Home club

Concorsi

Vuoi entrare in questo elenco?

Benvenuti sulla pagina di

Cristiano Sormani

Cristiano Sormani è nato nel 1973 in un paese di provincia vicino a Milano. La passione per la letteratura e l'umana condizione hanno radici ben profonde e lontane nel tempo. Ma è da cinque anni che si dedica assiduamente alla stesura di poesie e racconti. Ha partecipato a diversi concorsi di poesia ed è stato segnalato in diverse occasioni. La sua ricerca, comunque, prosegue anche in altre direzioni. Suona il pianoforte dall'età di sei anni e è nel campo teatrale da quattro. Ha partecipato a diversi stage e da due anni gestisce diversi laboratori, curando la parte teatrale e la scrittura dei testi. Collabora alla gestione del laboratorio di pittura Paul Klee per ragazzi disabili della cooperativa Punto D'Incontro. Dipinge ed ha partecipato a diverse mostre nella zona.

Nel terremoto radersi è difficile


A volte penso:
forse dovrei vivere come la gente
del piccolo e grande
torrente d'immagini.
Raccolti in eccesso di febbre con
una storia
da raccontare sempre
pronta sulle labbra.
Con lo sbaglio facile
al recupero ed il bagaglio
sempre pronto al di fuori di
ogni sceneggiatura.

Poi riconosco:
ti sarebbe difficile
cambiar pelle, amico.
La tua pelle così morbida e calda
e, per quel che mi riguarda,
triste.
Disperata, all'occorrenza, realmente.
Malata dello stesso male
dei buffoni, morti soli.
Col teschio in mano d'altri,
come si diceva.
Gli altri
Così reali. Così veri. Così.

E mi dico:
lanciatemi una corda, vi prego.
Oppure un ascensore.
Costruitemi qualcosa, che da solo non riesco.
Per scendere dal tempio.
Calarmi giù.
Perché qualche vantaggio
credo
lo potrei
ottenere.
Se non altro
ti guarderei negli occhi.

Ma poi mi rammento:
che amo il tuo bacio
forse più di chiunque
altro.
Così dolce. La parte più reale
di tutta la mia vita.
Il tuo bacio
Io, dal canto mio
immagino, esamino, semino.
Non so far altro.
Ma è l'eco il mio frumento e grano.
Che dal tempio,
a valle,
si diffonde.

Non saprò mai a chi parlai, chi mi parlò


Attraggo ripetutamente la visione,
più vicina,
le chiedo un favore,
me ne deve tanti.
Per tutte le volte che si è pescata
Angoscia.

Trasforma la mia vita,
intuito,
che ogni piccola circostanza
sia il sogno e dal sogno stesso
rivelata.

Condannami all'infinito
canto di chi,
in alternanza si specchia
nella totalità.
Bruciandosi le ali.

Doni ridendo:
Voler volare
comporta cadute, dici.
E tristi
vuoti
inseguimenti
nei labirinti del
dolore.

A Ricordo


In questa vigilia carica di nebbia,
mi cucio addosso l'essenza.
Ciò che resta, del resto.
Atrofica e filiforme, mi circonda la
testa.
Sai scoprire pian piano, mi dico?
O governa (ancora) l'irruenza?
Spaventato ritraggo i pensieri.
le azioni.
Resta il candore, almeno nell'intorno,
A ricordo.

Tramite


Lascio in silenzio la stanza.
Gli oggetti sparsi appena dietro la porta.
Impercettibile il rumore.
Sguardi.
Costanti.
E dubbi.
Ed emanazioni.
Ma resta in attesa sulla soglia
a tramite,
l'ultima respiro.

Oscillazioni


Realtà, riportata, che
rimane assopita
fino allo spezzarsi
del guscio
a maturazione:
Riempie le sensazioni.

Mi lascia stremato
il passato.
Oggi,
Piove fuori e
Piovo anch'io.

Mezza la vita vissuta a metà. (Marti)


Mi è rimasta negli occhi,
come una pagliuzza difficile a levarsi,
la finestra che da sul mio tepore.
Carica di blu e di tormento, tramonti che
riempiono di illusioni la stanza.
Ed il respiro più lento ed armonioso,
venato di sapori di mille e uno sogni,
d'ogni uomo,
d'altri tempi,
legati.
Stappatemi come si esplode una bottiglia a festa.
Caricatemi a molla per correre e correre in mezzo
alla Pasqua ormai vicina.
Santi gli olivi al di là di ogni terrena benedizione.
Santo il mio cuore ubriacato di luna e comprensione.
Bevo la terra. Racchiudo fra i palmi il rosso acceso
trasparente contro il sole.
Mangio della carne mobile d'antiche fatture. Mangio dell'oro
tagliato alto, rimasto fra i denti.
Respiro canzoni d'esclusioni perpetuate e di coraggio.
Attaccato alle cose, come da tempo speravo,
mi ritrovo.
Ad accumulare ceppi sul sudore reale.
Visto, annotato, assorbito, accumulato
per i nuovi giorni a venire.
Quando sepolto nei miei stessi pensieri,
niente così chiaro e luminoso,
a proteggermi dagl'incubi quotidiani,
rimarrà solo
il ricordo.
Mezza la vita vissuta a metà.

Rahula


Ristagnano
come ali spiegate
sul mare
i miei pensieri.

Inseguono
le onde e rimbalzano
come armi appese
ad un chiodo.

Piccole mute ossessioni
che risuonano
la dispendiosa domanda.

Come se
la sensazione d'esistere
s'assaporasse
solo
dal fermo fuggire.

L'inverno, si muore.


a volte,
seduto sui sassi
della sera,
mi ritrovo
già vecchio.

come chi,
passando per le
scale degli occhi
che han guardato,
ritrovasse un oggetto
perso da tempo.

e mi domando,
scoperte le carte
giocate,
se è il rancore non
ancora disciolto
ad evitarmi
l'amare.

se tutte queste cose
finite
e presenti
altro non possan
essere
che eterno
mancare.

Balbuzie.


il soffio illumina
questa serata:
colma di brividi e di
lunghe attese.

passi incerti e
ansie rinnovate a
spalancar lo sguardo,

su quello che è stato.
su quello che sarà.

mi osserva la luna
mutevole:
continuo a giocare, le dico,
l'occhio ha una sola lente,

cercavo rugiada e
trovai un fiume, invece.

il soffio è
balbuziente nelle
innumerevoli
avversità.


©1996 Il club degli autori , Cristiano Sormani.
Se desideri comunicare con l'autore spedisci una E mail a
clubaut@club.it


| Home page Club degli autori | Antologia dei Poeti contemporanei | Scrittori | Arts club (Pittori) | Concorsi letterari | Vs la rivista di studenti e laureati | Photo Club (Fotografi) | Biblo Club (libreria virtuale) | Pipe Club | Photo shop (fotografie per editori) |