifulgono nuove corolle. Veglie Mani sfiorare palpiti d'argento, misterico bramire spezza il tempo. Sospesa folla estatica d'assenso al tripudio s'inebria violento.   Bellezza avvampa nella titubante oscura tregua dal dolore astrale fatuo al chiarore d'onirica aurora lunare. Un filtro s'ingoia di dolce   assenzio, morte si turba in alate danze su complici fuochi. Stravolte ammiccano Diane, astri furenti per fluttuanti forre di sospiri. Alla musica Dodici suoni, aneliti spiegati, oniriche ali d'arcani lucori, livido scoglio lontano, vanito...   chiari volteggi d'orfici fraseggi, epifanici vortici sospingono naufraghi d'oceanici fragori,   eterni erranti, sedotti da vaghe rifulgenti Chimere, astri abissali, a prode eteree granite di sogni. Eterna storia ideale A fari irraggiungibili naufrago tende e spasima eternamente invano: seconda furia di sangue corsaro. Ascensione Ali di chiaroscuri per l'eterna china, grembo di strepiti e silenzi. Pendolo ferreo rintocca nell'anima quiete e guerra, vitale cadenza. Suppliche e sdegno per la balza erbosa dalle subdole tracce, arsi e clangori.   Frusciano passi acquiescenti o fervidi tra insidie d'angui votati alla caccia, crudi d'indifferenza e cecità. Dall'incerto vagare imperativo mutevoli vestigia per svettanti echi di vaghi brividi e pensieri. Vanità   Aliene ombre trascorrono bieche eterne mura cieche d'inespugnabili città granitiche. Nel vespertino vermiglio riverbero Porte Scee più non dischiude l'inganno.   Simulacri venusti da atarassiche altezze fissano sguardi là dove lenissime si librano figure nelle brezze su orizzonti affocati.   Veleggiano vascelli lontani, gonfi d'esotiche brame. Saldo al timone il nocchiere audace alla volta d'astrali evanescenti fari: tregue scorge ineffabili in un battito d'ali. Attese Tregua dileguano intimi abissali fremiti. Tace canuto l'assenso. Afone buccine risuonano echi di guerra, eteree ammassano presenze   oscure alate su flutti di pece. Tra albatri ai ponti tremanti alto un grido d'orgoglio, schiere rincuora perdute in tratta eterna di febbrili sensi.   Al digrignare di sartie sprofondano sospiri in un abisso ignaro, inani emaciate lanterne uomini impugnano a graffiare atre tenebre silenti.   Guaiscono tardivi avvistamenti di salmastre tagliole indifferenti: nessun probo nocchiere mai sorprendono salvezze estreme... perpetui naufragi. Mappe corsare Infiniti ventagli iridescenti, barocche trame di rotte segnate. Pietroso turbinio di mondi sotto volte spente, nel grigiore distese rosse stuoie, elicoidi volanti su abissi, vette, dune erranti. Snodarsi di pensieri su baratri sentieri, echi di voci fra distanze immense. Folli corse spasmodiche, passeggiate d'amanti, scarpe sfondate d'antichi viandanti. Frementi palpiti di screziati lucori, spergiuri vaticini seduttori. Sconvolti scalpitii d'arcani baccanali rincorrono sogni lunari, fragili aneliti di labbra astrali. Passi dispersi stentati o fluenti, chi va, chi viene, da chissà e per dove, con il volto di fuoco o solcato dal gelo. Adolescenza Sconvolgimenti labili sferzanti svelamenti. Un'allodola sazia di rugiada svetta canti di luce indecifrabili: abbacinanti schianti deflagrati.   Sotto piogge d'ardenti strali un'effige si staglia immersa nel fragile cuore di viole abissali.   Primizia smarrita in un soffio tra labbra di lolita. Eteree cure Fiori lunari, disciolte le chiome, fragili spargono petali al vento. D'aduste memorie arde desolato un cuore fra risvegli sovrumani.   Rapido rabbuia il cielo, un latrato avido risuona. Fughe di covoni atterriti occhi sgranati spiano da una pergola. Natura s'accascia: proni mistici salici assorti in preghiera.   Vita rincorre vita che s'invola. L'essere si fa essenza: immemore la terra dei suoi giorni. Ignaro spicca dal torbido un fiore. Di neve Selve d'algidi murmuri sopite nel pallido canto si svelano. Passi d'ombre trascorrono le bianche prode di Avalon turrita di nebbie e prodigi che ardimenti di baci e sangue non dissolvono più. Sospira un campanile dal profondo: effimero candore universale. Smalto Luminose lusinghe di fredde dorature: così alieno risuona l'addio ad un naufrago nato in mare, morto senza occhi per la terra!   Sopisce a volte il canto d'un aedo scogli di nero da ignoti sortito: vane sfavillano lacrime allora fievole al bacio d'innocenti pire.
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